Magazine Cinema

Takashi Miike

Creato il 01 settembre 2011 da Alejo90
Eyecatch Junction (Toppū! Minipato tai - Aikyacchi jankushon) (1991) - V-Cinema
Lady Hunter (Redihantaa - Koroshi no pureyūdo) (1991) - V-Cinema
A Human Murder Weapon (Ningen kyōki: Ai to ikari no ringu) (1992) - V-Cinema
Bodyguard Kiba (Bodigaado Kiba) (1993) - 1/5
Oretachi wa tenshi ja nai (1993) - V-Cinema
Oretachi wa tenshi ja nai 2 (1993) - V-Cinema
Shinjuku Outlaw (Shinjuku autoroo) (1994) - V-Cinema
Bodyguard Kiba 2 (Bodigaado Kiba: Shura no mokushiroku) (1994) - V-Cinema
The Third Gangster (Daisan no gokudō) (1995) - V-Cinema
Bodyguard Kiba 3: Second Apocalypse of Carnage (Bodigaado Kiba: Shura no mokushiroku 2) (1995) - V-Cinema
Osaka Tough Guys (Naniwa yūkyōden) (1995) - V-Cinema
Shinjuku Triad Society (Shinjuku kuroshakai: Chaina mafia sensō) (1995)
New Third Gangster: Outbreak Kansai Yakuza Wars (Shin daisan no gokudō - Boppatsu Kansai gokudō wōzu) (1996) - V-Cinema
New Third Gangster 2 (Shin daisan no gokudō II) (1996) - V-Cinema
Jingi naki yabō (1996) - V-Cinema
Peanuts (Piinatsu - Rakkasei) (1996) - V-Cinema
The Way to Fight (Kenka no hanamichi - Ōsaka saikyō densetsu) (1996) - V-Cinema
Fudoh: The New Generation (Gokudō sengokushi - Fudō) (1996) - 3/5
Young Thugs: Innocent Blood (Kishiwada shōnen gurentai - Chikemuri junjō hen) (1997)
Jingi naki yabō 2 (1997) - V-Cinema
Rainy Dog (Gokudō kuroshakai) (1997) - 2,5/5
Full Metal Yakuza (Full Metal gokudō) (1997) - 1/5
The Bird People in China (Chūgoku no chōjin) (1998) - 3,5/5
Andromedia (Andoromedia) (1998)
Blues Harp (1998)
Young Thugs: Nostalgia (Kishiwada shōnen gurentai - Bōkyō) (1998)
Audition (Ōdishon) (1999) - 3,5/5
Ley Lines (Nihon kuroshakai) (1999)
Silver (Shirubaa) (1999) - V-Cinema
Dead or Alive (Deddo oa araibu: Hanzaisha) (1999) - 3/5
White Collar Worker Kintaro (Sarariiman Kintarō) (1999)
M.P.D. Psycho (Tajuu jinkaku tantei saiko - Amamiya Kazuhiko no kikan) (2000) - 3/5
The City of Lost Souls (Hyōryūgai) (2000) - 2/5
The Guys from Paradise (Tengoku kara kita otokotachi) (2000)
Dead or Alive 2: Birds (Dead or Alive 2: Tōbōsha) (2000) - 3/5
Kikuchi-jô monogatari - sakimori-tachi no uta (2001)
Zuiketsu gensô - Tonkararin yume densetsu (2001)
Family (Famirii) (2001)
Visitor Q (Bijita Q) (2001) - V-Cinema - 4/5
Ichi the Killer (Koroshiya Ichi) (2001) - 3/5
Agitator (Araburu tamashiitachi) (2001)
The Happiness of the Katakuris (Katakurike no kōfuku) (2001) - 3,5/5
Dead or Alive: Final (2002) - 1/5
Onna kunishuu ikki (2002)
Graveyard of Honor (Shin jingi no hakaba) (2002)
Shangri-La (Kin'yuu hametsu Nippon - Tōgenkyō no hito-bito) (2002)
Pandoora (2002) - V-Cinema
Deadly Outlaw: Rekka (Jitsuroku Andō Noboru kyōdō den: rekka) (2002) - 1,5/5
The Man in White (Yurusarezaru mono) (2003)
Yakuza Horror Theater - Gozu (Gokudō kyōfu daigekijō - Gozu) (2003) - 3/5
Kikoku (2003) - V-Cinema
The Call - Non rispondere (Chakushin ari) (2003) - 2/5
Three... Extremes - episodio: Box (Sam gang yi): (2004) - 2/5
Zebraman">Zebraman (Zeburaaman) (2004) - 2/5
Izo (IZŌ) (2004) - 3,5/5
Demon Pond (Yasha-ga-ike) (2005) - V-Cinema
The Great Yokai War (Yōkai daisensō) (2005) - 2/5
Big Bang Love, Juvenile A (46 oku nen no koi) (2006) - 3/5
Waru (2006)
Waru: kanketsu-hen (2006) - V-Cinema
Sun Scarred (Taiyō no kizu) (2006)
Like a Dragon (Ryū ga kotoku: Gekijōban) (2007)
Sukiyaki Western Django (Sukiyaki Uesutan Jango) (2007)
Detective Story (Tantei monogatari) (2007)
Crows Zero (Kurōzu zero) (2007)
God's Puzzle (Kamisama no pazuru) (2008)
Yattaman (Yattâman) (2009)
Crows Zero II (Kurōzu zero II) (2009)
Zebraman 2: Attack on Zebra City (Zeburâman: Zebura Shiti no gyakushû) (2010) - 2,5/5
13 assassini (Jûsan-nin no shikaku) (2010)
Ichimei (2011)
Miike (1960), giapponese, è uno dei registi più prolifici della storia del cinema. Iniziando a lavorare come aiuto regista per Shōhei Imamura, realizza i suoi primi film da regista nell'ambito del cosiddetto V-cinema, ovvero il circuito di film realizzati appositamente per essere venduti direttamente in VHS senza il passaggio nelle sale. Venendo quindi dall'ambiente delle pellicole a basso budget, Miike si abitua a ritmi velocissimi e ad un genere prevalentemente violento. negli anni spazia in qualunque genere possibile, dando origine a pellicole più o meno grottesche. Dotato di un indubbio senso dello spettacolo, e senza mai prendersi molto sul serio, realizza film-baracconate iperviolenti e surreali, con uno stile personalissimo ed inimitabile (forse solo Sion Sono può ricordarlo a tratti). Presenza ormai fissa ai più importanti festival internazionali, miike va costantemente controcorrente.
-Bodyguard Kiba
(Bodigaado Kiba) - Giappone 2003 - gangster - 92 min.
Questo è uno dei primissimi film del regista nipponico, realizzato esclusivamente per il mercato homevideo (un sistema che andava per la maggiore nel giappone degli anni 80 e inizi 90; il cosiddetto V-cinema); assolutamente non interessante, questo film d'azione piuttosto grezzo è girato comunque con cura discreta, e una spruzzata di erotismo accontenta un pò tutti. La trama banale è compensata dal ritmo incalzante che non fa annoiare, anche se è un film come ce ne sono tanti. Comunque per chi vuole approfondire la conoscenza del regista e vedere come ha iniziato la carriera, può vedere questo film. Da poco editato in dvd, io l'ho trovato alla fnac.
Voto: 1/5
-Fudoh: the new generation
(Gokudō sengokushi - Fudō) - Giappone 1986 - azione/gangster - 98 min.
Fra i primi importanti film di Takashi Miike, questo strambo ed eccessivo yakuza movie, dal tono grotteso e con situazioni spinte all'eccesso (la ragazza che spara dalla vagina ne è un esempio), questa pellicola diede al regista di Yao una prima dose di popolarità. Si tratta di un tipico film miikiano di azione violenta alleggerita da una robusta dose di umorismo, ma che comunque si assesta su livelli che per il pubblico mainstream potrebbero risultare sgradevoli. A voi la scelta, se il regista vi piace non fatevelo scappare, per i neofiti forse sarebbe meglio iniziare da qualcosa di più leggero...
Voto: 3/5
-Rainy Dog
(Gokudô kuroshakai) - Giappone 1997 - drammatico - 95 min.
Particolare yakuza movie, sotto il segno di una pioggia incessante che accompagna i protagonisti per tutto il film. Uno yakuza si pente della sua attività e medita di fuggire da Taipei assieme ad una puttana e a suo figlio, che scopre di avere solo pochi giorni prima. Braccato dai suoi colleghi e da altri clan criminali, il film è una fuga da un mondo di criminalità, droga e morte. Come spesso capita negli yakuza movie di Miike, non ci può essere riscatto, nè lieto fine. Lento, tetro, ma visivamente e sonoramente affascinante.
Voto: 2,5/5
-Full Metal Yakuza
(Full metal gokudo) - Giappone 1997 - thriller7gangster/fantascienza/comico - 102 min.
Rivisitazione di Robocop: uno yakuza viene fatto a pezzi da dei sicari assieme ad un criminale alle prime armi. Uno scienziato riassembla i pezzi dei due moribondi in un unico essere bio-meccanico, che inizierà una vendetta spietata contro i suoi (loro) carnefici. Divertente, assurdo, illogico b-movie dal ritmo altalenante, con graziose trovate ma effetti speciali veramente da due soldi.
Voto: 1/5
-The Bird People in China
Giappone 1998 - drammatico (fantastico) - 118 min.
Poetico, romantico, triste: questo è, e altro ancora. Emblema di uno smarrimento che affligge l'uomo contemporaneo, la ricerca del protagonista di questa terra leggendaria, di questo paradiso perduto dove le persone possono "volare", la redenzione di un criminale e l'avverarsi di un sogno. Immagini eteree, ambiente naturale primitivo e ancestrale, per una storia fuori dal tempo e dallo spazio. Un sogno.
Voto: 3,5/5
-Dead or Alive
Giappone 1999 - thriller/azione/gangster/fantastico - 105 min.
Uno dei maggiori successi commerciali di Miike, che l'ha reso famoso anke fuori dal giappone, e che vede riunite due grandi star nipponiche degli yakuza-movie: guerre tra bande nelle strade di Tokyo, finale apocalittico, incipit da videoclip e rock spaccatimpani, e poi eccessi di violenza (tipico stile miikiano) e perversione. Miike in forma per un film che non rinuncia nemmeno ad intermezzi comici, incredibili in mezzo ad una tale escalation di violenza. Pietra miliare del genere.
Voto: 3/5
-Audition
(Oodishon) - di Takashi Miike - Giappone/Corea del Sud 1999 - horror - 111 min.
Un uomo. Sua moglie morta tempo prima. Suo figlio è la sua unica famiglia, oltre il suo cagnolino. L'isolamento del Giappone odierno. La solitudine che porta ad una ricerca. La ricerca di un amore che inizialmente pare impossibile. Poi, avveratosi, sembra un sogno. Infine, dal sogno si passa all'incubo, un incubo di carne e sangue e ossa e morte. Svegliarsi dall'incubo è l'unico modo per fuggire. Ma una volta svegli, è davvero tutto finito?
Audition, di Takashi Miike. Un piccolo capolavoro.
Uno dei più importanti film nipponici contemporanei, sintesi di (quasi) tutti i generi cinematografici, che mostra come il thriller possa accostarsi alla commedia, L'horror al sentimentale, il drammatico al fantastico.
Incentrato sui problemi della modernità, affrontati con brio tragicomico e compiaciuto divertimento del regista nel creare continuamente nuove situazioni, sbalzi temporali ed emotivi, diversi piani di narrazione, realtà oniriche che si confondono con (ir)realtà materiali.
Alcuni passaggi non chiarissimi, personaggi ambigui, finale incerto, ma che importa?
Al diavolo la logica della linearità!
E poi c'è la suspance: rilasciata col contagocce nella prima metà del film, esplosa come impazzita da metà in poi, con variazioni di ritmo, sequenze allucinanti e allucinate, un paio di personaggi alla David Lynch, immagini terrorizzanti, angoscianti, disgustose.
E poi scene lunghe e sequenze brevissime, campi lunghi e primi piani, erotismo velato e solo suggerito, sotteso alla narrazione, che si fa sensuale e attraente, inchioda lo spettatore alla sedia, lo lascia incerto, stranito, e la sensazione perdura ogni volta che si ripensa al film (provate a guardarlo di sera, da soli, al buio...)
La recensione è volutamente oscura per non svelare nulla sulla trama, in modo che si possa gustare dall'inizio alla fine questo piccolo capolavoro, che come pochi sfrutta appieno la magia del cinema e il gusto per il racconto e i colpi di scena.
Eclettismo sorprendente.
Voto: 3,5/5
-M.P.D. Psycho Giappone 2000 - thriller/horror - 330min.(6 episodi)
Il grande Miike ha realizzato questa serie per la rete tv giapponese satellitare WOWOW. Ambientata nel 1999 (fine dell'era Showa), l'intricatissima vicenda (entità multiple in unico individuo, serial killer, complotti governativi, esperimenti genetici ed altro) si dipana in sei episodi di un'ora ciascuno. Tratto dal manga omonimo di Eiji Otsuka e realizzato negando sistematicamente ogni criterio di verosimiglianza ("effetto pioggia" di imovie, per intenderci), è un fumettone apocalittico e splatter, che nella migliore tradizione miikiana mescola horror, sci-fi, thriller, comicità grottesca e qualche momento drammatico. Per la trama dei singoli episodi vi rimando a quanto scritto su Wikipedia se volete conoscerla prima di vederlo (cosa che io non ho fatto assolutamente). Confusionaria per i primi tre episodi, la vicenda si dipana nella seconda metà della serie, dove ogni dubbio (o quasi) sarà chiarito e ogni mistero risolto, in un'avvincente concatenazione di colpi di scena. Bella compagnia d'attori, che dà vita a personaggi stravaganti, quindi perfettamente adattabili al visionario mondo tratteggiato dal regista (peraltro rappresentato con un impianto piuttosto poveristico: pochi esterni, molti interni usati più volte). Senza pretese e per stomaci un pò forti (comunque per appassionati di horror), è un intrattenimento di disgusto più che di spavento che non mancherà di soddisfare i weird-seekers. Da segnalare infine la curiosa e azzeccata colonna sonora, ed in particolare il riuscito leitmotiv della serie, "Strange new world": vi rimarrà in testa.
Voto: 3/5
-The City of Lost Souls
Giappone 2000 - Thriller/azione/gangster/drammatico - 103 min.
Cambio di ambiente, si va in Brasile, ma la sostanza dello yakuza movie rimane: sparatorie, traffici illegali e chi più ne ha più ne metta. Solito finale sconsolato e vite di persone ai margini dela società, criminali ma anche vittime, carnefici e martiri in un'atomsfera apocalittica. Non coinvolgente come altri, purtroppo. Meglio "Rainy dog".
Voto: 2/5
-Dead or alive 2: birds
(Dead or Alive 2: Tōbōsha) - Giappone 2000 - azione/thriller - 97 min.
Seguito (per modo di dire) di Dead or Alive, usa gli stessi due attori come protagonisti, ma la storia è completamente diversa. Inoltre, se il primo fece successo per la massiccia dose di violenza, questo episodio si distingue per un'azione molto più dosata, e un andamento più lento e riflessivo: Takashi Miike stupisce con un film decisamente più calmo del suo capostipite. Potrebbe piacere anche a chi non apprezza molto il regista.
Voto: 3/5
-Visitor Q
Giappone 2001 - drammatico/commedia/thriller - 84 min.
Uno dei colpi grossi di Miike. Il suo primo film in digitale, cambio totale di genere: si ispeziona la famiglia giapponese, una famiglia allo sbando e senza punti di riferimento. Film durissimo, che non risparmia nessuna efferatezza: incesto, necrofilia (=rapporto sessuale con un cadavere), sadomaso, violenza gratuita in un mondo aberrante che è il Giappone odierno, ma è anche l'Occidente in generale. Crudezza spaventosa, ma film importante per capire dove siamo andati a finire, e riflettere seriamente sul nostro futuro. Magari ricevessimo tutti la visita di Q, ne trarremmo tutti dei vantaggi. Davvero bello, da vedere se possibile, anche se i temi scabrosi ne fanno un film non per tutti.
Voto: 4/5
-Ichi The Killer
(Koroshiya Ichi) - di Takashi Miike - Giappone/Hong Kong/Corea del Sud 2001 - thriller - 129 min.
E' uno dei maggiori successi dell'ormai noto regista giapponese.
Tutto il cinema di Miike Takashi ha come colonna portante il tema della violenza, o meglio dell'iper-violenza. Sequenze ultrasplatter al limite del parossismo sono frequenti nella cinematografia miikiana, comprese scene di torture, violenze sessuali e quant'altro. Tuttavia, come il lettore può facilmente immaginare, se non ci fosse nient'altro da vedere nei film di Takashi a quest'ora non sarebbe così famoso, non parteciperebbe a festival cinematografici (fra i quali l'importante festival del cinema fantastico e dell'orrore di Stiges), e non raccoglierebbe dalla critica e dal pubblico i consensi che ottiene. Questo perchè (come giustamente spiegato sul sito italiano a lui dedicato www.asianfeast.org/dinamiike.htm) la violenza non è il fine, ma il mezzo. Il mezzo con cui il regista confeziona i temi di cui vuole parlare nelle sue pellicole, solitudine (è il caso del film Audition, che recensirò in seguito), crisi famigliare (Visitor Q) e sociale (tema che emerge in tutti i suoi yakuza-movie, cioè film trattanti della malavita giapponese, di cui questo Ichi the killer è uno degli esempi più evidenti), incomunicabilità e la perenne ricerca di quella serenità e felicità che l'uomo moderno e "civilizzato" non riesce ormai più a raggiungere (emblematico per questo aspetto il poetico The bird people in China, che recensirò); tutte queste sono le motivazioni che portano l'uomo a sfogare, o a subire, una violenza che è generata da quella frustrazione dovuta all'impossibilità di raggiungere i propri desideri, il che rende la vita un'immane sofferenza che si preferisce soffocare nel sangue di una carneficina o nella tortura di un'innocente.
E' questo il cinema di Miike Takashi, la rappresentazione del collasso della civiltà umana tecnologizzata che si autodistrugge, e la sua ricerca di quella primitiva felicità che mai più sarà in grado di ottenere.
In questo contesto allora, vediamo che le numerose scene di violenza presenti in Ichi the killer acquistano un significato che elevano il film al di sopra di qualunque altro prodotto di cinema di serie B, e lo rendono tanto affascinante.
Tuttavia, il regista si concede anche momenti ironici, che certo nel contesto del film assumono un sapore agrodolce che sembra quasi stonare col resto della pellicola, ed offre in sostanza anche un godibile film d'azione gangsteristica, elementi che lo rendono appetitoso per i patiti del genere.
Veniamo alla sinossi:
L'idea è molto semplice; il film parla di lotte fra bande mafiose giapponesi dei giorni nostri. In particolare, Kakihara (che ruba la scena al vero protagonista per il magnetismo ed il fascino peverso del suo personaggio), che lavora per un boss mafioso (di cui è innamorato...yuk!), quando viene a conoscenza del suo assassinio, va fuori di testa e comincia a ricercare il colpevole. Esso è un fantomatico killer di nome Ichi (che vuol dire "1"), di cui tutti ignorano l'identità e che sembra comparso all'improvviso; l'obbiettivo di Kakihara all'inizio non è tanto quello di scovare Ichi, bensì i mandanti dell'omicidio, quindi con metodi ben poco ortodossi, interroga membri di altre bande e compie ricerche per scovare il colpevole. Tuttavia (pur risultando chiaro agli spettatori l'identità del mandante) Kakihara fallirà nel suo intento, perchè Ichi lo raggiungerà per primo; nell'emozionante incontro-scontro finale qualcuno morirà e qualcuno sopravviverà, ma alla fine nulla sarà risolto: le lotte fra bande continueranno comunque, il male perdurerà in ogni caso e ciò che il mondo avrà ottenuto sarà solo più sangue sull'asfalto.
Ovviamente la storia è molto più ricca di sfumature e personaggi, tuttavia descrivere nel dettaglio non è così semplice, quindi lascio che lo spettatore si goda da solo la scoperta di questo film che, ricordo, è difficile da reperire (io ce l'ho in giapponese sottotitolato in italiano, visto che in italia non è mai stato distribuito!).
l'avvertenza iniziale tuttavia perdura: la violenza è spinta agli eccessi più sfrenati, e alcune scene sono di difficile digestione anche per i più accaniti consumatori di horror e splatter; squartamenti, mutilazioni, torture di ogni sorta ed ettolitri di sangue sono la cornice narrativa di questo film, in grado di far rivoltare anche gli stomaci più resistenti, se non sono abituati a film di un certo genere.
Voto: 3/5
-The happiness of the Katakuris
(Katakurike no kōfuku) - Giappone 2001 - commedia/fantastico/musial - 113 min.
Questo è un film particolare. Non molto violento e con una trama insolita, parla di una famigliola (i Katakuri) composta di padre,madre, nonno, figlia maggiore, figlio minore e figlia minore, che vivono in una casa di campagna adibita a guest-house, vicina ad un laghetto ed in prossimità di un luogo che farà posto a breve ad un'autostrada, portando, secondo il signor katakuri, molti clienti. Il primo cliente della casa, però si impicca in camera sua. Il secondo, un lottatore di sumo e la sua fidanzata minorenne, muore durante un amplesso, schiacciando sotto di sè la sventurata ragazzina. la famiglia, sconcertata, seppelisce i corpi sottoterra e non avverte la polizia, temendo che possa decidere di chiudere l'attività. Sembra non esserci pace per i Katakuri, accompagnati da un'altra quantità di sciagure per tutta la durata del film. Solo la loro unione, il loro essere "famiglia", potrà riuscire ad affrontare tutte le difficoltà e permetterà loro di ottenere quella felicità tanto agognata. Riprendendo il discorso di visitor Q, di cui questo film sembra una rivisitazione in chiave assai più leggera e divertente, il film alterna pezzi recitati a canti e balli, creando una specie di micuglio fra commedia, dramma e musical. questo processo poteva rischiare di portare ad un grosso pasticcio privo di senso ma qui invece, stranamente, funziona. Il motivo è che probabilmente il film non si prende molto sul serio, e sebbene faccia riflettere sul valore della famiglia, fa anche e soprattutto divertire con le rocambolesche situazioni via via rappresentate. ciliegina sulla torta sono le ottime e spassose sequenze in claymation, un tipo particolare di stop motion che in parole povere (da wikipedia) consiste nel creare personaggi e sfondi tramite sostanze malleabili (normalmente plastilina) e successivamente riprendere immagini singole dopo aver leggermente modificato le posizioni degli elementi nella scena.
Una volta riprodotta la sequenza di immagini fisse (ad una frequenza di almeno 10-12 frame per secondo) si ha l'illusione che gli oggetti di plastilina siano in movimento.
Voto: 3,5/5
-Dead or Alive: Final
Giappone 2002 - azione/fantascienza - 89 min.
Questo episodio conclusivo, ambientato nel futuro (anche se non presenta quasi nessun elemento futuristico e gli effetti speciali sono veramente da due soldi) è sicuramente il punto debole della serie DoA, e la chiude in modo non dignitoso; buono il finale, omaggio al capostipite della saga. A parte questo, nulla di veramente originale.
Voto: 1/5
-Deadly Outlaw: Rekka
(Jitsuroku Andō Noboru kyōdō den: rekka) - Giappone 2002 - gangster - 96 min.
Come sopra, ma meno originale perchè segue di più i canoni del genere; probabilmente più facile da digerire per i novizi, ma sicuramente meno significativo nella cinematografia di Takashi Miike. In effetti non lascia granchè. Uno dei punti debole del regista.
Voto: 1,5/5
-Yakuza Horror Theatre: Gozu
(Gokudō kyōfu daigekijō - Gozu) - Giappone 2003 - horror/gangster/fantastico - 130 min.
Il titolo dice tutto, miscuglio di generi in un pastiche di effetto straniante, ma affascinante. Uno yakuza ormai uscito di testa deve essere messo a nanna per sempre. Il suo stesso capo lo decide, dando l'ordine ad un suo sottoposto. Questo accompagna lo yakuza pazzo ad un appuntamento (dove lo dovranno in realtà eliminare) ma per uno strano fenomeno non riesce ad arrivare a destinazione. A questo punto la storia si frammenta, diventa simbolica, onirica, piena di personaggi e situazioni paradossali, irrazionali e magnetiche, che pur con lentezza coinvolgono lo spettaore che vuol sapere come Miike riuscirà a dipanare l'intreccio alla fine del film. Lo farà in un modo che lascerà tutti a bocca aperta, come solo lui sa fare. Allucinante! (in lingua italiana!!!)
Voto: 3/5
-The Call - Non rispondere(Chakushin ari) - Giappone 2004 - horror - 112 min.
Forse l'unico film di Miike uscito al cinema in Italia: horror giapponese abbastanza convenzionale, incentrato sulla paura della tecnologia e con la solita morta in stile the ring. cmq la mano di Miike si vede, e dà al tutto il tocco di originalità che ci vuole. Più normale, ma forse per questo meno miikiano del solito, quindi adatto ad un pubblico più vasto. Pregio o difetto?
Voto: 2/5
-Three...extremes - Box
Giappone 2004 - horror - 40 min.
Fa parte di un film fatto di tre eisodi, tutti di stampo horror, realizzati da Miike, Fruit Chan e il grande Chan-wook Park (Oldboy e gli altri film della trilogia della vedetta). Si tratta di un mediometraggio (42 minuti) lento e di atmosfera, che però non raggiunge livelli totalmente soddisfacenti. Esercizio di stile, ma non coinvolge.
Voto: 2/5
-Zebraman
(Zeburaman) - Giappone 2004 - fantastico/comedia/fantascienza - 115 min.
Totale cambio di genere, un film su un supereroe!!! Inutile esporre la trama (l'eroe combatte gli alieni), da gustare e divertirsi sapendo di vedere un film leggero e senza pretese, in attesa di un lavoro più impegnato del regista.
Voto: 2/5
-Izo
Giappone 2004 - fantastico/azione/horror/drammatico/ - 128min.
Bellissimo! E' una lunga discesa agli inferi, una tormentata vicenda di un'anima che non può darsi pace nemmeno nell'aldilà e sfoga tutta la sua rabbia su spiriti e uomini, alla perenne ricerca di una pace che non riuscirà mai a trovare. Due ore circa di puro massacro, estenuante cammino dell'antieroe più riuscito di Miike, che in fondo suscita in noi compassione e pietà, proprio perchè incarna tutte le frustrazioni e le debolezze umane. Vale la pena di vederlo!
Voto: 3,5/5
-The Great Yokai War
(Yōkai daisensō) - 2005 - fantastico - 124min.
Divertente fantasy che ha le carte in regola per divertire grandi e piccini. Sarabanda di effetti speciali e creature buffe, grottesche ma divertenti. Uno spettacolo per gli occhi, un modo per tornare bambini per un pò! Gli effetti speciali purtroppo non sono poi molto speciali...
Voto: 2/5
-Imprint
Giappone 2005 - horror - 40 min.
Episodio dei Masters of horror, serie di horror realizzati per la tv americana. Miike torna più violento che mai, ma il poco tempo a sua disposizione crea una storia con più di una falla. Effetti speciali molto ben realizzati. Per gli splatter-fans!
Voto: 2,5/5
-Big Bang Love, Juvenile A
(46 oku nen no koi) - Giappone 2006 - drammatico (fantastico) - 85 min.
Racconta il rapporto di due giovani carcerati omosessuali detenuti per omicidio. Film molto originale. ambienti stilizzati e scene ridotte all'osso, tutto è lasciato ai dialoghi, alle espressioni dei due protagonisti. Qualche strambo effetto computerizzato da un tocco di originalità al tutto. Film davvero unico, inscrivibile in alcun genere. Molta poesia e nessuna situazione scontata. Interessante anche visivamente.
Voto: 3/5
-Zebraman 2: Attack on Zebra City
Giappone 2010 - azione/fantastico - 107min.

Come il primo, più del primo: più nemici, più effetti speciali, più esplosioni, più divertimento! Miike può permettersi pellicole sempre più dispendiose, il seguito del suo uomo-zebra ne trae beneficio, soprattutto per trucco e scenografia. Coreografici ed orecchiabili i videoclip musicali.

Voto: 2,5/5

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