Qualche anno fa ero una studentessa dell’Istituto d’Arte, che oggi ha preso il nome di Liceo Artistico. Mia sorella, che attualmente frequenta questa scuola, mi ha dato la possibilità di conoscere un giovanissimo talento. Ha solo diciannove anni, ma la sua bravura è innata. Guardando le sue opere molti di voi non crederanno che questo ragazzo si trovi ancora tra i banchi di scuola. Lui è Antonio Lauriola e i suoi disegni mi hanno talmente colpita che ho deciso di intervistarlo. Le sue parole sono cariche di passione e di speranza… godetevi l’intervista!
01 – Ciao Antonio, sei giovanissimo, cosa fai nella vita?
“Ciao! Attualmente studio, sono all’ultimo anno dell’Istituto d’Arte, dopo aver fatto i primi tre anni di studi superiori ad un tecnico industriale. Per il resto disegno e suono la chitarra, queste sono le mie passioni di vita”.
02 – Il tuo talento è innato, oppure l’hai coltivato nel tempo?
“Come ogni cosa, secondo me, va coltivata e seguita con i dovuti metodi ed impegno, non è del tutto innata. Innata forse è la passione che metto dentro quello che faccio, le ore passate di seguito a disegnare senza mai stancarmi. Per il discorso ‘tecnica’ invece è stata coltivata ed esercitata. Per questo mi sento in dovere di ringraziare il mio caro amico Sammy Petracco dell’Impressionist Art Tattoo di Udine che mi ha insegnato davvero molto sul disegno e mi ha dato una mano sostanziale a coltivare e migliorare questa mia passione”.
03 – Cosa vuoi fare da grande?
“I miei sogni nel cassetto sono: fare il tatuatore, girare, imparare e conoscere persone. Come secondo sogno mi piacerebbe fare il musicista. Io continuo coltivare queste passioni, non so se questi sogni si realizzeranno mai, ma io continuo a provare cercando di migliorare sempre di più. Ho ancora tanto da imparare”.
04 – Da cosa trai l’ispirazione?
“Dipende. Quando mi vengono commissionati i lavori devo seguire la linea generale del committente, ma mi piace lo stesso metterci del mio, consigliare e cercare di fare lavori sempre più miei, ovviamente soddisfacendo la richiesta del cliente. La ricerca di un proprio stile è un processo lunghissimo, però ci sto lavorando. Per il resto, la maggior parte dell’ispirazione la traggo dai grandi, come Caravaggio, il mio pittore preferito, Salvador Dalì e tanti altri artisti del loro calibro. Come già detto prima ho ancora tanto da imparare, e secondo me non c’è modo migliore di imparare se non guardando i grandi”.
05 – Che materiali utilizzi?
“Uso relativamente pochi materiali. Fogli Fabriano F4 lisci, matite 3H, 1B e 2B, penne a china e matite colorate. Odio le gomme, cerco di usarle il meno possibile, nella maggior parte dei disegni non la uso neanche, se non per gli schizzi. Rovinano solo il foglio e il disegno”.
06 – Cosa provi quando inizi a creare un’illustrazione?
“Provo calma e serenità. Mi chiudo in me stesso e in quel momento ci siamo solo io e il mio lavoro. Ed è sempre un piacere vedere il foglio bianco che pian piano si riempie fino a vedere il lavoro finito”.
07 – Puoi scegliere un solo artista: chi consiglieresti e perché?
“Dmitriy Samohin. I suoi lavori più li guardo e più mi lasciano senza fiato. Spettacolare e basta!”
08 – Cosa significa per te “arte”?
“A me non piace parlare di “arte”; secondo me è un concetto così astratto che non saprei neanche come definirlo. Preferisco più che altro parlare di tecnica e sentimento di un opera, non tanto se essa si può definire arte o no. Arte può essere tutto e niente”.
09 – Ultima domanda: hai solo tre aggettivi, quali ti descrivono al meglio?
“Curiosone, socievole e particolare”.