Secondo Sanguineti «Ci sono due modi per parlare di “Ladri di saponette”: uno, presentandolo come un film strano e diverso, che ha preceduto nel tempo “La rosa purpurea del Cairo”; l’altro, come una pellicola storica e attualissima per la sua epoca».
La trama vede una famiglia riunita davanti alla tv per vedere un film dal titolo "Ladri di saponette", un melodramma in b/n ispirato al Neorealismo del Dopoguerra. La storia viene continuamente interrotta della pubblicità, finché un black out crea un evento inspiegabile: la modella di uno spot viene catapultata nel film, mentre la protagonista del film si ritrova a reclamizzare detersivi. Sarà il regista del film, lo stesso Nichetti, a prendere in mano la situazione per ridare un senso all’accaduto…
«Il tema dei film in tv è stato toccato anche da Federico Fellini in “Ginger e Fred”» - spiega il critico savonese - «ma gli spot di Nichetti in “Ladri di saponette” sono evidentemente girati da uno che li ha fatti veramente, mentre quelli di Fellini in “Ginger e Fred” sono ‘impossibili’: marziani che mangiano la trippa, santoni che salvano il mondo dall’Apocalisse su collinette dove si può portare anche il cane e giochi di bravura del tipo rimettere il dentifricio nel tubetto».
Dopo aver rievocato l’anteprima del film al cinema Excelsior di Milano (che oggi non esiste più e che, secondo la stampa dell’epoca, vede presente Silvio Berlusconi), Sanguineti e Nichetti presentano alcuni protagonisti di “Ladri di saponette”.
«Claudio G. Fava, imperturbabile, è bravissimo a prendersi in giro». »Nichetti» - svela Sanguineti - «convinse Fava ad accettare la parte, dicendogli che se non l’avesse fatta lui, l’avrebbe fatta fare ad Enrico Ghezzi: a quel punto Fava accettò».
«Caterina Sylos Labini allora interpretava un personaggio di grande successo di “Drive In”: la moglie dell’onorevole Coccovace». «Nel backstage» - conclude Sanguineti - «la si vede schiacciare con noncuranza e da vera eroina neorealista, degli scarafaggi…».