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Tanzania / Sono nate le cliniche rurali per ridurre la mortalità di mamma e bambino

Creato il 07 settembre 2012 da Marianna06

Pellis706

 

Sappiamo tutti,anche in Occidente ormai, che un grosso impegno  di cui più di un’associazione umanitaria  in Africa oggi si fa carico è proprio quella di salvaguardare la vita delle donne partorienti e del proprio nascituro.

E questo perché in alcune realtà africane,specie quelle dei villaggi rurali, privi di servizi alla persona, la mortalità a causa dei parti, statistiche alla mano, è eccessivamente alta come numero.

In Tanzania, esattamente nella regione di Kigoma, il problema è stato affrontato e in buona parte egregiamente risolto.

Come?

Formando degli operatori sanitari capaci di intervenire, in caso di bisogno, in quelle che si chiamano “ cliniche rurali”.

E’ una forma di assistenza ,che riguarda ben 50 mila persone e non affronta, ovviamente, solo casi di natura ginecologica o pediatrica.

Nelle zone rurali dei differenti distretti di Kigoma, infatti, possono accadere incidenti di ogni specie. Occorre così essere pronti.

Un grosso merito è della Fondazione Mondiale Lung, che si è adoperata con sollecitudine e metodo per la ristrutturazione di cinque centri sanitari rurali, che erano piuttosto in stato di abbandono, eccezione fatta per quello di Kakonko, nel quale si potevano e si possono praticare, per urgenze particolari, anche i cesarei. E, sempre la Fondazione Lung, ha provveduto anche alla formazione in chirurgia di base per parecchi operatori sanitari.

Un’appendicite con peritonite, ad esempio, in questo caso può non essere più causa di morte.

Così come una “brutta” ferita, procuratasi magari nel lavoro dei campi o per un incidente domestico, può essere  medicata senza fare necessariamente infezione e peggiorare lo stato di salute del paziente.

Considerando che buona parte dei tanzaniani abitano e vivono realtà rurali, c’è da dire che la donna del Tanzania,una madre, difficilmente può morire per malattie croniche.

E questo lo confermano le statistiche. Muore, piuttosto, in casi di emergenza e quando cioè, nei paraggi, non ci sono supporti di strutture sanitarie. Fossero pure  molto modeste.

Il tasso di mortalità materna attuale, in Tanzania(la fonte è l’OMS ossia l’Organizzazione Mondiale della Sanità), è di 578 decessi ogni 100 mila nati vivi. Sempre troppi ,comunque.

 Mentre,negli anni ’80, proprio nella regione di Kigoma, era addirittura di 993 ogni 100 mila.

In Africa, il tasso di mortalità materna più alto riguarda, purtroppo, il Sud-Sudan con oltre 2 mila morti ogni 100 mila nati vivi.

La mortalità media in tutti i Paesi in via di Sviluppo è complessivamente di 240 ogni 100 mila.  E , nei Paesi industrializzati, solo  di16 ogni 100 mila.

Da parte della Fondazione Lung, che opera sopratutto grazie agli aiuti di privati, ultimamente c’è stata richiesta esplicita al governo del Tanzania affinché anch’esso s’impegni economicamente in considerazione del parecchio già fatto( e che non vada in malora) e del molto che si potrebbe ancora fare.

 

   Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

In basso  immagine della stazione ferroviaria  della città di Kigoma (Tanzania)

Kigoma-train-station


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