Ho pensato a lungo se fosse il caso di fare un post sulla tragedia dell'Olocausto e dei campi di sterminio in generale. Trovo che sia facile cadere nella retorica quando si trattano taluni argomenti che definire delicati è un eufemismo. So che sono state spese tante parole (anche se mai abbastanza) sull'argomento, da fonti più o meno autorevoli. Sento la necessità di leggere qualcosa a proposito dei gulag, perchè di quelli non se ne parla mai.Vittime di serie b? Secondo me no. Vorrei che il 27 gennaio fosse la giornata della memoria di tutte le vittime di tutti i campi di sterminio.
L’ingresso in lager era un urto per la sorpresa che portava con sé. Il mondo in cui ci si sentiva precipitati era sì terribile, ma anche indecifrabile: non era conforme ad alcun modello, il nemico era intorno ma anche dentro, il noi perdeva i suoi confini, i contendenti non erano due, non si distingueva una frontiera ma molte e confuse, forse innumerevoli, una fra ciascuno e ciascuno.[...].Questa rivelazione brusca, che si manifestava fin dalle prime ore di prigionia, spesso sotto la forma immediata di un’aggressione concentrica da parte di coloro in cui si ravvisava di trovare i futuri alleati, era talmente dura da far crollare subito la capacità di resistere .
I Sommersi e i Salvati (Primo Levi)
Mercoledì sera La7 ha proposto finalmente qualcosa di diverso dal solito seppur rispettabile canovaccio similcelebrativo. Una puntata interessante, uno speciale dedicato alla "pulizia" nazista sugli handicappati.
Troppo spesso dimentichiamo che anche loro finirono in quell'inferno di cui sappiamo molto ma mai abbastanza. Questo post rientra nella categoria 150mente perchè molti dei deportati erano italiani. Sono morti tantissimi di loro, altri sono sopravvissuti e ci hanno lasciato testimonianze che pesano come macigni. Si sono portati per tutta la vita dei ricordi terribili che noi non possiamo immaginare. Il loro fardello è stato sopravvivere per rivedere ogni giorno le stesse scene, risentire gli stessi rumori e annusare gli stessi odori. C'è chi non ce l'ha fatta a vivere fino alla fine naturale della vita, come Primo Levi, che io ritengo un grande italiano.
Quest'anno è passato presto. L'anno scorso a quest'ora io ero un uomo libero: fuori legge ma libero, avevo un nome e una famiglia, possedevo una mente avida e inquieta e un corpo agile e sano. Pensavo a molte lontanissime cose: al mio lavoro, alla fine della guerra, al bene e al male, alla natura delle cose e alle leggi che governano l'agire umano; e inoltre alle montagne, a cantare, all'amore, alla musica, alla poesia. Avevo una enorme, radicata, sciocca fiducia nella benevolenza del destino, e uccidere e morire mi parevano cose estranee e letterarie. I miei giorni erano lieti e tristi, ma tutti li rimpiangevo, tutti erano densi e positivi; l'avvenire mi stava davanti come una grande ricchezza. Della mia vita di allora non mi resta oggi che quanto basta per soffrire la fame e il freddo; non sono più abbastanza vivo per sapermi sopprimere. Se Questo è un Uomo (Primo Levi)
A lui ed a tutti gli italiani perseguitati (anche da altri italiani e non dobbiamo dimenticarlo) e deportati, va un doveroso silenzio.http://iofuoridalcoro.blogspot.com/feeds/posts/default?alt=rss
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