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Tai ji nella baia.

Creato il 05 marzo 2014 da Enricobo2

Tai ji nella baia.

Baia di Ha Long
 

 C'è un chiarore diffuso nella baia. Con la leggera sbavatura della nebbia alta che sfiora appena le cime dei grandi massi di pietra che il destino ha sparso su questo specchio verde, non c'è ne alba né tramonto, semplicemente manca oppure cresce la luce. L'aria è frizzante sul ponte più alto della giunca ormeggiata sotto una cascata di muschio verde. Sul cassero, il maestro di tai ji stira le braccia muscolose nascoste da una giubbetta nera con qualche carattere cinese in bianco. Qualche esercizio di qi gong per scaldare le articolazioni ancora fredde per il sonno della notte. Un refolo di brezza fa tremare l'acqua che frange una piccolissima onda contro la parete di roccia già scavata alla base. Si sente la forza del suo respiro. Poi inizia una sequenza in uno stile strano, molto fluido e morbido ma che fa intuire molta potenza. Continue torsioni della colonna e contromovimenti delle braccia, prima tese, poi arcuate nella direzione opposta al passo. Una serie di tecniche ripetute nelle quattro direzioni, un lento fluire di movimento che si distende con la profondità della respirazione. I picchi attorno rimangono a guardare colpiti da questo passaggio morbido. Poi come è cominciato tutto finisce nel consueto triplice movimento delle onde del mare che si placano. Che sensazione fare tai ji in questo luogo magico, mentre la brezza ti carezza la pelle e forse le ninfe marine stanno a guardare in silenzio tra le rocce. Mi inchino al Si Fu che sorride, non parla inglese, ma chi pratica tai ji si capisce ugualmente in qualunque parte del mondo. Poi, con un gesto rapido, in contrasto con tutto l'esercizio di prima, si leva la giubba e si rimette la maglietta marrone e scende giù a servire la colazione. La luce adesso si è fatta forte nella baia, sono le sette ed è ormai giorno pieno.

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