Ci sono i fiori veri, ci sono i fiori finti, che diciamocelo non possono competere con la bellezza e il profumo di quelli reali, e poi ci sono i Fioriuso. Questi ultimi coniugano la bellezza del fiore con il riciclo, rivoluzionando il concetto di “fiore finto”. Ironici, giocosi e coloratissimi sono stati ideati da Daniele Brivio, grafico milanese, nel 2009. Oggi Daniele ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande per farci conoscere meglio il suo progetto.
1. Ciao Daniele, Fioriuso è un progetto estremamente creativo, di fiori finti ce ne sono molti ma sono sempre piuttosto bruttarelli se paragonati agli originali. I tuoi invece non sono una brutta copia, ma tutta un’altra cosa, potremmo dire che hai rivoluzionato il concetto di “fiore finto” trasformandolo in qualcosa di originale e diverso. Com’è nato Fioriuso? Qual’è la molla che ti è scattata per iniziare a creare?
I miei fiori sono nati quasi per caso. C’era una volta una ragazza. Ogni giorno le portavo un fiore. Raccoglievo quelli che trovavo in giardino. Finiti quelli ho iniziato a raccogliere quelli che trovavo ai bordi della strada, nei campi, nelle aiuole delle rotonde in mezzo agli incroci o li rubacchiavo dai giardini dei vicini… Poi un giorno sono finiti anche quei fiori. Non ne trovavo più di nuovi da portare a quella ragazza. Cosa fare? Mi sono detto che forse potevo costruirli e così sono nati i Fioriuso.
2. Da dove trai l’ispirazione?
Di solito non mi “costringo” a creare. Magari passeggio per le corsie di un supermercato, di un centro di bricolage, oppure guardo oltre le vetrine in strada e vedo un oggetto che mi colpisce. è come se fosse lui a chiamarmi… E subito dopo penso “ma se prendessi quell’oggetto e lo colorassi di rosso e poi gli avvitassi quest’altro oggetto e… e…” Da cosa nasce cosa, diceva Munari. Quello che faccio penso sia semplicemente osservare.
3. Noi di Artisign Explosion amiamo tutto ciò che è fatto a mano, ma soprattutto amiamo l’ambiente. I tuoi fiori sono creati con materiali di recupero, che valore dai all’ecosostenibilità?
Penso che l’ecosostenibilità sia un valore aggiunto che i miei oggetti acquisiscono. E spero sempre che loro riescano a trasmettere un po’ più amore verso l’ambiente a chi li acquista, a chi li riceve, a chi semplicemente li nota. Magari la prossima volta che starai per buttare qualcosa penserai a un Fioriuso e ti dirai “ma sì, potrei riutilizzarlo per costruire…”
4. Tu sei un grafico con grande abilità manuale, potrebbero sembrare due termini in contraddizione, ma hanno una caratteristica in comune: la creatività. Che cos’è per te e che valore dai alla creatività?
Per me la creatività sta soprattutto nell’atto di osservare. Osservare tutto con uno sguardo semplice e capace di stupirsi continuamente. Lo sguardo che hanno i bambini. E vedere le cose non per quello che sono ma per quello che potrebbero essere, senza porre limiti alla fantasia.
5. Realizzare prodotti manualmente significa creare dei pezzi unici e allontanarsi dalla produzione seriale. Fino a poco tempo fa eravamo tutti dei manichini con le stesse magliette e le stesse scarpe, ora qualcosa pian piano sta cambiando… Quanto conta secondo te in questo momento differenziarsi?
Differenziarsi permette a ognuno di esprimere le proprie passioni, i propri interessi, chi è in un modo immediato e veloce come esige la società e il mondo contemporaneo.
6. Dov’è possibile acquistare i prodotti Fioriuso?
I Fioriuso sono in vendita in alcune librerie e bookshop museali e sul sito www.buru-buru.com
7. Ultima domanda: hai solo tre aggettivi, quali descrivono al meglio la collezione Fioriuso?
Questa è una domanda “trabocchetto”! Nel senso che so già che quando avrò messo il punto alla fine di questa risposta e avrò schiacciato INVIA per inviare via mail questo foglio word, avrò dei rimpianti. Tre aggettivi. Uno: SEMPLICI. Per il due e il tre prendo in prestito due aggettivi da alcune persone che vedendoli hanno detto POETICI e GENIALI.