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Takeshi Kitano: il poeta con il cuore da killer

Creato il 27 gennaio 2012 da Tizianogb

Takeshi Kitano: il poeta con il cuore da killerTakeshi Kitano, il clown-samurai dalla katana 9mm 
Takeshi Kitano, senza alcuna ombra di dubbio, è da considerarsi uno dei registi cinematografici più carismatici e talentuosi di tutto il novecento e del millennio appena iniziato. Anche se la sua produzione più famosa a livello mondiale, ancora oggi, rimane quell'indiscutibile gioiellino di comicità demenziale che prende il nome di "Takeshi's Castle" (da noi approdato in televisione verso la fine degli anni ottanta nella versione della gialappa's "Mai dire Banzai"), in realtà Takeshi Kitano è un'artista dalle infinite sfaccettature: comico televisivo, attore, mimo, scrittore, ballerino di tip tap, pittore e, per l'appunto, regista cinematografico.
L'estasi comica della violenza.
Ciò che mi lascia davvero a bocca aperta ogni volta che guardo o - come accade spesso - mi riguardo uno dei tanti capolavori di Kitano, è la contrapposizione/fusione fra tre concetti apparentemente inconciliabili, e cioè quello di violenza, poesia e comicità, che invece nei suoi lavori vengono sublimati fino a diventare un tutt'uno dal fascino indiscutibilmente geniale. Superare le barriere convenzionali tra generi, epoche e morali è d'altronde una di quelle rivoluzioni dell'arte che solo i grandi geni si possono permettere... e Takeshi Kitano, un genio, lo è sicuramente. Basta vedersi uno dei suoi tanti capolavori, per rendersene conto.
Da "Sonatine" a "L'estate di Kikujiro", fino ad arrivare ai più recenti "Takeshi's" (il suo personalissimo "Otto e mezzo", tanto per rimanere in tema di geni) ed "Outrage", Takeshi Kitano è la dimostrazione vivente di quanto l'arte, la poesia e la bellezza siano vive e pulsanti nella loro infinita evoluzione, oggi più che mai.


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