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Taken 3

Creato il 10 luglio 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

50652Nessuno tocchi sua figlia!

Terzo episodio della saga Taken, Taken 3 – L’ora della verità è l’ennesimo prodotto fracassone e action, confezionato ad hoc dal produttore (e regista di successi internazionali) Luc Besson. Braccato in casa (stavolta l’azione rimane saldamente ancorata a Los Angeles), Bryan Mills pare che non riesca a godersi la meritata pensione. Perché i super-cattivi di turno minacciano nuovamente la vita della sua adorata “bambina”.

Bryan Mills (ex agente della CIA) si gode il meritato riposo a Los Angeles. La figlia Kim, che aspetta un bambino, vive serenamente, mentre l’ex moglie Lenore è in crisi con il nuovo compagno e cerca di sedurre nuovamente Bryan. Una mattina Lenore viene trovata morta e viene immediatamente incolpato Bryan.

Bryan Mills non trova pace e sembra che Luc Besson voglia subissarlo di sparatorie, deragliamenti e scontri fisici ancora a lungo. Infatti una volta trovata la giusta chiave di volta, pare che Luc Besson non riesca staccarsi da un personaggio fino a che da quest’ultimo non avrà cavato tutto il sangue e soldi a sufficienza. Costantemente vessato da mafie di paesi diversificati, questa volta Mills viene messo nel sacco e accusato di uxoricidio; cercherà di vendicarsi e trovare il vero colpevole da soffocare nel sangue.

Forte dell’efficace formula vendetta – violenza – happy ending, Taken 3 – L’ora della verità dimostra di avere peculiarità diverse dai precedenti episodi. Infatti perlomeno pare che l’azione sia meno frenetica e confusionaria e la scelta di non girovagare per il mondo, ma rimanere negli Stati Uniti, permette di seguire la storia in modo più coinvolgente, piuttosto che fermarsi e rimanere incantati dalle bellezze europee. Tuttavia si è di fronte a un prodotto che non ha la minima intenzione di differenziarsi dalla massa, ma che dimostra di avere come unico interesse quello di sciorinare in quantità industriale violenza e cazzotti.

Taken 3 – L’ora della verità, pur riuscendo a essere migliore del precedente episodio (mal diretto e frutto di un’eccessiva confusione), cade nella trappola del genere: non riuscendo a delineare caratterialmente in modo innovativo (e profondo) il protagonista, ne sottolinea la sua innata e sterile bidimensionalità, ovvero quella di un amorevole padre di famiglia a cui la CIA ha insegnato che “l’unico cattivo buono è un cattivo morto”. Rimandato, perché oramai è diventato esasperante.

Uscita al cinema: 11 febbraio 2015

Voto: **


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