
Non ci sono in Tanzania solo iniziative governative per migliorare la qualità della vita di chi si è trovato ,anche senza volerlo,coinvolto in problemi più grossi di lui.
E mi riferisco sopratutto al mondo giovanile, fragile e vulnerabile , a qualunque latitudine esso viva.
Infatti una nota stilista di moda, Asia Idarous, conosciuta anche fuori dal suo Paese, ha coinvolto, in questi giorni, altre grandi firme della haute couture tanzaniana affinché s'impegnino a versare dei fondi per la costruzione di una comunità di recupero per tossicodipendenti.
L'obiettivo è quello di raccogliere una somma pari a 40mila euro, con i quali costruire a Kikale, una cittadina costiera sull'oceano, una casa d'accoglienza per giovani ,o comunque persone, che intendono liberarsi dal flagello della droga.
La casa dovrebbe essere idonea ad ospitare dalle 30 alle 50 persone.
L'iniziativa è molto lodevole e fa notizia proprio perché parte da un mondo , in verità, piuttosto frivolo che di solito sposa più le apparenze che questo genere d' impegni a carattere sociale.
Venerdì prossimo, a Dar es Salaam, ci sarà pertanto la cerimonia ufficiale dell'iniziativa, in cui Asia Idarous darà appunto il via in tutta fretta alla raccolta , coinvolgendo i suoi colleghi.
La notizia è stata ampiamente diffusa dai "media" locali.
Non mancherà certamente un ritorno in termini di pubblicità per gli "sponsor" ma ciò che conta è piuttosto il" bene" che riceveranno, e anche in tempi brevi, le persone che potranno usufruire del centro di recupero.
A questo occorre saper guardare senza preconcetti.
E, considerato il contesto, dove è tantissimo ciò che bisognerebbe fare e poco quello c'è, va bene così.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
