Romeo: Taci, taci, Mercuzio, taci! tu parli di niente.
Mercuzio: E’ vero, io parlo dei sogni, che sono figli di un cervello ozioso, generati da nient’altro che da una vana fantasia, la quale è di una sostanza sottile come l’aria, e più incostante del vento, che in questo momento carezza il gelido grembo del settentrione, e, corrucciato, se ne va via sbuffando, e volta la faccia verso il mezzogiorno stillante di rugiada. [Shakespeare, Romeo e Giulietta, Atto I- scena quarta]
Mercuzio, anch’io come te parlo di niente. E come a chi sogna, la notte presto spegne le ali, così anch’io mi sento sul finire…
Ma taci, semplicemente taci.
[Quante volte ho citato questo passo, quante volte forse nemmeno io le saprei contare... ma non mi stanco mai, perché le parole di Mercuzio ritraggono me, e tutti i sognatori, forse anche voi, che state a guardare da dietro alle pagine del blog...

