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Tafazzi e le iscrizioni scolastiche online

Da Pinobruno

Il tormentone del giorno è l’iscrizione online obbligatoria alle prime classi di elementari, medie e superiori, con inevitabile codazzo di prefiche e moderati entusiasmi. Era già successo ai tempi del Censimento Istat, l’anno scorso. Tutti a predire sfracelli, salvo poi far finta di nulla quando si è saputo che il 33,4 per cento dei cittadini ha scelto la compilazione via Internet. Cioè gli italiani sono meno analfabeti digitali di quanto si pensi. Non che il digital divide non esista. C’è, e riguarda mezzo Paese. Siamo in coda alle statistiche europee sull’accesso alla rete. Per taluni, però, è soltanto un comodo alibi per non far nulla e crogiolarsi nel tafazzismo nazionale. Certo il Miur poteva fare di più e meglio. Il sito dedicato alle iscrizioni è spesso irraggiungibile e i picchi di accesso non giustificano i disservizi. Bastava predisporre server più potenti.   

Tafazzi

Ieri fino alle sette di sera sono state inserite 23.179 domande e il sito ha avuto 1.529.936 accessi. Il Codacons ricorda che “nel 2011 solo il 56,8 per cento delle famiglie italiane ha un personal computer” e che il vantaggio economico di gestire obbligatoriamente on line tutte le pratiche è poi vanificato dal lavoro aggiuntivo delle segreterie delle scuole che devono rendersi disponibili a supportare chi non ha gli strumenti e le competenze necessarie”.

C’è poi l’Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione digitale dei documenti (Anorc) che sottolinea alcune criticità del sistema per le iscrizioni online:  ”non fornisce adeguate garanzie circa la validità della conservazione dei documenti digitali relativi né della corretta gestione di informazioni sensibili che sono contenute in questi documenti” . Le domande online ricevute dalle scuole di destinazione  - dice l’Anorc – “a quanto è dato di capire sono del tutto prive una disciplina della conservazione digitale a norma di tali documenti informatici, alcuni contenenti anche dati sensibili, per esempio per gli alunni affetti da handicap o patologie, o ancora inerenti la scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica”.

Non sono dubbi da ignorare. Vanno approfonditi, senza però gettar via il bambino con l’acqua sporca. Sono ottimista come Caterina Policaro, docente di lungo corso e profonda conoscitrice del mondo digitale: “A me sembra un servizio ottimo, dedicato a una fetta molto ampia di popolazione, democratico, che non crea divisioni, che obbliga le famiglie e la scuola a confrontarsi con la rete, i servizi online per il cittadino, che fa risparmiare carta, tempo eccetera”.

La prof Policaro ha scritto un post approfondito sulle iscrizioni online, con una pregevole guida per l’uso. Deponete per un attimo la bottiglia di Tafazzi e approfittatene.


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