Tasse sulla casa, il dibattito, spesso polemico, sul tema non accenna a sgonfiarsi: altre ipotesi si affollano nelle stanze del Parlamento in queste settimane, con cenni di novità (e guerriglia) provenienti dai banchi dell’opposizione (colore Forza Italia).
“Sull’abolizione della tassa sulla casa sono già pronti i miei emendamenti, più volte presentati in Parlamento. Ovviamente saranno ripresentati, per togliere al Governo ogni alibi. Sono lieto della convergenza di tanti colleghi e del gruppo”. Le parole, perfette per incorniciare la situazione attuale in materia, sono quelle del presidente della Commissione Finanze della Camera ed esponente di Forza Italia, Daniele Capezzone. È stato infatti annunciato all’inizio di questa settimanali il “#CasaDay”, mobilitazione di piazza organizzata dal partito di Silvio Berlusconi per protestare contro le tasse e contro la legge di Stabilità (il weekend del 15 novembre è il principale indiziato per la manifestazione di protesta).
Su un settimanale ad ampia tiratura, negli scorsi giorni, Berlusconi ha sferrato l’attacco all’esecutivo, accusando il Governo di “prendere in giro gli italiani sulle tasse”, dimostrando di essere “la solita sinistra” che, per quanto renzianamente “moderata”, mantiene le tasse “nel suo Dna”.
Ma il vero artefice (anche programmatico) della spinta propulsiva che sta facendo veleggiare Forza Italia in questi giorni è l’indomito Renato Brunetta, il quale ha rilanciato un dossier relativo al peso sulle tasche degli italiani causato dall’imposizione fiscale sulla prima casa. “Nel 2011, ultimo governo Berlusconi, quindi prima casa esente, il gettito derivante dalla tassazione sugli immobili in Italia ammontava a 11 miliardi di euro – spiega Brunetta – diventati 24 miliardi con l’IMU di Monti nel 2012 e in continuo aumento fino a 30 miliardi con l’IMU e la TASI di Letta e di Renzi nel 2013 e nel 2014”. Che poi propone di recuperare il lavoro sulla spending review fatto dall’ormai ex commissario Carlo Cottarelli e non riproporre l’operazione 80 euro di Renzi “che nessun effetto ha prodotto sui consumi in Italia, né sulla ripresa”. In questo modo, si recupererebbero 20 miliardi di euro che permetterebbero il ritorno all’epoca precedente all’IMU.
È l’idea giusta convogliare queste risorse per ridurre il peso delle imposte sulla casa? La risposta è meno semplice di quanto sembri. Nel frattempo non ci sono ancora dati univoci che possano far trasparire la reale conformazione del tributo (o dei tributi?) sulla casa per 2015. Sicuramente non è ancora chiara l’entità precisa del prelievo standard per il nuovo tributo: tuttavia non vi sarà, quasi certamente (con buona pace dei parlamentari “forzisti”), un abbassamento del prelievo fiscale sugli immobili rispetto ai livelli attuali (per saperne di più sulle informazioni uscite fino ad ora in materia leggi l’articolo Casa: superamento TASI, Governo al lavoro sulla tassa unica).
Nel frattempo le incombenze per il 2014 non sono ancora finite: il 16 dicembre scade il termine per versare il conguaglio della TASI 2014. Non hai ancora pagato la prima rata, hai dubbi in relazione alla base imponibile? Maggioli Editore presenta La TASI e la IUC, l’e-book in formato pdf che contiene tutto quello che c’è da sapere sulle nuove imposte comunali sugli immobili.
A cura di Marco Brezza