Antonio Tajani
La Commissione, a febbraio 2014, ha dato il via libera alla riacquisizione di Acciai speciali Terni (AST) da parte di ThyssenKrupp (TK) commentando che “la priorità era garantire che le acciaierie di Terni trovassero un acquirente idoneo, proteggendo nel contempo la loro redditività”. TK ha assicurato che avrebbe sviluppato AST come concorrente forte e credibile di Outokumpu. E ha fornito rassicurazioni sul suo piano di attività per i prossimi anni, manifestando l’intenzione di investire nell’impianto e, di conseguenza, migliorarne la redditività.
Premesso che la Commissione ha sempre affermato che il suo operato era volto ad assicurare la sostenibilità economica e la competitività di AST, ma che il piano presentato da TK prevede una riduzione di costi in tutte le aree di oltre 100 milioni di euro l’anno, un ridimensionamento del personale di 550 dipendenti, che porterà alla chiusura di un forno, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
1. Quali iniziative intende adottare per garantire che l’acquisizione non si traduca in un processo di deindustrializzazione, come sta accadendo in altre strutture industriali in Italia e in Europa?
2. Dato che si parla di un ridimensionamento e non di una semplice ristrutturazione, quali iniziative intende adottare poiché TK non rispetta le condizioni stabilite dalla Commissione, cioè l’intenzione di investire nell’impianto e migliorarne la redditività?
3. La Commissione proponeva di creare una task-force sulle conseguenze industriali e sociali delle ristrutturazioni, perché essa non è stata creata per il caso AST al fine di monitorare da vicino gli sviluppi?
4. Considerando l’importanza di AST nella produzione di acciai speciali e inossidabili per tutta l’UE, la questione non dovrebbe essere discussa in occasione della prossima riunione del Gruppo ad alto livello sull’Acciaio?