Tarallini e cavolate

Da Maric740

Sabato sera ho cenato a casa mia insieme alla mamma. Fra era uscito con amici. Mi ha raccontato domenica mattina che quando è arrivato, io dormivo come un sasso sul divano e che appena ha provato a svegliarmi, ho cominciato a farfugliare che ‘doveva svegliare un’altra categoria di surgelati e che io non ero in target’. Pare inoltre che io abbia citato specie vegetali per tutta la notte, rigirandomi nel letto mezza vestita. Ok, forse l’Amarone portato dalla mamma ha fatto la sua parte, però ho veramente ‘l’ansia da surgelato’, che esprimo anche nel sonno. Sono nella fase centrale del progetto, sto obiettivamente lavorando come una pazza, facendo le 21 tutte le sere e non riuscendo assolutamente a staccare il cervello dal lavoro, perchè tutto è o urgente, o in ritardo o in urgente ritardo. Attualmente sto cercando alternative di nomi per i vari prodotti, verdure e verdure miste di ogni tipo. Un  mix col cavolfiore mi perseguita e proprio non mi viene in mente un bel nome da affibbiargli. ”Gran cavolata” mi era parso geniale, qualche notte fa, ma obiettivamente oltre a me, farebbe morir dal ridere anche tutte le marche concorrenti: la marca xx lancia LA GRAN CAVOLATA!  No, nulla da fare, non può funzionare. Anche ‘Sto cavolo di cavolo’ mi era sembrato potenziale, ma credo che sarei la sola a capirne la profonda coerenza. Insomma, non mi resta che augurare a voi tutti un buon fine di settimana, tornare dai cavoli miei, ma senza propinarveli a merenda. Quindi: Tarallini.

TARALLINI

500 gr di farina 00

125 gr di olio extra vergine di oliva

200 ml di vino bianco

10 gr di sale

semi di finocchio

Versare in una ciotola la farina e aggiungere l’olio, il sale e i semi di finocchietto. Impastare con il vino bianco fino a quando gli ingredienti saranno amalgamati. Mettere l’impasto su un’asse di legno o comunque una superficie ruvida e impastare per 15 minuti: io ho gettato la spugna dopo 5 e ho buttato tutto nell’impastatrice. Alla fine il composto risulta elastico, ma non soffice. Lasciarlo riposare coperto una trentina di minuti e poi dividerlo in pezzettini grandi come un dito. Tirare ogni pezzetto di impasto con i palmi delle mani fino ad ottenere dei cilindri lunghi e molto sottili (5 mm di diametro). Tagliare il cilindro formandone di più piccoli, lunghi 5 cm. Arrotolare i cilindri fino a sovrapporre le due estremità: io li arrotolavo sul  manico infarinato di un pelapatate di 1 cm di diametro circa. Man mano che saranno pronti una ventina di tarallini, farli bollire in un pentolone di acqua, finchè vengono a galla (esattamente come gli gnocchi), scolarli con una schiumarola e porli su un canovaccio pulito e asciutto. Dopo 10 minuti sarà possibile infornarli a 200 ° per una ventina di minuti o finchè saranno dorati. Tutte queste operazioni, un po’ pallossette, vanno ripetute finchè sarà finito l’impasto. Il tutto potrebbe risultare più veloce tagliando cilindri più lunghi, dunque ottenendo taralli più grandi.

Io spesso li congelo e ne scongelo via, via, dei pugnetti da aggiungere al pane fatto in casa quando ho ospiti. Sono buonissimi, anche se lunghi da fare!

 



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