Tanti anni fa, in un paesino dell’alto Cremonese (Rivolta D’Adda), accadde un evento particolare che, oltre a dare lustro al paese, diede modo alle persone che lo vissero da protagonisti di scrivere una pagina importante della loro vita. Nacque e si inasprì infatti una diatriba fra alcuni ragazzi del paese ed il Comune, a causa del campo sportivo che, in assenza di una società calcistica “regolare...” che lo adoperasse,veniva impiegato per ospitarvi il luna park, i tiri al piattello, il circo equestre, ogni genere di fiera.
«Gli elefanti non giocano a pallone»: questo era lo slogan della manifestazione organizzata dal gruppo di ragazzi. Erano gli anni ’60 e negli adolescenti già si annunciava il malessere che sarebbe poi esploso nella forma della contestazione generale, ma allora non c’era ancora nessuno che ci strumentalizzasse. Massimo, il salumiere; Carlino, il ciclista; Fritz, l’idraulico; Speroni, l’infermiere, e Mario, il panettiere, seguirono con interesse quel vagito di protesta giovanile e decisero, così, di fondare una squadra di calcio e di iscriversi al Csi. La notizia ben presto fece il giro delle case e in noi la curiosità cresceva insieme all’entusiasmo: Massimo divenne il presidente, Carlino il direttore sportivo; Fritz il tuttofare; Speroni, il massaggiatore; Gino, l’allenatore. Tutti si davano da fare per reclutare i ragazzi in età giusta per poter partecipare al campionato. Misero assieme 18–20 ragazzi e ben presto questi divennero amici. Una compagnia, un gruppo di ragazzi che già si conoscevano, ma che grazie all’impegno dei dirigenti volontari si aggregarono a tal punto di diventare una cosa sola, dove le regole della squadra erano quelle del gruppo, dove ognuno aveva il suo ruolo, dove il più bravo dava una mano al compagno in difficoltà, dove tutti sapevano tutto degli altri e potevano condividere momenti felici e malinconici. Quando si è ragazzi la gioia e la tristezza sono compagni di viaggio e, per non farle eccedere, è meglio dividerle con chi ti è amico vero. Le regole del calcio sono le regole della vita, e viceversa. Vittorie e sconfitte venivano assimilate, godute e superate. L’amicizia la faceva da padrona: non gli uni contro gli altri, ma “tutti per uno e uno per tutti”. Quella squadra arrivò alle fasi finali del campionato regionale Csi, era l’orgoglio del paese, il campo era sempre pieno e noi, giorno dopo giorno, salivamo nella nostra scalata alla vita. Come andò a finire? Perdemmo la finale, anche perché il giorno prima qualcuno, giocando a basket, si ruppe la caviglia e questo non me lo perdonerò mai.
Grazie Massimo, Carlino, Fritz, Speroni, e Mario, che avete fatto tutto ciò con molta passione. Senza di voi questa bella storia non sarebbe esistita e forse in quel campo invece degli elefanti avrebbero fatto giocare delle palazzine in cemento armato. (Emiliano Mondonico)
Lo stesso spirito potete ritrovarlo in questo articolo di Stefano Catone:
http://consultasportivasolbiateolona.blogspot.it/2012/03/un-regista-di-cuore-un-regista-generoso.html
e lo rivivrete Sabato 21 Aprile a Solbiate Olona con lo spettacolo: In quel Tempo di Cuore e Sport
http://iniziativa21058.blogspot.it/2012/04/letture-per-uscire-dalla-crisi.html
Ritratti di sportivi che hanno lasciato un segno anche come uomini:
Roberto Baggio
Fausto Coppi Emil Zátopek Tazio Nuvolari Un pugile sentimentaleIl grande Piva
Letture interpretate a leggio sul mondo dello sportcon le sue passioni e le sue illusioni
Sabato 21 Aprile 2012 ore 21.00 INGRESSO LIBERO e GRATUITO
Centro SocioCulturale Via Patrioti, 31 Solbiate Olona (VA)
