Nel paese dell'Ujamaa, oggi piuttosto lontano da quei tempi in cui la vita era prevalentemente comunitaria, i conti alla massaia tanzaniana, che va al mercato per fare la spesa , proprio non tornano.
Ed ogni giorno si può dire che è peggiore di quello precedente.
In più , in queste ultime ore, dopo mesi di scarse precipitazioni, le piogge violente ed eccessivamente abbondanti, con il loro seguito di danni, non stanno facendo altro che complicare ulteriormente la situazione.
Secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica nel mese di novembre l'inflazione ha raggiunto il 19,2% mentre in ottobre era al 17,9%.
Un aumento, questo delle ultime ore, che riflette comunque l'andamento di tutta la zona ossia dell'Africa Orientale nel suo complesso.
Secondo quanto recita l'agenzia-stampa Reuters l'Africa Orientale ha visto aumentare l'inflazione per buona parte del 2011, causando l'innalzamento dei tassi d'interesse, inquietando i mercati azionari locali e causando non poche tensioni sociali e proteste in strada.
Ad esempio, nella vicina Uganda.
In Tanzania, nei mercati tradizionali, sono aumentati in particolare i prezzi del mais, del riso, della farina di frumento, del pane, della manioca, della carne, delle patate irlandesi e delle patate dolci, dell'olio e dello zucchero.
Che fare? Come fare?
Fare la spesa a Dar es Salaam o nelle altre città del Tanzania con i pochi soldi del risicato salario del capo-famiglia è divenuta per la madre di famiglia, insomma, una vera e propria sfida.
Meno male che, qualche volta e in qualcosa, talora sopperisce l'orto di casa.
Sempre però che il medesimo non abbia subìto anch'esso la furia delle intemperie del momento.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)