Tanti auguri Tex

Creato il 10 ottobre 2010 da Chemako @chemako71

I miei genitori mi raccontano che, quand’ero piccolo e avevo sete, comunicavo questo bisogno sbattendo il bicchiere vuoto sul tavolo gridando: “uichiiii!!!”. I miei sorridevano davanti a questa precoce imitazione di un cow boy che chiede whiskey al banco di un saloon. Avevo solo pochi anni ma nel mio immaginario erano ben presenti e assimilate le figure classiche del far west: cow boys e indiani con annessi e connessi. Ciò era sicuramente il risultato dei numerosi film western che vedevo alla TV insieme ai miei: penso di essermeli fatti tutti, e più di una volta, col passare degli anni. Mi riferisco ai classici, alle pellicole di Hollywood degli anni 40, 50 e 60, ai film, per esempio, di John Ford interpretati da John Wayne. Parallelamente al cinema, il mito del West crebbe dentro di me anche grazie alla lettura dei “giornalini” di Tex, prima solo delle figure, poi anche dei testi. E’ per questo che leggendo oggi Tex mi viene sempre in mente il John Wayne di Sentieri selvaggi: le due figure per me sono sovrapposte e sono l’emblema del West classico, quello fatto di cavalcate in praterie sterminate, di lunghe carovane di pionieri, di assalti a Fort Apache, di scontri fra indiani e giacche blu, di duelli a mezzogiorno sulla main street, di scazzotate nei saloon.
Il mito della Frontiera oggi festeggia un anniversario: Tex compie 600 numeri dell’albo mensile, ovvero 50 anni, anche se in realtà sono più di 60 gli anni lungo i quali generazioni di padri e figli rinnovano il mito del west sulle pagine di Tex, prima in formato striscia, poi per l’appunto nell’odierno “formato Bonelli”. Il personaggio creato da Gian Luigi Bonelli e disegnato da Galep ha cambiato nel tempo autori delle storie e disegnatori, ha dato vita a numeri speciali come i Maxi Tex e i Texoni dove artisti internazionali hanno dato la loro personale interpretazione del personaggio bonelliano. Non ha mai perso però le sue caratteristiche originali, quelle che lo definiscono come il più classico degli eroi del western classico: alto senso della Giustizia grazie al quale corre in difesa del più debole prevaricato dal prepotente, modi bruschi e spicci (ma molto abili e coraggiosi) per colpire il cattivo di turno, assicurarlo alla giustizia pubblica o, nei casi in cui ciò non è possibile per ragioni contingenti (molto frequenti), emissione diretta della sentenza e applicazione della pena (spesso mortale...). In altre parole Tex incarna il Bene contro il Male. Molti storcono il naso di fronte a una semplificazione così manichea della realtà: fumetti western più "maturi" come Ken Parker o Magico Vento in effetti hanno saputo affrontare il mito del west in modo più sfaccettato e realistico. Ma purtroppo hanno chiuso i battenti, o si accingono a farlo. Come osserva Marco nel suo blog, il più "inattuale" degli eroi western a fumetti invece sopravvive. Io userei l'aggettivo archetipico, anziché inattuale, perché il suo west corrisponde ad un'immagine ben precisa e stratificata nel nostro immaginario collettivo, ovvero a quella del west classico di John Ford. Senza "Sentieri selvaggi" non ci sarebbero stati né "Corvo rosso non avrai il mio scalpo" né "Piccolo grande uomo" né "Soldato blu", così come senza Tex non ci sarebbero stati né Ken Parker né Magico Vento.Quindi, lunga vita a Tex!

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