La Tamoil, da quel che si viene a sapere, non prova grande entusiasmo all’idea di bonificare l’area inquinata a cremona, malgrado le promesse, gli accordi e tutte le buone intenzioni annunciate dal comune che nemmeno si è schierato parte civile per la gioia del senatore Luciano Pizzetti.
Lo Stato non ha affatto imposto alla compagnia petrolifera di restare, e tanto meno la proprietà ha scelto cremona per il proprio avvenire. Al contrario Tamoil – secondo alcune indiscrezioni - avrebbe scelto ben volentieri di andarsene: non ci sarebbe quindi alcuna casualità nella chiusura della raffineria, che si trovava al centro della val padana, fra Torino e Venezia, a 100 km da Bologna. Una decisione che avrebbe tenuto conto di fattori ben più grandi dell’economia cremonese, considerato anche il calo dei consumi e la recessione economica. Troppe compagnie petrolifere dunque? Troppo gpl disponibile? Abibes, grande deposito situato a cremona, in che condizioni si trova? Il cartello delle “sette sorelle” che affliggevano Enrico Mattei non sembrerebbe mutato per niente. Il prezzo del petrolio resta un dramma, specialmente per gli italiani che pagano quasi il doppio a causa di accise che nel corso degli anni aumentano e non diminuiscono mai. Vi ha fatto ricorso persino il governo Monti, che si presentava in tutt’altro modo. E i petrolieri non hanno la minima voglia di sacrificarsi per noi.
A cremona la sensibilità per l’argomento è sempre alta. La consigliera comunale Alessia Manfredini (Pd) ha già iniziato a chiedere un bilancio, dopo anni di fumosi discorsi, promesse e pii desideri.
E intanto, com’è apparso su Panorama (link), il self service a cremona sparisce dai distributori. I costi sono eccessivi, affermano i benzinai, alcuni dei quali hanno già chiuso. chi resta aperto lamenta difficoltà rilevanti e sostiene di non potersi neanche più permettere di concedere gli sconti tramite il self service nelle ore di chiusura, oltre all’impossibilità di concedere credito ai consumatori. I quali limitano i viaggi più che possono.