Vorrei incontrare l’amministratore delegato della tangenziale di Napoli per spiegargli come la Matematica, al contrario di quanto pensi lui, risponda a quesiti di ordine pratico.
Dopo l’apprezzata lezione, mi aspetterei dal famoso studente un cambio di rotta su alcuni semplici concetti che ruotano intorno alla sua creatura mostruosa.
Partiamo dal nome: «tangenziale di Napoli».
Caro il mio altolocato dirigente, tangenziale è riferito alla tangente cioè riferito a un ente geometrico che abbia con un altro ente un solo punto in comune: retta tangente a una circonferenza Il significato più vicino al nostro contesto, indica la strada che corre attorno a un grande centro urbano e fa spesso da raccordo tra diverse autostrade (dal dizionario del corriere)
Forse nel lontano 1972 – anno di apertura al traffico – la superstrada toccava i confini cittadini senza mai attraversarla, oggi l’interseca praticamente lungo tutto il tragitto. Ogni uscita è un ingresso al centro città, tutti i quartieri sono “bucati” dalla nostra benemerita via di comunicazione.
Di «tangente», dopo l’abnorme sviluppo metropolitano, non vi è rimasto più nulla: la città oggi ingloba quella che fu una linea “esterna” ai confini urbani.
L’altra anomalia di cui vorrei discutere con Lei, mio caro presidente, la conosce bene: noi, automobilisti napoletani, non ci capacitiamo perchè siamo gli unici in Italia (Europa?) a dover pagare il pedaggio ogni volta che percorriamo la tangenziale.
La storia di questa imposta temporanea è ben descritta nel post Tangenziale di Napoli: Il pedaggio più discusso d’Italia: essa risale al 1972 e fu pensata per recuperare gli ingenti investimenti dell’epoca. La Carta dei Servizi presente sul sito ufficiale della tangenziale riporta il seguente schema riassuntivo per descrivere la variazione del pedaggio negli anni: dal 2003 al 2006, 065€, poi un aumento di cinque centesimi l’anno per giungere agli attuali 0,90€
Senza andare sul complicato, un mese in media è composto da venti giorni lavorativi e quotidianamente, solo per recarmi in ufficio, percorro la nostra amata strada due volte (andata/ritorno) per un totale di 1,80€. A fine mese, dunque, avrò speso 1.80€x22=39.6€
Caro amministratore delegato, penso (e spero) che dopo quarant’anni la società che gestisce questa importante arteria abbia recuperato gli investimenti. In caso contrario, credo debba licenziare immediatamente tutti i dirigenti del consiglio di amministrazione e poi, subito dopo, si deve dimettere anche Lei.
Un’ultima osservazione: sa perché ho pubblicato questo post?
Sicuramente Lei non lo leggerà mai e comunque vada questo breve articolo non cambierà lo stato dei fatti. Scrivere, però, serve a ricordare un concetto fondamentale: noi non ci assuefiamo ai «mostri» che ci circondano. Il pedaggio della tangenziale di Napoli è un’ingiustizia alla quale non bisogna abituarsi, una prepotenza da denunciare.
Come ogni altro «mostro» partorito dalla nostra terra malata, subiamo ma non l’accettiamo.
Mai.
MMo