Tarsìa
Dall’arabo tarṣī῾, derivato di rassa ‘intarsiare’.
Anche, raramente, tàrsia.
Sostantivo femminile.
L’arte dell’intarsio, la tecnica consistente nel comporre insieme tipi diversi di uno stesso materiale o materiali diversi (marmo, legno, pietre dure, pietre preziose, o anche rame, argento, tartaruga, madreperla ecc.), tagliati secondo un determinato disegno, per formare una composizione decorativa: tarsia marmorea; pavimento a tarsia geometrica; ha davanti un tavolinetto antico lavorato di tarsia (D’Azeglio).
L’opera eseguita con questa tecnica: le tarsie del pavimento del duomo di Siena; addossata allo stipo della Estense, con la testa appoggiata alle tarsìe (D’Annunzio).
Giapponese maccheronico
Ski-roll [ski’rol]
Voce inglese; composto di ski ‘sci’ e il verbo to roll ‘rotolare’.
Anche skiroll.
Sostantivo maschile invariabile.
tipo di pattini a rotelle a forma di sci, che permettono di andare sulle strade spingendosi con delle racchette. Sinonimo: sci a rotelle.
In inglese questi pattini si chiamano roller ski.
Grazie a Marco Marcon.
Si dice più correttamente e comunemente tarsìa, oppure raramente tàrsia.
Era il sesto libro, e il vostro curatore ha un po’ esagerato: ha combinato un libro difficile a un trappolone, e nessuno ha indovinato. In compenso hanno sbagliato in sedici. Mea culpa.
La soluzione è qui. E ora speriamo che il settimo libro sia più semplice.
Settimo libro, primo indizio
Ci sono i cattivi, o gli sfruttatori, o quelli eccessivamente severi, o gli imbecilli malvagi, o gli avidi senza speranza. Sono tantissimi, sono irrecuperabili, non potrebbero fare a meno della loro cattiveria. Spesso nei romanzi non fanno una bella fine, ma, in questo, chissà.