Tango Libre, il ritorno alla regia di Frédéric Fonteyne

Creato il 26 gennaio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

26 gennaio 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •

Il consiglio di Antonio Valerio Spera

Summary:

Presentato nella sezione Orizzonti della 69° Mostra di Venezia, dove si aggiudicò meritatamente il premio Speciale della Giuria, Tango Libre arriva finalmente nelle nostre sale. C’è voluto del tempo perché venisse distribuito, quasi un anno e mezzo, ma grazie alla politica orientata verso la qualità della Bolero Film, che negli ultimi anni ci ha regalato pellicole come Killer Joe, Cella 211 e Re della terra selvaggia, il quarto lungometraggio del belga Frédéric Fonteyne potrà essere apprezzato anche dal pubblico italiano.

Tragicommedia sull’amore e sulla famiglia, Tango Libre vede al centro della storia JC, una guardia carceraria che s’innamora di Alice, nuova arrivata al corso di tango a cui lui partecipa. Il suo sentimento strozzato comincia però a manifestarsi quando JC incontra la ragazza nella stanza delle visite del carcere, venuta prima a trovare suo marito Fernand e poi il suo amante Dominic, condannati per lo stesso crimine. Da lì in poi inizia un gioco di sguardi e un incrocio di emozioni che coinvolgono la libertà sentimentale di Alice, divisa tra due uomini, il suo figlio preadolescente e timidezza di JC.

Una scena tratta da Tango Libre

Dopo gli ottimi Una relazione privata, che valse la Coppa Volpi alla protagonista Nathalie Baye nel 1999, e La donna di Gilles, Fonteyne ha deciso di tornare dietro la macchina da presa. La sua assenza dagli schermi è durata ben otto anni: “Dopo l’uscita di La donna di Gilles – spiega il regista – mi sono preso del tempo per me, durante il quale mi sono posto ogni tipo di domanda…sulla vita, sul mondo attorno a me, sui miei amici e sul fatto se continuare o meno a fare film. Mi ci è voluto parecchio tempo per digerire tutte queste cose”.

Un lungo periodo di riflessione, dunque, che però ha ben fruttato, considerando il risultato. Tango Libre è infatti una commedia agrodolce delicata, che scorre con disinvoltura, capace tanto di divertire quanto di toccare le corde emotive : “Volevo far ritorno a dei film incentrati sui personaggi, e avere l’opportunità di andare a fondo nella loro analisi”. Le psicologie e le anime dei quattro protagonisti, tra un tango e una visita in carcere, emergono così con forza e nonostante i risvolti quasi paradossali della loro storia d’amore “corale” non si può non osservarli con un atteggiamento empatico. Ciò lo si deve anche ad una recitazione che, a dispetto dell’atmosfera della storia, non appare mai sopra le righe e si attesta su un livello di assoluta verità. Francois Damiens è uno stralunato JC, Anne Paulicevich una tosta Alice, Jan Hammenecker e Sergi Lopez interpretano invece con ironia e insieme intensità Dominic e Fernand. Ed è proprio pensando a questi due attori, già diretti da Fonteyne rispettivamente in Max et Bobo e Una relazione privata, che l’autore ha creato la storia: “Era da tanto che volevo riunire assieme Jan e Sergi in un film – il ragazzo fiammingo, dalla carnagione talmente pallida da essere quasi fluorescente, e il catalano capellone. Questa storia è stata scritta e immaginata tenendo loro a mente”. Non è un caso, quindi, che alcuni dei loro duetti rappresentino i momenti più riusciti della pellicola.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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