Taggata da Laura la tentatrice eccomi a raccontarvi i miei cosmetici vintage, quelli che conservo pur essendo ormai inutilizzabili: "cimeli", come li definisce lei, che conservo proprio per il loro valore sentimentale e storico.E qui mi tocca subito cospargermi il capo di cenere: io negli anni ho gettato. Sono una che getta, per fare piazza pulita, per lasciare che circoli energia nuova, per segnare un "punto e a capo". E' un rituale purificatorio che ho ripetuto spesso negli anni, in diverse occasioni (dopo l'esame di maturità, dopo essermi laureata, alla fine di alcune storie/amicizie importanti, ad ogni trasloco etc). E in queste occasioni sono letteralmente presa dal sacro furore del "fuori tutto". Per questo, oggi, mi ritrovo priva di alcuni cimeli a cui ho immediatamente pensato quando ho letto questo tag,come il mio profumo di RoccoBarocco, quello con la confezione gialla e nera. D'altronde, che io sia una beauty blogger atipica, è cosa ormai nota no?
Quelli che vedete in foto quindi sono i miei "cimeli relativi", #sapevatelo.
Partendo da destra, trovate una palette Chanel, la Holiday Aqualumières del 2001-2002. La mia è così pasticciata che mi sono vergognata di fotografarla, ma era così 12 anni fa : bella e elegante. Da allora e ancora oggi le palette Chanel esercitano su di me un notevole fascino. Non a caso, uno dei regali di questo natale-su mia esplicita richiesta- è stata la Charming. Immediatemente dopo, due rossetti. Il Rock Star di Helena Rubinstein (oggi fuori produzione, ma io ne presi saggiamente uno di scorta che centellino preziosamente) e il Mat Mithyque 103 della Rouge Baiser (anch'esso fuori produzione, credo). Il primo l'ho scelto perchè è tra i miei rossetti preferiti di sempre mentre il Rouge Basier lo amo soprattutto per il suo packaging, che è molto vintage ed ha dei dettagli deliziosi al suo interno
Non è un mio colore classico, vero, ma all'epoca cercavo un viola scuro e lui seppe soddisfare pienamente il mio desiderio (non badate troppo al colore che vedete in foto: su di me è scurissimo) .Infine c'è uno degli ombretti Bourjois. A rigore, non è un cimelio nè tantomeno vintage essendo ancora perfettamente reperibile sul mercato: ma questo che vedete in foto ha circa 15 anni ed è ormai inutilizabile. Ergo rientra a pieno titolo in questo tag!
Ecco: questi sono i cosmetici che sono sopravvissuti indenni a ogni mio "fuori tutto", ogni mio trasloco e ogni rito purificatorio. Il che vuol dire che davvero hanno meritato di essere qui oggi e continueranno a restare con me... quasi quasi gli trovo un angolino speciale tutto per loro! E se sono rimasti con me così a lungo non è stato solo per la loro qualità- che pure è per me indiscutibile.
Hanno anche un valore sentimentale? Sì, ma i 5 miei preferiti sotto questo punto di vista ve li ho già raccontati qui, con il #dramatag.
Questi credo che abbiano resistito ai vari repulisti soprattutto perchè hanno un bel packaging: elegante, immeditamente identificabile con il brand. Trovo che siano oggetti belli di per sè. Quando poi usandoli (perchè li ho usati, prima che diventassero definitivamente vintage) ho scoperto che sono anche perfettamente funzionali, li ho amati anche di più.
Perchè il packaging può essere molto, moltissimo. Diventa design, diventa concetto, diventa parte del nostro rituale. Un aspetto che, quando si parla di cosmesi, ha già implicazioni enormi.
«Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale». Non sono sicura che quando Sottsass ha fatto questa affermazione pensasse al packaging dei cosmetici. Ma trovo che sia una definizione che ben spiega perchè su di me, e su tante di noi, il packaging ha un potere così forte.
p.s. tag libero per tutte: se vi decidete a farlo, lasciatemi il link!