Tanti auguri a Natalie Portman, Miglior attrice femminile al mondo di questo 2011 secondo gli Academy Awards e il sottoscritto.
E davanti alla torta, mentre spegnerà le sue 30 cartoline la bella Natalie ha un sacco di traguardi per essere soddisfatta: oltre all’ambitissimo premio Osacar ha una laurea in psicologia alla prestigiosissima Harvard, parla cinque lingue, è ambasciatrice Onu per l’infanzia e ambasciatrice della speranza per FINCA International. Non esattamente una divetta senza cervello insomma. E per il giorno del suo compleanno voglio ripercorrere la sua carriera.
La ragazzina sembra avere buon fiuto e durante le vacanze estive degli anni seguenti apparirà in film decisamente tosti come The Heat-La sfida (1995) di Michale Mann, Mars Attacks (1996) di Tim Burton e Tutti dicono I love you (1997) di Woody Allen.
Si iscrive ad Harvard e tra una sessione d’esami e l’altra prende parte alla trilogia di Star Wars di George Lucas che la vede interpretare la Regina Amidala fino al 2005, anno di svolta in cui vince un Golden Globe ed è candidata all’Oscar come non protagonista per la sua indimenticabile performance in Closer.
Poi una brusca caduta, che sembra non conoscere arresto: Natalie sprofonda in una serie di brutti film giustamente andati male: Mr Magorium e la bottega delle meraviglie, L’altra donna del Re, fino a L’amore e altri luoghi impossibili che non arriva nemmeno nei cinema.
S’intravede un bagliore di speranza con Brothers di Jim Sheridan, film diligente che affronta tematiche molto serie con garbo. Poi una stagione irripetibile con tre titoli da protagonista che superano i 100 milioni in patria: Amici, amanti e..., Thor e soprattutto Black Swan, che è anche un grande successo di critico destinato a rimanere nell’immaginario degli spettatori e nel cuore di Natalie anche perché oltre all'Oscar le ha portato il coreografo Benjamin Millepied dal quale ora aspetta un figlio.