Sonocinque anni che vivo a Milano e ancora non avevo messo piede a SanSiro.
Iltimore di perdermi (ero da sola perché le amiche, quelle checonoscevano tutti i testi, erano lì già da ore) era compreso nelprezzo del biglietto.Manon ero sola del tutto, c'erano altre 40.000 zitelle con me. Erafacile riconoscerci l'un l'altra dal tram e dall'autobus: siamoquelle che baciavano lo schermo 15 anni fa, solo con qualche ruga inpiù.Dopoaver chiesto ad ogni steward da quale stramaledettissima partedovessi andare per salire all'anello dei figli del porco giuda (ilterzo, per intenderci), ho cominciato la mia lenta salita verso imiei idoli. Faticoso sì, ma quando ho finalmente raggiunto suigomiti la cima davanti agli occhi avevo questo:Eho pensato 'Vacca boia dove sei, Zitella!'.Voigente di città non potete capire cosa può voler dire per unache viene dalla profonda provincia, da un paesello con 17.000laboriosi abitanti, con un solo negozio di musica, finire in unacittà come Milano, in uno stadio come San Siro e trovarsi davanti,seppur grandi quanto una puntura di zanzara su un piede, i propriidoli infantili!
Misono sentita come se avessi avuto davanti a me i Beatles: un pezzo distoria, la mia storia musicale.Velo confesso, non ho mai avuto una cassetta dei Take That.Imiei non me le facevano acquistare, ero ancora troppo piccola, ideliri adolescenziali che si vedevano in tv erano troppolontani e io dovevo già combattere settimanalmente per riuscire avedere Beverly Hills 90210 il giovedì sera e per comprare il Cioèla domenica mattina e onestamente anche di mettere via 1.000 Lirealla volta per comprarmi una cassetta non ne avevo voglia.Peròi loro toraci nudi e glabri sul Cioè me li ricordo.Miricordo che il mondo era diviso tra 'amepiacerobbie' e'amepiacemark'.Miricordo che facevano cantare solo Gary che oggettivamente sembravache la mettesse in culo a tutti con la sua voce.Miricordo che Jason sembrava quello che puzzava ed era l'unico di cuisapevo il significato del cognome.Miricordo che Howard sembrava il più sfigato con quelle treccine.Ricordoche facevano vedere al tg le migliaia di ragazzine schiacciate sulletransenne, con le guance disegnate con la doppia T, con le magliettealzate sull'ombelico, che urlavano e piangevano e tendevano le manial palco e io pensavo 'a me non succederà mai'.Comeno.Quandosono usciti ho urlato come se mi stessero ammazzando un parentedavanti agli occhi.Hotossito per due ore, ma vedere Gary Barlow, NO DICO GaryBarlow su quel megaschermo, con la sua faccia da biondino tedesco invacanza, che sembrava parlasse A ME... avevo i brividi.
Sonopartiti in bomba e hanno cantato canzoni del loro nuovo album(ignoro) mentre noi cinque galline, ancora sedute,commentavamo come se li conoscessimo da sempre:-'Avrannodato da mangiare al Jason? L'ultima volta che l'ho visto pareva chestesse per morire di stenti sul palco'-'MaMark cosa sta facendo? Son vent'anni che saltella manco fosse MauroRepetto'-'Bhèperò eh.. guarda Gary, s'è mantenuto...bene'-'Maguarda sti quattro falliti'.Markci fa cantare l'inno nazionale partendo dalla suoneria di uncellulare (non ve lo dico cosa vuol dire cantare l'Inno a San Siro,non ve lo dico della pelle d'oca e non vi dico che ho pensato 'seavessi avuto 12 anni l'Inno mica l'avrei saputo') e Jason rompe ilsilenzio chiedendoci 'Where's Robbie?'.
Eh.Liguardavamo con tenerezza, come se stessimo guardando noi stesse dapiccole, con lo stesso sguardo che si ha quando si guarda una foto diclasse e si pensa 'mio dio sono così cresciuta? Sono cosìcambiata?' - 'VENT'ANNI? Ha detto veramente twenty years? SONOCOSI' VECCHIA?'Poii quattro falliti scompaiono da una botola e a noi 40.000 gallinec'è bastato sentire solo la sua voce, ancora dietro il palco, perurlare con tutta la forza che avevamo in corpo:ROBBIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEIlDE - LI -RI - O.
Hourlato, ho strattonato la Dani, ho urlato, ho saltato tenendo fermala borsa, ho alzato le braccia come a Gardaland, ho emesso suonigutturali che cercavano di assomigliare al testo di 'Let me entertainyou' e poi ho urlato ancora.
Robbieera lì, davanti a me, mi guardava dal megaschermo.Sìve lo dico, lui cantava alla telecamera ma guardava ME.MISORRIDEVA. Conil sguardo da fattone mi diceva 'SI ZITELLA SONO QUI PER TE'.Oooh,Robbie, dolce piccolo fattone Robbie.Quelloche sembrava il Piccolo Ribelle del gruppo che poi l'ha messa in culoa tutti quanti.Cheadesso la gente ai concerti ci va perché c'è LUI, per cantare ROCKDJ, per cantare ANGEL.
Chegli altri son quattro derelitti al confronto della sua panza da bira,dei tatuaggi da camionista (anche se ha scritto LOVE sulle nocche),del suo sudore puzzolente e anche se si mette la mano nel pacco (elì, CIAO... ho strattonato -ancora- la Dani e ho urlato 'GUARDAAAAADIO BONOOO') e si sdraia sul palco e muove il bacino su e giù... noiandiamo in arresto cardiaco come se non avessimo una dignità, comese negli ultimi vent'anni non avessimo capito la distinzione tra cosaè trash e cosa non lo è.
Noi,adulte nate tra i 70 e gli 80, pensavamo di morire in quel momento.Elui lo sa, lo sa che noi godiamo tantissimo nel vederlo così.Perchénoi l'abbiamo sempre saputo, dai tempi di 'Everything Changes'che Robbie era quello su cui puntare tutti i nostri cuoricini. Perchéquel faccino carino lì, gli altri non ce l'avevano.Perchéquella faccia da stronzo lì, gli altri non ce l'avevano.Perchélui aveva i capelli a tendina prima che arrivassero tutti gli altrialla moda dei capelli a tendina.Perchépoi lui ci ha lasciate in lacrime, come tutti gli stronzi.Mapoi è tornato, ed è tornato da fattone. Ma ci cantava 'She's theone' e 'Angel' e a uno che ti canta canzoni del genere puoi perdonaretutto. Anche che è fattone.Equando ieri, per il compleanno di Jason (uno di quegli eventi che cisi scriveva sul diario) Gary ha organizzato un brindisi a Robbieper coglionarlo non gli hanno dato il vino.Matanto lui è figo uguale. Anzi,è figo da sempre, perchè lui è l'unico uomo che riesce a fartisesso anche quando fa la faccia di pirla.
Haguardato il culo ad ogni singola ballerina presente sul palco.Hamimato amplessi.Hasculettato e ha intonato 'Bootylicious' delle Destiny's Child e ci hachiesto se ci piaceva il suo culo.
[Mason domande da fare?]
Ciha fatto dire 'Fuck you, Robbie' per mostrarci il dito medio. ('Fuckme, Robbie! Fuck ME!')Poici ha guardate negli occhi, tutte quante, e ci ha detto di pensare aduna persona che non c'è più e di cantare insieme a lui 'Angel'.Noiurlavamo. Noi, sulla soglia dei 30 anni, urlavamo.Luiintonava Lou Reed e noi urlavamo.Lui perdeva il microfono e noi urlavamo.Peruna volta una di quelle ragazzine deliranti che si vedono altelegiornale sono stata io.Edall'alto del mio terzo anello gli ho lanciato le mie corde vocali,che poco importa se oggi in ufficio mi esprimo a gesti, iolo dovevo. Lo dovevo alla me bambina che crede ancora che certe cosenon le farà mai.Perchépiccola Zitella dodicenne obesa che sei dentro di me, sì tu piccolascema, hai realizzato uno dei tuoi sogni. Uno di quelli su cuinemmeno te ci puntavi più.Dopola parentesi Robbie (Let me entertain you, Rock DJ, Feel, ComeUndone, Angel) sono tornati in botta tutti e cinque, sotto lapioggia, quella finta del loro palco e quella vera di Milano e hannocantato altre canzoni che ignoro.Noisquinzie ci siamo rimesse sedute (si sa, l'età) e ci siamo mugolatea vicenda 'oh ma la sai? Io non la so'.Poi,FINALMENTE, il medley dei grandi successi.Civeniva da piangere.Noicinque galline eravamo in piedi che cantavamo ondeggiando con la manosul cuore. CON LA MANO SUL CUORE! Tutte e cinque! Come un gruppo dicoriste, come se l'età sulla carta d'identità fosse ormai solo uncazzo di numero inutile come la taglia delle scarpe, come la tagliadel reggiseno. La nostra età era un dato di fatto inutile ieri. Diquelli assimilati, metabolizzati, di cui non hai -più- vergogna. Eravamotutte uguali, molte anche più vecchie di noi. Eranocanzoni che nemmeno io sapevo di ricordare. Che nemmeno sapevodi sapere.Mihanno ricordato di frammenti di telegiornali (MTV non c'era care mie,o per lo meno dalle mie parti), ricordo che li vedevo vestiti condelle simil gonne di pvc ballare a decine di metri di altezza sudelle piattaforme mobili, ricordo che pensavo 'dio che bella questacanzone'.D'untratto quel 'twenty years' che hanno detto all'inizio ha cominciatoad essere più credibile. E'credibile che siano passati così tanti anni.Hodavvero già vissuto così tanto e fatto così poco?Veramenteho già finito le medie? Hogià fatto anche la patente? E la maturità? E mi sono laureata? HOGIA' FATTO TUTTO QUESTO?Avevodavanti a me il gruppo che aveva fatto da colonna sonora a tutte lemie fantasie di primi baci, a tutte le mie rivalse adolescenzialimentali. Avevo davanti i MIEI Beatles.Eballavano come se non fosse passato un giorno dal 1991.PersinoRobbie non mollava un colpo.C'MONC'MON C'MON TAKE THAT – AND PAAAARTY!Madi quanti anni fa era sta canzone? E il balletto? Dio quel ballettol'hanno rifatto!DO WHAT YOU LIKE Robbie:'I cannot believe you bought this!' Eper voi che avete sbagliato tutto, sì, SAPPIATELO: Mark ha cantato'Babe'. Lui,con quella vocina da frocio, ha cantato 'Babe'. Quella canzone che hafatto piangere MILIONI di adolescenti. E ANCHE VOI.Poihanno cantato 'Pray', 'Back for Good', 'Never Forget' e nell'ultimobis 'Relight my fire' che ci ha dato la mazzata finale alle cordevocali.Nonsapevo i testi, volutamente non li ho imparati. Volevo essere come a12 anni, quando l'inglese lo sai per come si legge e non per come siscrive e canti solo i ritornelli, ma quando arrivano ti sputi fuorile budella per quanto urli: 'NEEEEEEEEEEEEEEVER......(foghe ueee iucomin from) NEEEEEEEEEEEEVER (na nanahnaaaah) …....SOOOOOOOOOO(nanannanananah)....OOOOOOH OOOOH OOOOH' - 'RILAIT MA FAIAR.....IORLOV IZ MA ONLI DISAIAR....RILAIT MA FAIA...COS A NIIIIIIIIDDD IOR LOVTA-DAH'.Nonho pianto galline mie, ma c'è mancato poco.Nonpotevo crederci che erano veramente i Take That. Non potevo crederciche ero veramente io quella che urlava le canzoni che non conoscevain un inglese talmente maccheronico che mi dovrei far ritirare lalicenza media.Cinquegrossi e nerboruti tocchi della mia storia erano lì, davanti a me.Forse 200 metri davanti a me, ma erano lì.Nonerano fatti di carta. Lefacce si muovevano, non era un poster immobile, non erano uncartonato.Esistono.
ITake That esistono.Ela mia adolescenza, adesso, può dichiararsi felicemente conclusa.