Il tempo è giunto: giovedì prossimo (16 ottobre) scade il termine per versare l’acconto della TASI 2014, il tributo sui servizi indivisibili che ha praticamente sostituito l’IMU sulla prima casa. Ma diverse incognite continuano ad affiorare in questi trafelati giorni di rush finale per il pagamento in oltre 5mila Comuni italiani. Passiamole rapidamente in rassegna.
IMU e TASI sulla stessa casa: c’è un limite
Nel caso di immobili diversi dall’abitazione principale è previsto che l’applicazione dell’IMU e della TASI possa cumularsi fino a concorrenza dell’aliquota complessiva del 10,6 per mille, elevabile quest’anno di un ulteriore 0,8 per mille a discrezione dell’amministrazione comunale. Pertanto, solo e soltanto per le case che non sono principali, il tributo complessivo da pagare non può superare la quota di sbarramento rappresentata dall’aliquota del 11,4 per mille. Per le prime case si paga invece solo ed esclusivamente la TASI.
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TASI sugli immobili storici
Per i fabbricati storici la base imponibile della TASI viene ridotta del 50%: si tratta di una riduzione che manifesta i suoi effetti sulle modalità di calcolo della base imponibile. Qualora il fabbricato sia al contempo immobile storico ed edificio inagibile, la riduzione della base imponibile rimane al 50% non potendosi cumulare le due riduzioni. Con riferimento al concetto di inagibilità, non basta la mera esistenza di quest’ultima condizione per addivenire alla riduzione: infatti l’inagibilità deve essere esplicitamente dichiarata mediante perizia redatta dal Comune oppure tramite dichiarazione sostitutiva prodotta dal contribuente.
per tutte le informazioni aggiornate e tutte le delibere TASI Comune per Comune leggi l’articolo Aliquote TASI 2014: ecco l’elenco completo delle delibere dei Comuni italiani.
Moratoria in arrivo?
Permane poi il fatto che gran parte dei Comuni non hanno predisposto alcun meccanismo di notifica od avviso nei confronti dei contribuenti: con il curioso risultato che sono questi ultimi, molto spesso, a dovere, di loro iniziativa, informarsi sull’esistenza del tributo, sulle modalità di pagamento e sulla cifra da versare. A ciò si aggiunga la confusione relativa ad aliquote, detrazioni e termini di pagamento. Il risultato? il caos, oltre a molti contribuenti che venerdì prossimo (il giorno dopo la scadenza) non avranno ancora ottemperato al pagamento e saranno pertanto inadempienti per mancato o errato versamento.
E allora cosa accadrà? Da più parti emerge la voce sempre più insistente del varo da parte del Governo di una moratoria. Nell’attesa di questo possibile provvedimento a livello nazionale nulla vieta che i singoli comuni possano proclamare una moratoria a livello locale.
Per approfondire il tema in prospettiva 2015 leggi l’articolo TASI e tasse sulla casa: l’anno prossimo cambia di nuovo tutto?
La possibilità del ravvedimento operoso
In caso contrario l’unico strumento che rimane a disposizione del cittadino è il ravvedimento operoso. Tramite questo strumento il contribuente in errore paga una sorta di multa ridotta che viene calcolata partendo dalla cosiddetta sanzione ordinaria che è fissata al 30% dell’importo che non è stato versato. Tale sanzione viene ridotta nel ravvedimento operoso allo 0,2% per ogni giorno di ritardo ma solo entro i primi 14 giorni dalla data di scadenza del pagamento. A partire dal quindicesimo giorno fino al trentesimo la sanzione diventa fissa e si attesta sul 3%, salendo poi al 3,75% dal trentunesimo giorno e fino al termine per la presentazione della dichiarazione TASI relativa all’ anno in cui è stata commessa la violazione. A ciò vanno aggiunti ovviamente gli interessi legali all’1%.