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Tassazione nel mercato forex

Creato il 31 agosto 2015 da Tigella

I guadagni ottenuti con la speculazione nel mercato Forex sono delle entrate nelle tasche dei trader e, come tali, l'Agenzia delle entrate ha imposto una tassa su essi. Inizialmente infatti l'imposta sui profitti del Forex riguardava soltanto un certo tipo di guadagni: venivano imposte delle tasse sui guadagni soltanto se le valute acquistate venivano tenute oltre i 7 giorni lavorativi prima che il trader le vendesse e se il loro importo superava i 51.645,69 euro.

Tuttavia, dal momento che molti trader preferivano, per evitare di pagare le tasse sui guadagni, chiudere e aprire le loro posizioni nell'arco di 24 ore per eliminare il vincolo dei sette giorni, l'Agenzia delle entrate ha modificato il decreto di legge, sostituendolo con il decreto legislativo 141/2010, entrato in vigore il 19 settembre del 2010, secondo il quale i contratti di acquisto e vendita delle valute sono da considerarsi in tutti i casi come dei contratti finanziari differenziali (CFD) e quindi soggetti a tassazione.

Come calcolare la tassa sui profitti Forex

Tutti i trader che operano nel mercato Forex sono quindi tenuti a pagare un'imposta del 20% sui loro profitti. Per farlo, quasi tutti i broker, soprattutto quelli italiani, mettono a disposizione del trader un sistema per un rapido calcolo di profitti e perdite e tengono il resoconto di tutte le operazioni effettuate con il trading Forex.

Ad ogni modo, è possibile calcolare da sé quale sarà l'imposta da pagare: bisogna effettuare la somma algebrica delle plusvalenze (cioè dei profitti) e quella delle minsuvalenze (perdite) e di conseguenza sommare i due risultati ottenuti. Fatto ciò, occorrerà poi calcolare la tassa del 20% sul risultato finale ottenuto ma solo se questo è positivo. Ciò vuol dire che il trader pagherà un'imposta del 20% solo sui guadagni ottenuti con il trading Forex ma non dovrà pagare nessuna tassa se non avrà guadagnato. In ogni caso, sia che perda sia che vinca, il trader dovrà dichiarare nell'apposita caselle della dichiarazione dei redditi il risultato ottenuto dalle sue operazioni di speculazione.

Tassazione e broker stranieri

Se utilizzate dei broker stranieri, i profitti che vengono accreditati sul conto del trader non vengono però registrati in Italia, bensì nel Paese della piattaforma. Quindi è bene specificare la presenza di capitali all'estero nella dichiarazione dei redditi. Molti credono che operando con broker stranieri, sia facile eludere il fisco. Ma i soldi guadagnati con il trading forex verranno utilizzati in ogni caso per fare investimenti o acquistare immobili, operazioni che non sfuggiranno all'Agenzia delle entrate. È quindi consigliabile che ogni trader sia in regola con il fisco per poter godere al meglio dei propri guadagni.

Come avete compreso quindi, le tasse sui profitti ricavati dal trading Forex vanno sempre pagate, a prescindere dalla tempistica di chiusura e apertura delle operazioni, dell'importo dei vostri guadagni e del Paese del vostro broker. Del resto, i soldi guadagnati con il mercato Forex son dei soldi "vinti" e contribuire ad aumentare le finanze dello Stato è quasi un dovere morale.


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