Secondo Fornaro, “Tutti i consiglieri comunali dei 1.944 comuni italiani che verranno cancellati con la manovra, infatti, costano in un anno, di gettoni di presenza (quando li prendono e non li devolvono allo stesso comune) circa 1,5 milioni di euro: il ministero dell’attuazione del programma (presente soltanto in Italia ….) ne costa oltre 5 volte di più: 8 milioni di euro. Ma le poltrone di Rotondi e della sua vice Santanchè si sono ben guardarti dal tagliarle”.
Nell’analisi più politica, per il Pd “Il Governo, poi, impone per decreto una incomprensibile e inaccettabile sospensione della democrazia in questi comuni, con la soppressione delle giunte e dei consigli comunali: esattamente quello che fece il fascismo con l’istituzione dei podestà. E’ indispensabile che in sede di conversione in legge del decreto, sia restituito a questi comuni il normale assetto istituzionale e siano introdotti altri criteri oggettivi (solamente quello demografico è insufficiente) per riorganizzare il sistema degli enti locali, non dimenticando mai che i piccoli comuni (in particolare quelli montani) sono fondamentali presidi democratici, economici e culturali, senza i quali si rischia di aggravare i fenomeni di abbandono e di dissesto del territorio”.