Magazine Cinema
La trama (con parole mie): Bryan Mills, ex agente operativo della CIA che tempo prima aveva salvato la figlia rapita da una banda di malavitosi albanesi al centro di un traffico di donne destinate a diventare prostitute facendo piazza pulita degli stessi, diviene il bersaglio del vero boss del gruppo, che ha perso il figlio proprio per mano di Mills e giura sulle tombe dei caduti vendetta tremenda vendetta.L'occasione per i criminali si presenta quando, al termine di un lavoro, il coriaceo Bryan si prende qualche giorno di vacanza ad Istanbul sperando di riallacciare i rapporti con l'ex moglie e, nel frattempo, stare con la figlia come una vera famiglia, una cosa che in passato non è mai riuscito a fare: i venti di guerra albanesi faranno il possibile per rovinare i piani al nostro, che - con l'aiuto della figlia da tre volte silurata nella pratica della patente divenuta di colpo un'autista da drift selvaggio - sarà come sempre ben lieto di spaccare culi.E non contento snocciolerà pure un pò di morale.
E' vero, avevo detto che non avrei visto questo film neppure se torturato da Bryan Mills.
O da Jack Bauer, che è un pò la stessa cosa.
Ma non ce l'ho fatta.
Questo perchè, nel pieno di un tour de force di sei giorni lavorativi sei consecutivi e con le sveglie da allenamento del mattino ad incombere, mi sono ritrovato ad avere bisogno di un paio di serate con quei film che puoi sguaiatamente prendere per il culo e, nel caso di colpi di sonno, una volta riaperti gli occhi non sarà cambiato nulla rispetto a quando li si aveva chiusi.
Eccetto forse il numero dei morti causati dallo spaccaculi di turno.
Ma torniamo a noi: che Taken 2 fosse una schifezza colossale era praticamente una certezza già prima che circolasse il trailer, considerato il pessimo primo capitolo, da noi uscito come Io vi troverò.
Il dubbio che potesse essere anche peggio ha cominciato a farsi sentire dai titoli di testa, quando gli occupanti di casa Ford sono venuti a conoscenza del fatto che a dirigere questa pellicola "clamorosa" era stato chiamato dal produttore e sceneggiatore Luc Besson - un altro tra i più bottigliati del Saloon - nientemeno che Olivier Megaton, regista del dimenticabile Transporter 3 dal nome di rimembranze transformeresche, già in quella sede ampiamente sbeffeggiato dal sottoscritto.
Con premesse di questa fattura, la visione non poteva che rivelarsi una curiosa via di mezzo tra l'esilarante effetto di una "deliranza" di questo tipo e l'orrorifico effetto di una "deliranza" di questo tipo.
Da amante delle tamarrate action fin dagli anni ottanta, ho sempre pensato che per un buon - e non sto parlando di qualità - prodotto di questo tipo va sempre presa in considerazione una robusta dose di (auto)ironia, completamente non pervenuta dalle parti di pezzo di legno Neeson, che dai tempi di Schindler pare essersi clamorosamente bevuto il cervello, rimanendo noto in casa Ford soltanto per essere l'uomo con le mani più brutte del mondo - una sorta di corrispettivo maschile di Megan Fox e dei suoi pollici spaventosi -. Inoltre, benchè si tratti di un tipo di prodotto che non richiede una logica effettiva - un pò come l'horror -, questo non dovrebbe mai sottintendere che regista e sceneggiatori possano sentirsi liberi di prendere per il culo gli spettatori: anche nel più assurdo degli scenari non puoi insistere durante tutta la prima mezzora di film sul fatto che la simpatica figlia di Mills sia stata sturata selvaggiamente non una, non due, bensì tre volte all'esame pratico di guida - pure io, che faccio cagare come autista, l'ho passato al primo colpo - e poi in una situazione di alta tensione, inseguita da una macchina di mafiosi albanesi pronti a farle la pelle con il padre accanto che spara all'impazzata gridandole le indicazioni del navigatore, per le strade di una città dall'altra parte del mondo in cui è arrivata solo il giorno prima sfoderi una guida evasiva da stuntwoman tanto da farmi dubitare di essere finito dentro a Ronin, o Fast&furious.
Come se non bastasse, a questa e ad altre assurdità - il trionfale ingresso all'ambasciata americana rasenta i livelli di Resident evil: retribution, che è tutto dire -, ad una parte tecnica certo non di alto livello - montaggio e regia pessimi -, il buon robottone Megaton ed il suo guru Besson piazzano anche il colpo della morale disseminando nel corso dei - fortunatamente - novanta minuti scarsi le mollichine di pare che saranno raccolte nel confronto tra Mills ed il capo degli albanesi nel finale, in una delle sequenze più ridicole del passato recente che proietta Taken 2 dritto dritto nella top ten del peggio di questo 2012, che a questo punto promette scintille rispetto alla battaglia per i primi tre posti - considerato che Breaking dawn parte 2 deve ancora uscire in sala -.
Assistere al botta e risposta con il capo della banda che piange la morte di quel bravo ragazzo di suo figlio Marko e l'ex agente CIA che ribatte "è vero, l'ho ucciso e torturato, ma se lo meritava perchè aveva rapito mia figlia e voleva rivenderla come prostituta" prima di cercare con il suo nemico un accordo - "Quanti altri figli hai?" "Due" "Non vorrei che tornassero a cercarmi dopo che ti avrò ucciso", che fa scendere una goccia di sudore freddo rispetto ad un eventuale terzo capitolo - che prevede di lasciarlo andare a patto di essere lasciato finalmente in pace sfiora davvero il ridicolo, senza contare l'epilogo scontato ed i continui pistolotti del rigidissimo Neeson, che per uno che ammazza per mestiere ed unisce una mania del controllo da serial killer ad una tendenza alla repressione che fa sembrare il già citato Jack Bauer praticamente il re degli hippy o Cristo Compagnone suona davvero oltre misura.
Un film ridicolmente agghiacciante, o terribilmente esilarante, a seconda di come lo si voglia guardare.
Di certo, un avversario davvero tosto per ogni altro titolo che vorrà ambire al Ford Award per il peggior film del 2012.
Quasi più tosto del suo protagonista.
MrFord
"I tried to be someone else
but nothing seemed to change
I know now, this is who I really am inside
finally found myself
fighting for a chance
I know now, this is who I really am."
30 seconds to Mars - "The kill" -
Possono interessarti anche questi articoli :
-
La regola del gioco (2014)
Come pubblicizzano durante i trailer, quest'estate cinematografica dovrebbe essere particolarmente ricca e tra gli altri film che vengono citati nel corso di... Leggere il seguito
Da Babol81
CINEMA, CULTURA -
We are still here (2015)
Tra ghost story e ultragore, con lo zampino di zio Fessenden Il mash up è spesso stata una soluzione essenzialmente only for fun, e la coda chilometrica di... Leggere il seguito
Da Silente
CINEMA, CULTURA -
Patrick Branwell, the 'lost' Brontë.
"Non piango perchè colta dal lutto ... ma per il relitto del talento, la rovina della promessa, l'estinzione triste e prematura di quella che avrebbe potuto... Leggere il seguito
Da Daniela
CULTURA, STORIA E FILOSOFIA -
Il dittatore
Questa volta troviamo Sacha Baron Cohen nei panni di un dittatore viziato che prende in giro la Democrazia Americana. Titolo: Il dittatore Regia: Larry Charles... Leggere il seguito
Da Sbruuls
CINEMA, CULTURA -
Sikkim: Vagabondare a Gangtok
Turisti al Tashi view point Tibetology institute Anche se in fondo avresti voglia soltanto di girolare per la città senza uno scopo preciso, di passare davanti... Leggere il seguito
Da Enricobo2
CULTURA, VIAGGI -
Strange fruit
Southern trees bear strange fruit… “Strange Fruit” è una canzone cantata da Billie Holiday, nel 1939. Scritta da Abel Meeropol come poesia e pubblicata nel... Leggere il seguito
Da Apregesta7
CULTURA