- Cleo:la povertà è il nutrimento della ricchezza.
Il cittadino sa che lo Stato preordina delle operazioni che insieme rappresentano l’attività finanziaria con lo scopo di procurarsi delle entrate e dei mezzi con i quali far fronte alle spese pubbliche. Le entrate e le spese sono elencate nel bilancio statale. La prima delle voci che compongono le entrate tributarie è quella delle imposte dirette che rappresenta solo una parte delle entrate ed’ è rappresentata dal patrimonio e dal reddito del contribuente. Le imposte dirette dovrebbero essere proporzionali alle ricchezze del contribuente o progressive, cioè crescenti col crescere del reddito. Le imposte indirette, invece, colpiscono il reddito in via indiretta gravando sui consumi e quindi su tutti i consumatori. Evidentemente, tenendo conto del bilancio del consumatore povero, quasi interamente assorbito dai consumi essenziali, vi gravano in maniera più elevata che non sul bilancio del consumatore ricco. Al ricco rimane sempre un margine per altre spese, come quelle di lusso, che non sono destinate a consumi essenziali. Tale specie di imposte sono quindi progressive alla rovescia. Altra distinzione, per evidenziare che le tasse le pagano i poveri, è l’analisi da esaminare tra imposte reali e imposte personali. Infatti, se un contribuente è proprietario di un fabbricato, questo è colpito dall’imposta indipendentemente dalle complessive condizioni personali. E’ una imposta reale. Se invece il contribuente è colpito da una imposta che tiene conto delle sue condizioni economiche generali quella imposta è personale. La distinzione è importante e pone in luce un difetto del nostro sistema tributario, nel quale è netta la prevalenza delle imposte reali. Le imposte dirette sono molto minori delle imposte indirette? Ciò significa che il sistema colpisce sopratutto i redditi dei lavoratori e dei ceti medi che hanno redditi non elevati. Questa caratteristica risale all’inizio della formazione del sistema tributario legato alla formazione del capitalismo italiano che si è sviluppato sulla tassa sul macinato e in genere sulle imposte sui beni di largo consumo. Il sistema tributario esprime la politica della classe dominante. Questo viene chiaramente comprovato dalla struttura e dalle caratteristiche delle imposte dirette. Una pressione fiscale che gravi sopratutto sui redditi dei lavoratori, dei piccoli pensionati e dei ceti medi significa un impoverimento ulteriore di queste categorie sociali, che per ”evadere” dalle tasse, dirette e indirette, avranno una sola strada: consumare di meno. E quando i consumi si contraggono, anche il mercato interno si riduce si riduce e si restringe influenzando tutto l’andamento produttivo. Allora lo sviluppo economico si arresta e l’impoverimento apre la porta persino alla denutrizione di certi strati della popolazione. Un sistema tributario, arretrato e ancora classista come quello italiano, opera quindi nel suo concreto funzionamento una redistribuzione della ricchezza e del reddito. Ma non in senso favorevole ai ceti poveri e medi, che più pagano, bensì, attraverso tutta la politica governativa nel campo finanziario ed economico, a vantaggio dei ceti ricchi.
A N N E R U T L E D G E
Da me indegna e ignota
le onde di una musica immortale:
”Per nessuno odio, per tutti amore”.
Da me il perdono di milioni a milioni,
e il volto benefico d’una nazione
luminoso di giustizia e verità.
Sono io Anne Rutledge che dormo sotto questa erba,
amata in vita da Abraham Lincoln,
sposata da lui, non per unione,
ma per separazione.
Fiorisci per sempre, o Repubblica,
dalla polvere del mio petto!
-Edgar Lee Masters-