Magazine Ecologia e Ambiente
Tassa "di scopo" per il nucleare? possibile...
Creato il 10 settembre 2010 da Alessandro @AleTrasforini
La notizia è risalente ormai a qualche giorno fa, ma è sempre motivante per discutere e dibattere di questo nucleare ritenuto così fondamentale per la sicurezza energetica dell'Europa intera.
Secondo alcuni siti e blog di impronta ecologico-ambientalistica, nelle realtà che hanno intrapreso un percorso nucleare "consolidato" va emergendo sempre più un problema di assoluto sforamento di costi per manutenzione e messa in opera delle centrali.
Se i costi degli impianti schizzano alle stelle, qualcuno ha pensato di ovviare al problema introducendo tassazioni aggiunte riguardo agli impianti di produzione d'energia da fonti fossili.
Specificatamente scrivendo, ci si riferirebbe a tutte quelle realtà industriali che producono da fonti primarie quali gas o carbone.
Il blog "Inchiesta Nucleare" riporta una notizia ben precisa, secondo la quale tale idea sarebbe venuta in Inghilterra al Ministro dell'energia Charles Henry.
Tale convinzione nell'introdurre una tassa di scopo aggiuntiva per il nucleare deriverebbe dal solo bisogno di "rattoppare" i costi fuori controllo delle centrali nucleari in costruzione o già presenti nel Paese.
Il problema del surplus nelle spese per il nucleare è cosa, purtroppo, non straordinaria; in Bulgaria, tanto per fare un esempio, una centrale in fase di costruzione in prossimità del Danubio ha visto schizzare i suoi costi da 4 ad 11,5 miliardi di Euro.
A conti fatti, un incremento sulle previsioni di quasi due volte rispetto alle cifre inizialmente previste.
A bocce ferme, superando tale notizia, ci si chiede ancora una volta se sia davvero così utile una tassa di scopo per il nucleare.
Propinata alla bocca delle folle come risorsa "rinnovabile" tale da garantirci piena indipendenza in termini di energetica e sostenibilità, viene sbandierata da moltissimi come sola via percorribile per liberarci da questi, dannati, combustibili fossili.
Anche alla luce della tassa di scopo sopra citata, si potrebbe anche credere, con giusta ragionevolezza, che favorendo il nucleare si possano eliminare i ricorsi continui a qualsiasi forma di oro nero.
Da un certo punto di vista, niente di più sbagliato.
Il caro-petrolio non è infatti collegato in nessun modo ad un, magari eventuale, ricorso al nucleare. Tutto ciò per motivi molto semplici.
Citando da un libro scritto a quattro mani da Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, si scopre quanto segue:
"Il petrolio serve principalmente per produrre combustibili liquidi per i trasporti e come prodotto di base per la petrolchimica. L'energia nucleare è invece unicamente elettricità. Le due cose dunque sono del tutto disgiunte: ad esempio la Francia, che produce il 78% dell'elettricità per via nucleare, consuma più petrolio dell'Italia che con una popolazione molto simile non ha centrali nucleari."
Combustibili fossili ed energia nucleare sono dunque due argomenti tra loro notevolmente slegati.
Sarebbe stato differente introdurre una tassa "di scopo" sui combustibili fossili per incentivare riconversioni industriali e finanziamenti a settori quali fotovoltaico, eolico o geotermico?
Per molti aspetti, anche etici, sicuramente si.
In primo luogo perchè le energie concesse dalla Madre Terra sono pure, completamente sicure e continuamente utilizzabili da parte degli utenti.
Il nucleare non conviene comunque, dal momento che i costi di manutenzione e produzione sono, similmente a quanto scritto sopra, completamente fuori da qualsiasi previsione o controllo.
L'energia solare costituisce, tanto per citare un esempio, una sorgente infinita ed infinitamente potente di possibile sostentamento energetico.
Scrivendo in termini fisici, infatti, si scopre che il Sole invia alla Terra 400milioni di miliardi di Joule ogni ora.
Tale cifra, impressionante, è quella di cui l'umanità ha bisogno in un anno intero.
In termini spiccioli, il Sole fornisce in un singolo giorno tanta energia quanta ne serve all'umanità in un anno intero.
Trascurando per un calcolo pratico eventuali rendimenti al negativo o possibili perdite, in uno Stato come l'Italia basterebbe ricoprire di pannelli fotovoltaici lo 0,6% circa del territorio per soddisfare il fabbisogno energetico di tutta la popolazione.
Sarebbe bellissimo, facendo uno sforzo di immaginazione, avere un'area estesa quanto la provincia di Piacenza completamente piena di pannelli solari.
Sicurezza, infinita produzione e sostenibilità energetica potrebbero essere nuovi cardini per una politica ambientale all'avanguardia.
Esulando dagli infiniti dibattiti e dagli sterminati costi aggiuntivi sul nucleare, appunto.
Il tema dell'energia, giunti al 2010, è un argomento caldo e più che mai importante. Da esso dipendono, in maniera più o meno larga, tutte le altre emergenze italiane.
Scrivere sull'energia e sul cambio di mentalità da apportare all'umanità in tempi come questi è un qualcosa che non deve stancare mai; sia mai che a qualche politicante italiano non venga in mente la strana idea di introdurre una tassa di scopo per le possibili centrali nucleari (si faranno mai?, nds).
Potremmo un giorno pentircene tutti, ad eccezione di manager arricchiti e di psiconani di troppo.