Talento e ispirazione

Creato il 08 luglio 2014 da Primula @primula_57

I riconoscimenti che tra blogger ci regaliamo in segno di stima e apprezzamento per il reciproco lavoro sono sempre molto graditi. Sarebbe davvero ipocrita affermare il contrario.
Blogghiamo e scriviamo per essere letti, per condividere emozioni, opinioni, avvenimenti, letture, scelte musicali e artistiche in genere. Mi permetto di affermare che non credo nella “scrittura per sé”; in quel caso un diario privato sarebbe più coerente.
Al riguardo, ho già espresso il mio punto di vista in modo più completo e argomentato .

Quindi, e non per formalità, ringrazio Sun per il Premio Talento Innato e Jeiem Erwin per The Very Inspiring Blogger Award.

Proseguendo nel percorso intrapreso ormai da tempo in occasione di altri riconoscimenti (L’ ebbrezza della Book Nomination, Versi per un’amichevole curiosità, A proposito di libri …, Il piacere del libro), anche in questa circostanza ne approfitto per un’impostazione “alternativa”.
Le domande e richieste previste dai due Awards sono un’opportunità davvero ghiotta per riflettere su Talento e Ispirazione, due pareti portanti dell’edificio-scrittura.

È una calda domenica pomeriggio di luglio.
Seduta in penombra a un tavolino della terrasse d’un café, una donna, sola, sorseggia una bibita fresca e riflette osservando la piazza semideserta. Molti sono già in vacanza, altri in procinto di partire … e lei inspira profondamente. Per lei non esiste vacanza, almeno, non dovrebbe.

Una voce maschile la distrae dalla sua meditazione. “ Ma ciao! Non pensavo di trovarti qui!”

“Ma … ma … guarda chi si rivede! … Taleeento!! Come va? Non ci siamo più sentiti dall’ultima volta che abbiamo lavorato insieme.”

“Eh, già carissima Ispirazione … sigh … Le occasioni non sono molte ultimamente. :-(

“Sempre ottimista, tu eh? Possibile? Ma hai guardato in giro?!? Mai una volta soddisfatto, mai, da quando ti conosco.”

“Da che pulpito! Sbaglio o eri qui da sola? Speravi che qualcuno ti mettesse in valigia, eh!? ;-) Anzi, ti dispiace se ti faccio compagnia e chiacchieriamo un po’?”

“Figurati Talento! …. Beviamo qualcosa e rinfreschiamoci anche le idee!”

“Cosa intendi dire? Che sono confuso?”

“No, be’, … un tantino perso. Almeno ho quest’impressione, come se ti sentissi in un certo senso abbandonato. E hai anche quell’aria leggermente snob che forse forse non ti dona.”

“Certo che sei intuitiva tu, come la maggior parte delle donne del resto. Devo ammetterlo, hai ragione … ma io non voglio essere snob, non m’interessa. Io voglio poter trovare qualcuno in gamba e sostenerlo. E quello che sento dentro di me è una specie d’incapacità a gestire l’abbandono …”

“Scusa, ma proprio non ti capisco. Se cerchi qualcuno in gamba, con delle capacità, tu sei già con lui. Perché allora questa depressione?”

“Non sono depresso, solo un po’ triste. Ora ti parlo con il senso innato in mano che pulsa con tachicardia da ansia. Io lo so bene, so di essere in tantissime persone, ma a volte mi trovo magari a far nulla. Ogni tanto scalcio e mi faccio sentire ma spesso nessuno mi ascolta. Rimango in silenzio, osservo dall’interno cuore e cervello umani … a un certo punto non mi trattengo più … prima sussurro poi urlo –Lavora! Lavora! In questo modo io, Talento, il Tuo Talento, diventerò la tua forza e tu sarai un vero artista!
Io, Talento, da solo, non sono nulla. Mi-serve-lavoro-e-mestiere-perché-mi-possa-esprimere-ho-bisogno-di-essere-valorizzato-in-una-persona-che-dimostri-con-i-fatti-che-abbia-voglia-di-crescere…

“Santo cielo!! Prendi fiato!! Bevi qualcosa sennò ti secchi! La questione ti appassiona!!”

“ Glu.. glu .. Ohhh, meglio … Dicevi? Certo che mi appassiona! La faccenda mi riguarda, eccome! Ne va della mia sopravvivenza.
Ricordi quando ci siamo incontrati nel Gioco dell’Angelo? ¹ Bei tempi quelli! E il dialogo tra David e Isabella :-) … ero lì con loro <3"><3"><3"><3"><3"><3

(Si alza e legge con voce emozionata guardando verso il pubblico)

Quando ritornò con il caffè fumante, avevo già finito l’ultima cartella. Isabella si sedette di fronte a me. Le sorrisi e degustai con calma lo squisito caffè. La ragazza si torceva le mani e stringeva i denti, lanciando sguardi furtivi ai fogli del suo racconto che avevo lasciato a faccia in giù sul tavolo. Resistette un paio di minuti senza aprire bocca.
“Allora?” disse alla fine.
“Superbo.”
Le si illuminò il viso.
“Il mio racconto?”
“Il caffè.”
Mi guardò, ferita, e si alzò per raccogliere i fogli.
“Lasciali dove sono” ordinai.
“Perché? È chiaro che non le è piaciuto e che mi giudica una povera idiota.”
“Non ho detto questo.”
“Non ha detto niente, che è peggio.”
“Isabella, se davvero vuoi scrivere, o almeno scrivere perché altri ti leggano, devi abituarti al fatto che a volte ti ignorino, ti insultino, ti disprezzino e che quasi sempre ti dimostrino indifferenza. È uno dei vantaggi del mestiere.”
Isabella abbassò lo sguardo e respirò a fondo.
“Io non so se ho talento. So solo che mi piace scrivere. O meglio, che ho bisogno di scrivere.”
“Bugiarda.”
Alzò gli occhi e mi guardò con durezza.
“Benissimo. Ho talento. E non me ne importa un’acca se lei crede che non ne abbia.”
Sorrisi.
“Questo già mi piace di più. Non potrei essere più d’accordo.”
Mi guardò confusa.
“Sul fatto che ho talento o sul fatto che lei crede che non lo abbia?”
“A te cosa sembra?”
“Allora, crede che abbia qualche possibilità?”
“Credo che tu abbia talento ed entusiasmo, Isabella. Più di quanto credi e meno di quello che ti aspetti. Ma ci sono tante persone che hanno talento ed entusiasmo, e molte di loro non arrivano mai a nulla. Questo è solo l’inizio per combinare qualcosa nella vita. Il talento naturale è come la forza di un atleta. Si può nascere con maggiori o minori capacità, però nessuno diventa un atleta perché è nato alto o forte o veloce. A fare l’atleta, o l’artista, è il lavoro, il mestiere e la tecnica. L’intelligenza con cui nasci è solo una dotazione di munizioni. Per riuscire a farci qualcosa è necessario trasformare la tua mente in un’arma di precisione.

“Be’, che dire … ti capisco perfettamente. Anch’io ero lì con te. Ricordi quando sono comparsa? Sempre tra David e Isabella…

(Ispirazione si avvicina a Talento, prende il suo viso tra le mani e inizia a ripetere lentamente.)

“Ti tengo perché mi hai detto che volevi imparare a scrivere e io sono l’unico idiota che conosci in grado di aiutarti a farlo.”
“Non c’è bisogno che si arrabbi, È che mi manca l’ispirazione.”
“L’ispirazione viene quando si mettono i gomiti sul tavolo, il culo sulla sedia e si comincia a sudare. Scegli un tema, un’idea e spremiti le meningi fin quando ti fanno male. Questa si chiama ispirazione.”
[ … ]
“E lei ce l’ha già un tema con tutti quei libracci che sta consultando?”
[ … ]
“Sono ancora nella fase della documentazione.”
“Documentazione? E come funziona?”
“Fondamentalmente, si leggono migliaia di pagine per imparare il necessario e arrivare all’essenziale di un tema, alla sua verità emotiva, e poi si impara tutto per iniziare da zero.”
Isabella sospirò.
“Cos’è la verità emotiva?”
“È la sincerità all’interno della finzione.”
“Allora bisogna essere onesti e brave persone per scrivere narrativa?”
“No. Bisogna avere mestiere. La verità emotiva non è una qualità morale, è una tecnica.”
“Parla come uno scienziato” protestò Isabella.
“La letteratura, almeno quella buona, è una scienza con sangue artistico. Come l’architettura o la musica.”
“Io pensavo che fosse qualcosa che sgorgava dall’artista, così, all’improvviso.”
“A sgorgare così all’improvviso sono solo i peli e le verruche.”

“Bel ritratto. :-) Sai, Ispirazione,  lì ho davvero scoperto qualcosa di te che non conoscevo. Ti ho sempre immaginata un po’ sbarazzina e svolazzante come una farfalla che all’improvviso si posa afferrata dalla mano di un amore finito, dell’angoscia di un istante, di un fremito di passione … Invece anche tu hai bisogno d’altro.”

“Vedi , Talento, io mi nutro di curiosità …”

“Roba fichissima! Ma … la tua voce …” la guarda ammirato “ sembra un soffio …”

“Ma io sono un soffio, uno spirito, e sono ovunque anche in ciò che può sembrare banale. Ma scava … scava … , non c’è nulla di banale nella vita.”

“Quanto sei dolce! Fresca come una rosa appena sbocciata! Non credi sia giunto il momento …”

“ … ???”

“Ehm … di stare insieme. Io con te mi sento bene e ti vado a genio, lo intuisco, sai? ;-) Sono o non sono Talento? Un po’ ci assomigliamo, in fondo.”

“Solo un po’?!?!? Ma siamo una gran bella coppia, una vera forza! E sai che facciamo ora? Leviamo le tende da qui, ho bisogno di muovermi, tu no? Andiamo a cercare qualcuno che ancora forse non ci conosce bene.”

“Ok, ok, diamo un’occhiata in giro. Ma non nei soliti posti, quelli fighettini dove io vengo sbandierato a destra e a manca. ‘Na fatica! Per cosa poi? Un romanzetto da quattro soldi quotato il triplo … Beata te che certi ambienti non li frequenti. Che ne dici di quei quartierini lontani dal rumore, anche di periferia ma di classe … “

“Intendi tipo BlogPo? Ma è perfetto, io lì conosco un sacco di gente … Ok, dammi la mano, ti guido io.”

Si allontanano abbracciati e felici attraversando la piazza deserta. È notte ormai, ma qualcuno ancora non dorme: li sta aspettando.

Come da tradizione, a sipario chiuso i due attori riappaiono sul palcoscenico.
Talento e Ispirazione s’inchinano al pubblico.
Li raggiunge la regista cha applaude a tutti i presenti e lancia uno sguardo riconoscente a Sun e Jeiem sedute in prima fila.
Senza la loro sponsorizzazione la pièce non sarebbe mai andata in scena.

¹ Carlos Ruis Zagón, Il Gioco dell’Angelo, 2008


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