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Tassare ricchezza e finanza per uscire dalla crisi

Creato il 21 ottobre 2012 da Controcorrente

Tassare ricchezza e finanza  per uscire dalla crisi

Angelo Mazzoleni arte

Alcuni dati sulla concentrazione della ricchezza  su cui riflettere:
-secondo la UN Conference on Trade and Development (Conferenza dell’ONU su Commercio e Sviluppo), il numero di “paesi meno sviluppati” è raddoppiato negli ultimi 40 anni,
-uno studio del World Institute for Development Economics Research (Istituto Mondiale per la ricerca sull’economia dello sviluppo) evidenzia che la metà inferiore della popolazione mondiale detiene circa l’1% della ricchezza globale,
-secondo il più recente “Global Wealth Report” di Credit Suisse, lo 0,5% di persone più ricche controlla più del 35% della ricchezza mondiale .Il 2% delle persone più ricche detiene più della metà di tutto il patrimonio immobiliare globale.Anche secondo  "The Economic Collapse" la ricchezza diventa sempre più concentrata nelle mani di pochissimi, ed il ceto medio sta scomparendo  anche nelle nazioni benestanti come gli Stati Uniti,
-uno studio, diffuso dall'Observer e realizzato, per il gruppo Tax Justice Network ,da James Henry, esperto di tassazione ed ex capo economista della società McKinsey dicono che  i capitali evasi e nascosti nei paradisi fiscali  ammontano ad una cifra compresa tra 21000 e 32000 miliardi di dollari. Le stime a cui è arrivato Henry derivano dall'incrocio di diversi dati, da quelli della Banca per i regolamenti internazionali, a quelli del Fondo Monetario Internazionale.
E’ stato calcolato che basterebbe il rientro dei super-capitali evasi per azzerare l’attuale crisi europea del debito.

Le stime più attendibili europee  dicono che se si applicasse un tasso dello 0,1 per cento sulle transazioni finanziarie mondiali, il relativo gettito garantirebbe un'entrata fra i 160 e i 170 miliardi di dollari, il doppio della somma annuale necessaria per debellare la povertà estrema del mondo.Sull’"Economist", che certo non puo’ definirsi di matrice comunista, si afferma che  il problema della crisi occidentale dipende proprio dalle  enormi disparità di ricchezza e da una mancata redistribuzione della stessa come si faceva in passato. Persino Soros ed altri ricchi  sostengono oggi la necessità di tassazioni sulle rendite e transazioni finanziarie che ,basterebbero a farci uscire dalla crisi.Secondo l’economista francese Thomas Piketty «la ricchezza detenuta nei paradisi fiscali sarebbe sufficiente a trasformare l’Europa in un grosso creditore netto nei confronti del resto del mondo».
Infine, altre stime calcolano che il 10% degli Italiani detengono un patrimonio complessivo pari al triplo del nostro debito, mentre i capitali evasi nella sola Svizzera ammontano a diverse centinaia di miliardi  di euro.
Le implicazioni di tutti questi dati sono evidenti: 

-confermano che le politiche di rigore imposte ai vari paesi in crisi, la privazione dei diritti e il dissanguamento delle classi sociali più deboli sono del tutto inutili e funzionali ai poteri forti internazionali 

- che si potrebbe uscire dalla crisi perseguendo una  decisa politica atta a redistribuire la ricchezza tassando la ricchezza e le transazioni finanziarie, da un lato e a  stanando con determinazione, nei paradisi fiscali, gli evasori ,di cui si conoscono i nomi più importanti dall'altro. Basterebbe che governi europei ed Usa, fino ad oggi succubi del mercato, decidessero di perseguire, insieme ed in accordo,  una politica nuova di redistribuzione della ricchezza,  premessa anche per la costruzione di una vera Europa dei popoli. 

Naturalmente sarà una battaglia dura perché, come vediamo,dalle molte reazioni contrarie alla Tobin tax, (la sacralità e l’intoccabilità dei ricchi è sempre stata la bandiera delle destre) dovranno combattere contro dei poteri che hanno dalla loro media stampa e  uomini "sponda"all'interno  dei governi e delle istituzioni.

In prossimità della scadenza del governo Monti, mi pare  alquanto inquietante, anche se legittimo e  fatto probabilmente in buona fede,   ad es., che un  candidato premier di un nuovo governo e convinto sostenitore di una prosecuzione dell'agenda Monti, abbia avuto in questo periodo contatti proprio con uomini legati a certi ambienti finanziari.

In ogni caso,  perché  si realizzi  il profondo cambio di rotta sopra descritto,  è fondamentale che nei vari paesi,come già successo in Francia, si affermino forze nuove progressiste,di vera sinistra e con leader coraggiosi,capaci di contrastare quei poteri finanziari e non di esserne succubi o asserviti.


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