La riforma completa del catasto per ora è stata rinviata, ma intanto c'è già un primo risultato nella riorganizzazione del sistema fiscale sugli immobili da parte dell'Agenzia delle Entrate. Il Catasto nelle visure catastali per i cittadini rilasciate dall'Agenzia delle Entrate, indicherà d'ora in poi anche i dati sui metri quadrati precisi della propria abitazione. Non si potrà insomma più scappare, nel senso che per il pagamento della tassa sui rifiuti (oggi Tari, ieri Tares) non si dovrà più autocertificare i metri quadrati della casa, che servono per stabile l'ammontare del dovuto, come invece accade oggi. Insomma nelle visure catastali di oltre 57 milioni di case degli italiani, oltre ai dati identificativi dell'immobile (sezione urbana, foglio, particella, subalterno, comune) ed ai dati di classamento (zona censuaria ed eventuale microzona, categoria catastale, classe, consistenza, rendita), sarà riportata direttamente anche la superficie in metri quadrati dell'immobile (dato finora a disposizione solo degli uffici del catasto).
In caso di incoerenza tra la planimetria e la superficie calcolata comunque, i contribuenti potranno inviare le proprie rimostranze e correzioni, proprio attraverso il sito dell'Agenzia delle Entrate.
Non cambierà invece nulla per Imu e Tasi, visto che si tratta di tasse che si pagano in base alla rendita catastale, dato che, ricordiamo, dipende dai vani e non dalla grandezza effettiva della casa. Avere 3 camere piccole ti farà pagare più Imu e Tasi di chi con 2 camere enormi, possiede in realtà una casa più grande della tua. Per tali storture, insieme a quelle che fanno sì che ad esempio a Roma dei quartieri centrali ospitino case con rendite catastali (antiche e risalenti a quando la casa è stata costruita) più basse rispetto a quelle di quartieri ultra periferici, si dovrà aspettare la riforma globale del catasto, che richiede molti anni di attento lavoro e molte risorse, ma che per ora non è partita.
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