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Tarantola (Rai): ''Indipensabili tv pubbliche indipendenti e autorevoli''

Creato il 13 settembre 2014 da Digitalsat

Tarantola (Rai): ''Indipensabili tv pubbliche indipendenti e autorevoli''Nel «complesso e difficile cammino verso un'Europa che sappia ritrovare la propria forza, il proprio ruolo, i propri ideali e, quindi il sostegno popolare, i Servizi Pubblici (radiotelevisivi, ndr) possono essere, pur nella loro indipendenza e autonomia editoriale, dei preziosi alleati», purche' vengano affrontati «alcuni problemi legati all'attuale regolamentazione di settore che avrebbe bisogno di cambiamenti e integrazioni per conseguire un campo di gioco livellato che tenga conto delle evoluzioni del mercato e delle specificita' del Servizio Pubblico». Lo ha affermato la presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, intervenendo oggi al Maxxi, a Roma, al convegno 'The promise of Europe'. Per Tarantola sarebbe ad esempio opportuno «modificare la regolamentazione per i media europei e per le radiotelevisioni di Servizio Pubblico per adeguarla in modo organico ai cambiamenti indotti dalla rivoluzione digitale».

Necessario inoltre «prevedere un'armonizzazione delle regole nazionali a livello europeo, soprattutto per assicurare il rispetto di alcuni valori fondamentali indicati nella Carta Europea dei diritti dell'uomo, ed evitare cosi' che vi siano paesi di serie A e paesi di serie B in questo ambito. Penso ai temi della certezza delle risorse finanziarie e di forme di garanzia di indipendenza ed autonomia dai poteri nazionali». «Credo che sia interesse dei cittadini europei, e quindi dell'Europa e delle sue istituzioni, rafforzare in ogni modo -ha sottolineato Tarantola- l'indipendenza dei servizi pubblici, fornendo loro gli strumenti per portare avanti la loro missione nelle migliori condizioni possibili, e poter cosi' garantire una informazione corretta, indipendente e pluralista e un incisivo ruolo di vigilanza in ogni paese della Ue»

«Last but not least», per Tarantola, il fatto che «la responsabilita' prima del cambiamento resta in capo a noi amministratori e operatori del servizio pubblico. Dobbiamo essere capaci di cogliere alcune interessantissime opportunita' offerte dalla rivoluzione digitale e dall'avvento generalizzato di internet e delle nuove modalita' di consumo da esso indotta, che peraltro non mettono in discussione il concetto di servizio pubblico, ma anzi ne esaltano le potenzialita'».

«Cosa e' Wikipedia -ha esemplificato Tarantola- se non il tentativo di applicare su Internet l'imperativo di Lord Reith della Bbc di 'educare'? Cosa e' il 'citizen journalism' attraverso i social media se non il tentativo di applicare il motto 'informare'? Cosa sono le web fiction o i giochi interattivi se non una nuova maniera di 'intrattenere' i cittadini? Sono 'tentativi', non sostituiscono il Servizio Pubblico perché non ne incamerano la missione e la responsabilita'». «Ci dicono però che i bisogni sono gli stessi di prima e che sono le nostre risposte, come Servizi Pubblici, che si devono evolvere. Siamo noi per primi -ha esortato Tarantola- che dovremmo analizzare ed intercettare le nuove forme attraverso cui si esprimono vecchi bisogni e fornire risposte adeguate nel rispetto della nostra natura e missione e dei valori che ci contraddistinguono».
Posto che, per Tarantola, «in un mondo globalizzato e in rapida, costante trasformazione la sfida che l'Europa deve affrontare e vincere oggi e' quella di mantenere saldo il fondamento del proprio modello sociale e nello stesso tempo di sapersi evolvere, modernizzare, diventare sempre più competitiva, capace di creare occupazione, aumentare la partecipazione al mercato del lavoro dei giovani e delle donne, ridurre l'evasione e l'abbandono scolastico, favorire la formazione, la ricerca e l'innovazione, affrontare il complesso tema dell'emigrazione, della sicurezza, della crescita».

In questo contesto «la missione dei Servizi Pubblici radiotelevisivi, a ben vedere, e' essenzialmente, intimamente legata al modello sociale europeo -ha rivendotato Tarantola- Educare con lungimiranza, informare con autorevolezza, divertire con intelligenza, sono obiettivi che trovano il loro senso autentico solo in un modello di societa' in cui tutti i cittadini hanno uguali diritti, senza tener conto del censo, della cultura, dell'eta' o della classe sociale, della lingua praticata o della religione». «Non e' un caso che in alcuni paesi europei o vicini all'Europa in Grecia lo scorso anno, in Israele quest'anno, in Portogallo due anni fa si sia attaccato frontalmente -ha ricordato Tarantola- il Servizio Pubblico, cercando di farlo sparire o di ridurlo a una presenza marginale. e' opinione diffusa che con queste azioni si mirasse non tanto a colpire le TV nazionali, quanto il modello sociale cui esse sono intimamente legate».
Un vero Servizio Pubblico e' alleato della costruzione europea «perseguendo -ha elencato Tarantola- attraverso la sua programmazione, la coesione sociale, il dialogo, la pace e la cooperazione fra le varie comunita' che compongono un paese, ed ora, da quasi 60 anni a questa parte, compongono anche l'Europa; veicolando e rafforzando l'idea che l'unita' e l'affermazione di valori comuni non vuol dire annullare le diversita' culturali; svolgendo il ruolo di 'cane da guardia' delle istituzioni, nazionali ed europee, in nome e per conto dei cittadini». E, ancora, «informando i cittadini in modo corretto, esauriente e pluralista, aiutandoli a conoscere le istituzioni nazionali e europee e i servizi che esse forniscono; arricchendo e ampliando, indipendentemente dalle istituzioni, la conoscenza delle lingue e culture europee, nazionali e regionali, in tutte le loro manifestazioni storiche e contemporanee». Dopo aver ricordato il concreto impegno della Rai in occasione del Semestre di Presidenza italiana, «per spiegare ai nostri concittadini cosa fa l'Europa», con programmi ad hoc, Tarantola ha indicato «almeno tre cantieri su cui tutti i servizi pubblici dovranno confrontarsi nei prossimi anni, gia' avviati in Rai, e che si inquadrano pienamente in un processo di efficace 'narrazione' dell'Europa».
I 'tre cantieri' consistono nel «razionalizzare l'offerta di programmi di qualita' usando le nuove modalita' di accesso anche al fine di competere tra l'altro con i servizi offerti ai cittadini dagli operatori 'over the top'»; agevolare «l'alfabetizzazione digitale dei cittadini e la lotta al divario digitale»; usare «in modo efficiente la molteplicita' delle piattaforme e continuare a garantire l'accesso gratuito ai cittadini». «In un contesto di crescente sviluppo dei servizi a pagamento in cui la qualita' dei prodotti ricevuti tende ad esser sempre più proporzionale al loro prezzo, il Servizio Pubblico e' l'unico che continua a fornire accesso gratuito ed universale a contenuti di qualita' originali. Deve continuare a farlo e deve esser messo in condizione di poterlo fare anche in futuro, al fine di contrastare il rischio di 'esclusione' -ha ammonito Tarantola- insito nello sviluppo di servizi a pagamento».

«Se Istituzioni europee e Servizi pubblici, e cittadini, faranno tutti la loro parte, la 'promessa dell'Europa' potra' divenire realta'. Noi ce la metteremo tutta, restando autonomi ed indipendenti, nel rappresentare la realta' di un'Europa piena di problemi ma anche di positivita', nel rilevare le aspettative dei cittadini, nell'aiutarli a formarsi consapevolmente una propria idea di Europa», ha concluso la presidente della Rai.


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