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Tanti perchè

Creato il 09 maggio 2011 da Spaziokultura
Facendo una rapida carellata di siti, di profili, di blog ho notato una strana coincidenza… dappertutto compare un “perché”.  Ho letto tante volte questa parola o per meglio dire quest’interrogazione e sono rimasto anche sorpreso. Mi sono chiesto appunto perché. All’inizio mi sono risposto che probabilmente ciò era così ricorrente per la voglia smisurata che ognuno di noi ha di avere delle spiegazioni. Non mi sono fermato però, perché non ero soddisfatto e allora ho pensato che ciò potesse dipendere da un’altra voglia: sempre più spesso sentiamo la necessità di capire. Purtroppo però nemmeno questa seconda possibilità mi rendeva sazio. Poi pian piano più che cercare una risposta mi è venuto un dubbio: vuoi vedere che tutti questi “perché” derivano da una generale condizione di incertezza? L’uomo moderno vive una vita talmente precaria e dubbiosa che non può non farsi delle domande sulla ragione prima di tutto della propria esistenza e poi su tutto il resto. D’altra parte porsi delle domande è un’esigenza che abbiamo sempre avuto e che ci ha fatto scoprire tanto, ma ci ha fatto anche riflettere e non sempre in positivo. I nostri perché sono stati sempre tanti, ma per un periodo ci siamo sentiti meno desiderosi di sapere forse perché pensavamo di conoscere tutto o forse perché eravamo sazi. Allora come si spiega questa ritrovata esigenza di perché?Si spiega appunto con l’incertezza che viviamo ogni giorno che ci fa sentire impotenti di fronte a tutto quello che accade intorno a noi. Proprio per nostra natura allora cerchiamo di capire, di andare oltre e attraverso le spiegazioni cerchiamo di avere tutto sotto controllo! Questa è la vera risposta: la nostra condizione di incertezza con l’appellabile spiegazione diventa una dimensione a cui pensiamo di sottrarci. Riuscire a controllare quello che ci accade è ciò che determina i nostri perché, le nostre domande e la ricerca esasperante di risposte. Un perché così diventa fatale se non riusciamo a trovare la risposta adeguata che non è per forza quella giusta. La via maestra invece è un’altra: porsi legittimamente delle domande, ma non pretendere a tutti i costi delle risposte.

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