Tagliato con Amore anche lo sportello stranieri: resta un solo giorno di apertura settimanale. Ma il centrosinistra che ha detto? In tanti anni gli immigrati hanno potuto integrarsi come sarebbe stato il caso? No, grazie ai politici NON lungimiranti ch...

Creato il 21 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

L’assessore alle politiche sociali, il teologo Luigi Amore, stavolta ha seguito ben altra ispirazione, che non quella divina, ammesso che una divinità comprensibile dalla politica, e non machiavellico strumento di governo, possa rientrare nelle considerazioni di un uomo dell’era moderna. Preannunciata, per la verità, questa innovazione che taglia sportelli per stranieri, un giorno di apertura anziché tre (lo dice questa pagina del sito del Comune). Amore infatti, che ritrova la sua Bordolano tra i siti inquinati della Lombardia, dopo aver approvato da sindaco con un bel sì il famoso stoccaggio di metano Stogit spa, vede anche le sue politiche per gli stranieri fare un ulteriore passo indietro. Sarà un risparmio, ma soprattutto una Waterloo culturale, che accomuna tante amministrazioni cremonesi. Aveva annunciato, l’assessore, che sarebbe cambiata la rotta. Meno sportelli ma più servizi, con l’intenzione di inviare mediatori culturali, selezionati rigorosamente, dagli immigrati che dei servizi sociali potrebbero aver bisogno.Nel frattempo però il taglio non è mancato, con la giustificazione che l’afflusso di stranieri sarebbe calato e che un servizio universalistico come quello dello sportello è meno necessario di un servizio mirato quanto quel che offriranno i mediatori. Ma gli stranieri sono davvero tanti. E nemmeno il centrosinistra, dopo i tentativi di Paolo Bodini – ma chi si salvi non lo so – ha mai fatto molto, inseguendo semplicemente le idee cattoliche e sperando in qualche voto in più.Quanti mediatori ci vorrebbero, e con che spesa? Il Comune non ha mai previsto una spesa tanto imponente: la necessità di aiuto, l’opportunità di ascolto, di scambio di conoscenze, di saperi, di culture tanto diverse, richiederebbero un grande impegno. Purtroppo il Comune non ha scelto la via di lavorare sull’evoluzione dei rapporti con gli immigrati, ma ahimé di nasconderli. Polemiche frequenti sull’unico giornale cittadino, anche solo perché la Caritas dava ospitalità ai profughi “che non lavorano”. Ma nemmeno potevano lavorare dall’inizio.Invece di includere, il Comune esclude. Questione seria, poiché i Comuni del territorio non guardano all’amministrazione provinciale, tanto immobile da non recarsi nemmeno al tempio sikh più grande d’europa (o secondo, considerando quello inglese): i Comuni guardano a Cremona, che è il vero punto di riferimento. Ma non arriva finora una chiara scelta innovativa, che valorizzi gli stranieri e non si limiti ad assisterli, come fossero un peso che purtroppo non si può portare.La crisi economica non doveva essere la famosa opportunità che avrebbe consentito di cambiare modo di pensare e risolvere i problemi? A Cremona no.Gli stranieri potevano essere aiutati a integrarsi di più con interventi non costosi: diversi di loro sono figli di commercianti, professionisti, imprenditori, non sono solo disperati alla ricerca di lavoro (dato che hanno bisogno di lavorare, pensa, diversamente da certi italiani). Basta un po’ di volontariato, alcune occasioni d’incontro, un’idea di cultura un po’ più aperta al bene comune, la voglia di conoscersi e stare meglio insieme fra persone diverse.Non per spendere i soldi pubblici e regalarli allegramente ai falsi poveri, come dicono sempre i contestatori. Non è questione di soldi, ma di comportamenti nuovi, senza più pregiudizi. “Rumeno” non può significare “delinquente”. “Islamico” non è intercambiabile con “terrorista di al-Qaeda”. E “italiano” non è sinonimo di “evasore fiscale” o di “mafioso”. Ma neanche di open mind.Per certi giornali invece rumeno e islamico sono parole dal significato storpiato. Albanese era un noto insulto, forse ora meno, dopo tante polemiche. Intanto gli sportelli chiudono: ne resta uno su tre, tuttavia il mercoledì, con orario continuato.Nel complesso, un segnale nero. Spiace. Non siamo felici quando qualcosa suscita amarissime considerazioni. Si prega di pensarci e cambiare. La città muore. Ci sono tanti stranieri e non si riesce a parlare con loro da decine di anni. Incredibile. Non critico quindi solo Luigi Amore, ma anche chi ha governato prima, il centrosinistra, perché queste sono opportunità storiche che vengono prese a calci. E’ mancata la capacità di trasformare il fenomeno dei flussi migratori in uno scambio vivace di opportunità.Spiace. Spiace tantissimo. La città poteva far crescere mediatori culturali stranieri, non italiani, attivare professionalità straniere, farle dialogare di più con i cremonesi in crisi da tanti decenni, attivare professionalità di italiani giovani, capaci di capire, di fare impresa insieme, di creare associazioni insieme. Imprese straniere, anche con dipendenti o soci italiani, ci sono, non troppe, e negozi stranieri sono stati aperti. Gli immigrati stanno meglio, pare, di quanto alcuni avrebbero voluto, togliendo loro anche l’assistenza sanitaria se clandestini (come l’ex ministro Maroni, “barbaro sognante”, che disse che era ora di diventare “cattivi” e che il “buonismo” doveva finire). 0.000000 0.000000

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