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Cadere dall'altezza di due metri è molto rischioso per una tarantola da 50 grammi di peso. Il sistema di ancoraggio "a secco" utilizzato da questi ragni per arrampicarsi rischia di cedere da un momento all'altro sotto al peso dell'aracnide, ed è quindi necessario un ulteriore sistema di adesione alle superfici che consenta di salire in verticale in tutta sicurezza.
"Questi animali sono molto delicati. Non sopravviverebbero ad una caduta" spiega Claire Rind, ricercatrice dell'Università di Newcastle e autrice di una nuova ricerca che mostra come le tarantole siano in grado di emettere seta dalle loro zampe per poter aderire meglio alle superfici verticali.
Come tutti i ragni, anche le tarantole sono dotate di setole sulle estremità delle loro zampe. Setole che consentono loro di aggrapparsi ad una superficie, ma che nel caso delle tarantole non forniscono la presa necessaria ad arrampicarsi con sicurezza su una parete verticale.
Già nel 2006 un team di ricerca tedesco suggerì che le tarantole potessero emettere seta dalle loro zampe per migliorare la presa, ma la loro ipotesi venne scartata per via del fatto che gli organi che producono la seta non consentono di espellerla dalle zampe.
Ma Rind ha scoperto che, in effetti, la seta viene proprio espulsa dagli arti delle tarantole. Rind e i suoi colleghi hanno creato un' arena di sperimentazione con una vasca di vetro in cui sono state inserite delle tarantole cilene della specie Grammostola rosea. Il fondo e le pareti della vasca erano di vetro, in modo da consentire ai ricercatori di analizzare al microscopio il percorso delle tarantole in arrampicata.
Durante la scalata intrapresa per uscire dalla vasca, i ricercatori hanno scosso gentilmente il contenitore, per mettere la tarantola nelle condizioni di sperimentare un equilibrio instabile. "Non potevamo vedere alcuna traccia di seta ad occhio nudo" spiega Rind, "ma quando abbiamo osservato al microscopio abbiamo visto fino a 30 fili di seta nel punto in cui la zampa della tarantola è scivolata. Per cui, i nostri tentativi di far cadere il ragno hanno fatto in modo che rilasciasse seta dalle zampe".
Per essere certi che i ragni emettessero effettivamente seta dalle zampe, il team si è servito di un'altra tarantola, chiamata Fluffy, della specie Brachypelma auratum. Analizzando le sue mute e quelle di altre tarantole provenienti da diverse località del pianeta, i ricercatori hanno scoperto tramite le analisi al microscopio elettronico la presenza di piccole strutture in grado di produrre seta, in corrispondenza delle setole sui "polpastrelli" dei ragni. "Sembra quindi che tutte le tarantole possano produrre seta dalle loro zampe" sostiene Rind.
La seta prodotta dalle zampe sembra essere differente da quella prodotta dalle filiere, le ghiandole che producono la seta che tutti conosciamo. "Molti tipi di filiere dei ragni moderni producono diversi tipi di seta, adatti a differenti utilizzi" spiega Rind.
Secondo Rind, le tarantole potrebbero essere il collegamento mancante tra i moderni ragni produttori di seta e i primissimi aracnidi dotati di questa caratteristica, come il ragno Attercopus, vissuto circa 386 milioni di anni fa. Anche questo animale condivide la presenza di ghiandole della seta sulle zampe, e potrebbe essere l'antenato delle moderne tarantole.
Tarantulas eject silk from feet
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