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Tatuaggio, di Manuel Vázquez Montalbán

Creato il 10 agosto 2015 da Annare

tatuaggioCi sono gialli e gialli, inutile girarci attorno, ma soprattutto ci sono protagonisti e protagonisti.

E, a mio avviso, il miglior protagonista maschile della letteratura gialla, che tra l’altro il termine libro giallo è un nome tutto italiano (ricordate i gialli Mondadori?), è e rimane lui: Pepe Carvalho. Per chi non lo conoscesse Pepe Carvalho è il detective assolutamente sopra le righe creato dallo scrittore Manuel Vázquez Montalbán, se amate i libri di Andrea Camilleri, dovreste sapere che il famosissimo Commissario Montalbano deve il suo nome proprio a questo Montalbán, un omaggio tra scrittori.
Tatuaggio è il primo romanzo della fortunata serie dedicata a Pepe Carvalho, omone amante della cucina, della buona cucina, spirito critico insoddisfatto, fidanzato non ufficialmente con una prostituta, capace di svelare intrighi e delitti in maniera poco corretta ma sicuramente efficiente. Cinico, arrabbiato con il mondo, ex agente CIA, Pepe Carvalho è l’antieroe così come lo abbiamo sempre immaginato. Lui, brucia i libri, un po’ per antipatia e un po’ perché ama accendere il caminetto di casa, anche d’estate, e in Tatuaggio da alle fiamme niente meno che il Don Chisciotte.
Ma andiamo con ordine, assunto dal proprietario di un salone di parrucchiere, Pepe Carvalho deve scoprire il nome di un morto ammazzato annegato. In realtà scoprire l’identità del morto è abbastanza facile, ma lo scenario che di pagina e in pagina si delinea è inquietante: prostitute, droghe, mafia.
Eppure, Pepe Carvalho ne è certo, non è quella la chiave del mistero, non è per quello che l’individuo con tatuata una frase dai diversi significati “Sono nato per rivoluzionare l’inferno” è morto.

Anche la scritta del tatuaggio era sorprendente. Una cosa è un legionario tra le due guerre, ubriaco di disprezzo e di letteratura, che va in cerca di avventure con un fucile e alcuni versi di Apollinaire. Ma ciò non può accadere in quest’ultimo terzo di secolo. La gente, pensò Carvalho, ha scoperto di essere capace di fare soltanto ciò che riesce a fare. Nessuno si inventa la propria vita come se inventasse un romanzo.

Le puttane di Pepe Carvalho non sono stupide, non molto, sono meno sfruttate del sentito dire, anche se solo le più intelligenti gestiscono i loro affari in assoluta autonomia, insomma si salvano meglio delle donne borghesi che mangiano qualsiasi cosa, che indossano abiti colorati e che cambiano colore dei capelli solo per divertimento.

Sarà che in questo romanzo Pepe Carvalho ha la mia età, sarà che mi sono innamorata di lui ancora tanti anni fa, ma il desiderio di riprendere tutti i romanzi a lui dedicati, dando questa volta un ordine cronologico fino ad oggi assolutamente ignorato, si è fatto davvero importante. Poi magari li brucerò, sempre in suo onore.

Carvalho voleva scatenare l’ira sincera di quella donna, in grado di interpretare un ruolo senza rendersi conto della mistificazione. In quel letto ampio, morbido, bianco e rosso, stava il segreto della seduzione. Tutto il resto era letteratura oppure una maschera ideologica per dare un volto allo scheletro del più primario degli interessi.

Tatuaggio, Manuel Vázquez Montalbán, Feltrinelli, prima edizione 2008


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