Magazine Opinioni
Ho un rovello nel cervello. Qualcosa non mi torna. Dunque, apro i giornali – aimè, sono costretto – e accendo la Tv – idem -. Tutti mezzi di informazione ci informano che occorre attrezzarsi alla catastrofe. Vanno a ruba i servizi che ci consigliano come affrontare una vita di stenti. Come sopravvivere autarchicamente. La bomba atomica della miseria, vaga pericolosamente sulle nostre teste.
Ma quel dubbio continua a girovagare per il mio – limitato – cervello. Ma non erano gli stessi mezzi di informazione che fino ad un paio di anni fa suonavano le trombe del trionfo, ci riempivano la testa di top manager e top model. Dove i top segretari di partito luccicavano di oro e brillanti. La parole più in auge erano successo e benessere e ricchezza. Parlavano dello stesso Paese? Ma erano proprio gli stessi mezzi d’informazione?
Sì, lo erano. Non ho ma capito in quale misura siano loro ad influenzare gli umori della gente o il contrario (è nato prima l’uovo o la gallina?).
Sia come sia, una cosa voglio tenere ben presente: non mi fido più. Prendo tutto con beneficio di inventario, leggo solo gli editoriali che hanno un basso impatto sulla mia vita di tutti giorni.
Non mi fidavo dei media quando ci descrivevano un paese ricco e spensierato e non ci credo adesso che ce lo restituiscono povero e angosciato.
Nella realtà, ho capito solo che molti di noi dovranno ridiscutere – anche drasticamente – il proprio tenore di vita. Un taglio ai consumi mi sembra ineludibile e, sotto un punto di vista sociale, anche etico.
Occorrono tagli, dunque? Bene. Ho deciso: la prima sforbiciata al mio bilancio sarà destinata al consumo di giornali e televisione...