Veduta interna della parte meridionale del tempio di Osiride
a Taposiris Magna (Foto: CC BY-SA)
Sarà finalmente svelato il mistero dell'ultima dimora della regina
Cleopatra? Le ultime notizie in merito puntano decisamente su
Taposiris Magna, nel nord dell'Egitto, nome latino di
Abu Sir, situata a
45 chilometri da Alessandria d'Egitto. Un tempo la città era chiamata
Per Usiri, "Dimora di Osiride", l'ultima dimora dell'antica divinità egizia.
Per Usiri/Taposiris Magna è stata anche uno dei più importanti porti della tarda storia egiziana, affacciantesi sul
lago Mareotide, collegato al ramo canopico del Nilo. Durante il periodo in cui i
Persiani governarono l'Egitto,
Per Usiri fu la capitale del
regno di Marea. In epoca romana la regione in cui sorgeva era una delle principali fornitrici di grano a Roma. Qui fu rinvenuto uno dei
più antichi ponti del mondo ed uno dei
più antichi torchi per vino.
Il sito è conosciuto soprattutto per le sue evidenze di età tolemaiche. Vi era stato costruito anche un
faro, dal momento che era una città portuale, che gli archeologi ritengono essere stata una replica in scala ridotta di quello di Alessandria.
Parte del sito di Taposiris Magna in fase di scavo
(Foto: Dott.ssa Kathleen Martinez)
Nel cuore della città sorgeva un grande
tempio dedicato ad Osiride, costruito probabilmente nel
278 a.C., al tempo del faraone
Tolomeo II.
Plutarco di Cheronea afferma che proprio in questo tempio sarebbe stato sepolto Osiride. Dopo la conquista dell'Egitto ad opera di
Alessandro Magno, nel
332 a.C., la città di
Per Usiri e il suo omonimo tempio divennero il centro religioso di una festa chiamata Khoiak. Per tutta l'epoca tolemaica il tempio godette di molta notorietà, al punto che molti sovrani volevano avere qui il loro luogo di culto. In periodo ellenistico la città era altamente urbanizzata. Venne abbandonata all'inizio del periodo romano-imperiale, probabilmente a causa di un
allagamento. Su un terrazzamento a sud e al di sotto del tempio di Osiride sorgevano dei
bagni in stile greco, modesti per dimensioni, con volte e cupole, parte dei quali è stata scavata nella roccia calcarea. Un sistema di
acquedotti sotterranei con più pozzi e cisterne riforniva la città d'acqua. E' stata anche rilevata, nel 2012, da un'immagine satellitare, la presenza di un
ippodromo accanto alla strada principale e vicino al porto.
La città, con il trascorrere dei millenni, sembrò cadere nell'oblìo, fino all'arrivo di
Napoleone Bonaparte, nel
1798. Con Napoleone arrivarono ricercatori e uomini di cultura, tra cui Vivan Denon, considerato il più eminente studioso dell'Egitto. Durante il suo soggiorno in Egitto, Napoleone esplorò l'architettura delle città di Alessandria e
Taposiris Magna. Gli artefatti che riportò alla luce sono stati, in seguito, dispersi nelle collezioni egizie di mezza Europa.
Particolare di uno dei manufatti scoperti a Taposiris Magna
dalla Dott.ssa Martinez (Foto: Dott.ssa Katheleen Martinez)
A differenza di Alessandria,
ricostruita nel 1801 per volere dell'allora governatore d'Egitto,
Mohammed Ali,
Taposiris Magna non fu ricostruita, ma divenne un luogo ideale di scavi. Il primo a compiervi scavi sistematici fu, nel
1905-1906, il Governatore italiano
Evaristo Breccia che scoprì una
necropoli di animali mummificati: ibis, falchi e coccodrilli, costruita, con tutta probabilità nei primi anni del
II secolo a.C.. Tuttavia, dal momento che
Taposiris Magna si trovava non lontana da luoghi come Alessandria e l'
Oasi di Siwa, non fu mai ritenuta un luogo privilegiato di scavo. Gli scavi cominciarono seriamente nel
1998 e riportarono alla luce notevoli quantità di manufatti, la maggior parte dei quali collegata alla storia dell'Egitto. Tra l'altro sono state rinvenute delle
monete bizantine e romane. Nel 2000 le indagini condotte da
Boussac portarono all'identificazione di diversi
manufatti in vetro datati a partire dal
I-II secolo d.C.. Nel 2010 venne scoperta una
statua enorme in granito, senza testa, appartenente ad un re tolemaico.
Zahi Hawass ritiene si tratti di
Tolomeo IV e che venne dedicata al dio Osiride.
Un'altra spedizione a
Taposiris Magna ha portato alla luce
27 tombe, una ventina delle quali conteneva sarcofaghi in parte interrate, mentre le altre 7 sepolture contenevano semplici camere sepolcrali non decorate. Dietro il tempio dedicato ad Osiride è stata scoperta, inoltre una grande
necropoli greco-romana. Le persone vi erano state sepolte con le
facce rivolte verso il tempio di Osiride e proprio questo particolare ha suggerito agli archeologi che il tempio poteva contenere qualcosa di molto importante, forse una tomba reale.
A destra busto ritenuto essere di Cleopatra VII, custodito a Berlino e, a
sinistra, un tetradracma di Cleopatra VII
L'
archeologa dominicana Kathleen Martinez ritiene che il tempio di Osiride di
Taposiris Magna ospiti proprio le sepolture di Cleopatra e Marco Antonio. La sua affermazione si basa su quanto scrive Plutarco. Lo storico, infatti, afferma che
Ottaviano permise che i due amanti fossero sepolti insieme all'indomani della loro morte, nel 30 a.C.. L'archeologa sostiene, poi, che vi siano anche altre prove a supporto della tesi che l'ultima dimora di Cleopatra si trovi a
Taposiris Magna. Gli archeologi, infatti, hanno estratto dal terreno un bellissimo
busto che ritrae la famosa regina egiziana, nonché
22 monete recanti la sua effige, molti amuleti ed una statua acefala risalente al suo regno. Tra gli altri reperti è stata trovata anche una
maschera raffigurante un
uomo con una fossetta sul mento che, secondo gli archeologi, potrebbe essere Marco Antonio.
La Dottoressa Martinez ha trovato anche una
stele iscritta con 20 righe in geroglifico, in cui sono stati individuati i nomi di Tolomeo IV, che governò l'Egitto tra il 211 e il 204 a.C., e di suo figlio
Tolomeo V. La Dottoressa Martinez ha riportato alla luce, anche, una
sepoltura bisoma, le cui mummie erano coperte d'oro. Le prime analisi sembrano smentire l'ipotesi che si tratti di Cleopatra e Marco Antonio, poiché la mummia femminile è troppo giovane per essere la regina egizia. E' stato, però, individuato un
pozzo profondo 34 metri, terminante in una camera che sembra suggerire l'esistenza di un altro ambiente che nasconde, forse, la tomba di una persona più importante.