La cuoca junior è partita per San Miniato per scoprire ogni segreto del tartufo. Ecco il suo primo resoconto!
L’esperienza di #tartufonline è stata una delle più belle che abbia mai fatto. Sarà stata per la compagnia (fantastica), sarà stata per l’ambiente (quasi da favola), sarà stata per la cucina (goduriosa) ma sta di fatto che lo dico con certezza: è stata davvero un’esperienza magica.
Abbiamo iniziato a mangiare alle 19 di venerdì sera con l’Amico Cesare, facendo un mini (mini?!) aperitivo all’hotel Villa Sonnino di cui eravamo ospiti per l’intero week end. Sin da subito abbiamo iniziato a conoscere i prodotti del territorio, come il vino bianco Annick, prodotto dall’azienda Cosimo Maria Masini di San Miniato
A cena al Pepenero di Gilberto Rossi.
Per cena, invece, ci siamo spostati al ristorante Pepenero dello chef Gilberto Rossi. Qualcuno di voi lo avrà sicuramente sentito nominare in tv: ha infatti partecipato e vinto “La prova del cuoco” di Antonella Clerici, su rai 1.
L’atmosfera del ristorante è molto minimal, per entrare bisogna scendere un po’ di scale e subito ci si ritrova immersi in questo posto molto accogliente.
Ci sediamo e subito iniziano a portarci le pietanze per la serata:
Polpettina di carne con crema di ceci e mandarino: la crema di ceci con il mandarino e la carne è l’abbinamento più buono della storia. Credetemi!
Cubo di galletto livornese con verdure saltate e formaggio fresco alla vaniglia del Madagascar: delizioso. Peccato che ho sentito poco il sapore della vaniglia! (Ma il mio palato è strano, si sa)
Pici di cavolo nero con sminuzzato di cinghiale in cialda croccante: i pici erano fantastici. Si sentiva che erano freschi e fatti in casa. Il cinghiale è stata la mazzata per la serata, ma con la cialdina al formaggio si poteva mandar giù tranquillamente, senza pensare che si stava appunto mangiando il cinghiale!
Timballo di manzo al forno con dadolata di verdure saltate e vellutata di fagioli neri: buono, nulla da dire. Io poi adoro i fagioli!
Infine, come dolce, il cheese cake al mandarino con crema al caffè arabica. Un’altra volta il mandarino mi ha conquistata. Ottimo davvero!
A pranzo da “Papaveri e Papere” di Paolo Fiaschi.
Ecco. Immaginatevi un ristorante che sembra un po’ casa vostra, magari un pochino più elegante.
Immaginate poi una tavolata proprio da famiglia, come piacciono a noi, dove tutti ci si può guardare in faccia mentre si parla e si mangia.
Aggiungete un sacco di prese per ricaricare il cellulare (Problemi di noi blogger) ed avrete il posto perfetto per il pranzo.
Per la cucina non so quali aggettivi usare se non: magnifica, stupenda, deliziosa, da leccarsi i baffi, ne mangerei a quintalate (che non è un aggettivo, ma son sicura che lo chef capirebbe!).
Abbiamo iniziato con un carpaccio di Chianina marinato alle erbe con il tartufo bianco. Siamo passati al piatto che io sto descrivendo a tutti quelli che incontro: la Coppa cotta a bassa temperatura sul castagnaccio. La fine del mondo per il mio palato.
Terzo piatto: gli Gnocchi di Ricotta e Nocciola su Crema di Zucca, broccoli e tartufo bianco. Lì per lì ho detto che la crema di zucca non mi convinceva. Mi è stato poi consigliato di “Inzuppare” gli gnocchi in questa crema e… ho cambiato decisamente idea.
Siamo andati avanti con dei Tortelli ripieni di Porcini, indovinate con cosa? Beh, il tartufo bianco! Sublimi.
Infine abbiamo potuto assaggiare una vera e propria particolarità iberica: un taglio particolare del maiale che in Italia non viene assolutamente considerato. Si trova nel mezzo del maiale, fra pancetta e lombata e si presenta come un tipo di carne non totalmente grassa. Ha un sapore semi-dolciastro ed è davvero molto, molto buona!
Per concludere il nostro fantastico pranzo, lo chef Paolo Fiaschi ci ha presentato un cannolo fritto con crema al Mascarpone. Mi è rimasto nel cuore (E forse anche un po’ sui fianchi, ma gli si perdona tutto!)
Abbiamo avuto modo di conoscere una macelleria famosissima a San Miniato, quella della famiglia Falaschi. Qui ci hanno regalato il maiale che tutti mi invidiano: un cartoncino con disegnato la forma di un maiale che, se aperto, mostra da quali zone dell’animale provengono per esempio i salami, la pancetta e via dicendo.
Ovviamente abbiamo anche assaggiato alcuni prodotti della macelleria, fra i quali segnalo il salame con l’80%di maiale ed il 20% di pecora, la finocchiona con una punta di vin santo e la salsiccia fatta con prodotti essenziali e pochissimi grassi.
A cena da Cesare a Villa Sonnino
Non potevamo di certo concludere la giornata senza un’altra ottima cena.
Abbiamo avuto l’onore e l’immenso piacere di essere ospiti proprio dell’Amico Cesare per una serata, al ristorante di Villa Sonnino.
Lo ammetto, ero un po’ provata dalla giornata (soprattutto per i 7/8 bicchieri di vino bevuti di cui non vi ho parlato) ma non ho potuto non innamorarmi anche di queste prelibatezze.
Il primo piatto è stato un tortino di formaggio con lonzino al Vin Santo: da leccarsi i baffi, le mani, la forchetta ed il piatto.
Poi abbiamo assaggiato una zuppa di pane con patate e porri con una spolverata di Tartufo Bianco. Ecco, fatemelo dire: la zuppa con il tartufo è l’abbinamento degli abbinamenti, per me.
E’ stato poi il turno della noce di vitella alla toscana e tartufo bianco di San Miniato. Diciamocelo: anche qui c’era da leccare il piatto.
Come dolce una deliziosa torta di mele molto “casalinga”.
I prezzi:
Pepenero di Gilberto Rossi: i piatti partono da un minimo di 10 euro in su.
Papaveri e Papere di Paolo Fiaschi: i piatti partono da un minimo di 9 euro in su.
Ristorante Hotel Villa Sonnino: i piatti partono da un minimo di 8,50 euro in su.
Nei prossimi post parlerò dei vini degustati durante il week end; dell’azienda Savitar che esporta i tartufi di San Miniato in tutto il mondo e di come mantenere e come cucinare il tartufo nella nostra maniera light.