Take Shelter racconta di fobie, paranoie, malattia mentale, incertezza sul futuro, catastrofi e famiglia ma più che le tematiche, che restano comunque importanti e attuali, è l'approccio che Nichols ha scelto di dare a queste che rendono il film peculiare e altamente interessante. Infatti, invece di buttarsi sul drammone strappalacrime o esistenziale, modi comunque già usati e un pelo faciloni se non adoperati alla perfezione, Nichols opta per un qualcosa di più visionario, con sprazzi di thriller se non addirittura di horror. Riesce, in più, a costruire anche una tensione latente per tutta la durata della pellicola, che porta lo spettatore a stare sempre sul chi va là aspettandosi costantemente uno scoppio improvviso di violenza. Questa, che comunque non manca, viene stemperata e sfogata attraverso le scene oniriche ma il suddetto sfogo non si compie mai appieno, creando il solo risultato di accrescere la sensazione.
Il protagonista Michael Shannon da parte sua, conferma la bravura già mostrata in Shotguns portando sulla scena un personaggio pacato ma al tempo stesso iper-sfaccettato, riuscendo nell'immane impresa di riuscire a far percepire, senza strafare visivamente, un tormento interiore di proporzioni bibliche.
Take Shelter, anche se gioca con le paure dell'uomo comune, è senza ombra di dubbio uno dei film più belli visti in questo 2012 per la sua potenza visiva, la sua narrazione, il suo essere spiazzante e incredibilmente vero.
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