Magazine Cinema
La trama (con parole mie): Matt Franklin, ex genio dei tempi del liceo e laureato all'M.I.T. si ritrova senza una direzione esatta da dare alla propria vita e commesso di un negozio di musica in un centro commerciale. Approfittando di una festa organizzata dal fidanzato di sua sorella Wendy decide di prendersi una rivincita sul passato cercando di ottenere il numero di telefono di Tori, reginetta della scuola dei tempi e prima, vera, indimenticabile cotta non corrisposta di Matt.Ad accompagnarlo in quella che sarà una folle notte figlia degli altrettanto folli anni ottanta, oltre a sua sorella, ci sarà l'incontenibile amico di una vita Barry Nathan, venditore d'auto che non ha mai conosciuto gli "anni da college" di Matt e dei suoi vecchi compagni di scuola: inutile dire che sarà un vero e proprio tripudio di situazioni al limite dell'assurdo, risate, trionfi e un pò di malinconia.
A volte ci sono film che paiono quasi toccati da una bacchetta magica, in grado di coinvolgere e rapire lo spettatore per trasportarlo in un'altra epoca, in un tempo più o meno lontano in cui perdersi o ritrovarsi, quasi si trattasse di una sorta di incantesimo che prende forza quanto più l'epoca in questione è legata all'audience stessa.Per quanto mi riguarda, mi rendo conto di quanto, in questo senso, abbiano effetto su di me i film ambientati negli anni ottanta, o che, in qualche modo - che sia per spirito o "look" - rimandino all'atmosfera che le produzioni di allora portavano con loro, e che ormai identifico come uno dei ricordi più vividi e coinvolgenti della mia infanzia.Take me home tonight, in questo senso, parte sotto i migliori auspici: uno stereo in primo piano e Video killed the radio star, colori sparati e la netta impressione non solo di essere spettatori di una pellicola a sfondo amarcord, quanto di un film girato e realizzato proprio allora, nel pieno di quegli anni ruggenti.I protagonisti, a partire da Topher Grace - davvero in spolvero, considerato che non gli darei neppure la parte di comparsa in condizioni normali - sono azzeccati, scritti e descritti con affetto e divertenti, le situazioni e le dinamiche dei tempi perfettamente rese da regista e sceneggiatori - in fondo, da quasi quarantenni, si ritrovano abbastanza in linea con il periodo -, il background calza a pennello alla pellicola e la colonna sonora - complici molti dei grandi successi di allora - strepitosa.Dunque, cosa manca a questo film per diventare quasi da subito uno dei piccoli cult di questo 2011?Ora Cannibale, che l'ha molto apprezzato, penserà che io dica come al solito che è stata l'anima a latitare, e invece dichiaro ufficialmente che mi pare che l'anima stessa sia uno dei punti di forza di questo lavoro.Quello che manca, purtroppo per Michael Dowse, è il guizzo di talento in grado di trasformare quello che pare proprio un omaggio al decennio di Take on me e Bette Davis Eyes - stupenda la scena dell'arrivo di Tori alla festa sulle note di questa indimenticabile hit - in qualcosa di più del classico film di formazione che prende tutti i clichè del genere e li riporta fedelmente neanche fossero un compitino da bravo primo della classe.Perchè purtroppo è questa l'impressione che si ha del lavoro di Dowse con il passare dei minuti, un pò come quando l'euforia di una festa comincia a scemare con la progressiva discesa sugli invitati dei primi sintomi da sbronza triste: resta la sensazione di aver partecipato a qualcosa, ma non si sa bene a cosa.E soprattutto, la malinconia non tanto del passato, della fine delle vacanze o dell'inizio della vita adulta, quanto di un'occasione mancata, si fa strada nel cuore di chi - come il sottoscritto - aveva sperato fin dalla già citata prima inquadratura di ritrovarsi di fronte ad un'altra delle pellicole manifesto da aggiungere a quelle che, tra qualche decennio, avranno definito la nostra epoca e giovinezza, e sarà un vero piacere - nascondendo qualche lacrimuccia - mostrare a figli e nipoti.Lo stesso personaggio schizzato di Barry Nathan - che pare scritto apposta per Jack Black, nonostante Dan Fogler se la cavi più che bene -, con il passare dei minuti, si trasforma da spalla imprevedibile e divertente in una di quelle figure un pò tristi che alle suddette feste ritrovi sempre all'alba al centro della pista vuota a ballare da sole oppure fuori, sedute sul marciapiedi a piangere cercando inutilmente di fare le sciolte.Ed è un pò così anche questo film, partito per essere il beniamino dei nostri ricordi nostalgici e finito per essere quello che noi dovremmo consolare: un pò come se a una festa incontrassimo la nostra cotta dei tempi per scoprire che è diventata la triste ombra del ricordo che avevamo di lei.Poco conta che a Matt vada tutto a gonfie vele.Lui è lì nel mezzo, noi siamo già passati oltre.
MrFord
"And she'll tease you
she'll unease you
all the better just to please you
she's precocious
and she knows just what it
takes to make a pro blush
she got Greta Garbo Stand off sighs,
she's got Bette Davis eyes."
Kim Carnes - "Bette Davis eyes" -
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