restare in tema.
Quella piccola strega futura igienista dentale che va all'asilo con la quattrenne, le ha detto che è brutta e slavata.
Alla mia bambina. Alla mia piccola norvegese, alla mia meravigliosa principessa dei ghiacci.
Ieri sera nel lettino, pianti lacrime e dolor, e mamma che minimizzava meditando bieche ritorsioni contro la co-quattrenne.
Ovviamente stamattina già tutto passato, le due son tornate amicone,
ma la mamma ancora rivede quei lacrimoni, e diffida, e cova rancore.
La domanda di oggi è:
esiste un momento, o un modo, in cui si possa smettere di proiettare se stessi sui figli? A vedere loro come persone complete e coerenti, e non come emanazioni di noi stesse?
Quando si smette di dire (che sarebbe il meno) e di pensare (che è più dura) _ho freddo, mettiti la felpa?
Quand'è che se loro cadono non fa più male a noi?
Quand'è che se qualcuno li ferisce ci passa la voglia di passargli sopra con la macchina?