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Sono stato sempre affascinato dai tatuaggi fin da piccolo. Negli anni 50/60 , quando con i miei genitori andavo all’Isola d’Elba ne vedevo di tutti i tipi selle braccia di marinai o pescatori. Alcuni marinai ne avevano di veramente belli fatti da esperti artisti fatti in Cinao in America durante i loro viaggi da imbarcati , altri meno fatti nel periodo della guerra o addirittura in qualche carcere..Per caso una volta lo dissi ad un amico medico – chirurgo che me lo sconsigliò vivamente. Così accantonai questo pensiero … Poi poco tempo fa vedo mio figlio con due tatuaggi e quella voglia mi è tornata ,ma la vocina di Stefano che mi sconsigliava di farlo mi è tornata in mente. Quindi gli telefono e gli chiedo un suo parere in merito ….
Ecco cosa mi scrive l’amico medico prof. Stefano Arcieri ….
https://stefanoarcieri.wordpress.com/
" Oggi sono sempre di più i ‘pentiti’ dei tatuaggi che per moda, trasgressione, passione o fascino si sono fatti indelebilmente segnare e colorare la pelle.
Si stima che oltre il 40% dei tatuaggi non piace più e l’esercito degli scontenti aumenta a vista d’occhio, quotidianamente.
Che fare?
La rimozione è un’operazione oggi possibile con l’uso dei laser di nuova generazione, operazione, comunque molto complessa e non senza rischi, come vedremo.
Un tempo i tatuaggi venivano rimossi mediante l’abrasione della cute utilizzando del sale o delle frese, oppure mediante causticazione o elettrocoagulazione, o con l’asportazione chirurgica con inevitabili cicatrici permanenti e incompleta rimozione del pigmento.
Negli anni ’80 è stato introdotto l’utilizzo di alcuni laser (Argon, CO2) che, a causa della scarsa selettività, producevano comunque cicatrici e rimozioni incomplete del pigmento.
Oggi, la rimozione dei tatuaggi viene eseguita con laser Q – switch (laser Q – S), cioè strumenti che producono un impulso laser di altissima energia e di brevissima durata (nanosecondi, cioè alcuni miliardesimi di secondo). Tali impulsi distruggono vaporizzando le cellule entro le quali sono accumulati i granuli di pigmento, spezzandoli in frammenti più piccoli (da 10 a 100) che, nel corso dei giorni successivi vengono eliminate attraverso la pelle stessa o assorbite, mangiate, dai macrofagi che sono le nostre cellule spazzino incaricate di eliminare i piccoli corpi estranei.
Ripetuti trattamenti, distanziati da un congruo periodo di tempo (in genere un mese), consentono quindi di perseguire la progressiva, spontanea scomparsa del tatuaggio.
Il laser Neodimio – Yag Q switchato appartiene all’ultima generazione dei laser Q – S; consente di emettere, a scelta, raggi di 4 diverse lunghezze d’onda, ciascuna specifica per la rimozione di un colore diverso. Il raggio di lunghezza d’onda 1064 nm (nanometri) è specifico per i colori nero, marrone e blu scuro, il raggio da 532 nm per i colori rosso, arancione e viola, il 585 per l’azzurro e il 650 per il verde e il giallo.
Per verificare che il tatuaggio sia eliminabile bisogna fare prima una visita specialistica con una serie di test perché i disegni hanno colori diversi e non tutti sono sensibili al laser. E’ necessaria una visita da un esperto del settore che sappia definire quale lunghezza d’onda deve usare per quel determinato colore. Sul bianco, ad esempio, il laser può anche non funzionare. E’ più semplice, inoltre cancellare disegni di un solo colore, come il nero e il rosso. Con il laser, inoltre, si eliminano anche i tatuaggi cosmetici, di contorno labbra e occhi, che non piacciono più o che si vogliono ritoccare in maniera diversa.
L’intervento si esegue in anestesia locale mediante applicazione di crema anestetizzante sulla parte da trattare 30 minuti prima della seduta. La durata del trattamento dipende dalla superficie del tatuaggio da rimuovere: una superficie quadrata di 4 cm di lato richiede una decina di minuti. Il risultato non è evidente subito, infatti, il laser Q-S non cancella il tatuaggio come la gomma cancella il segno di una matita. Sono necessarie diverse sedute distanziate di circa un mese.
Il numero delle sedute dipende da diversi fattori tra cui la profondità, il colore e l’età del tatuaggio.
Controindicazioni al trattamento sono legate a tutti quei pazienti che hanno una cute olivastra, mulatti o neri, cioè ad alto rischio di alterazioni della pigmentazione. A quei soggetti con riconosciuta tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche o cheloidee e/o con pelle in presenza di infezioni attive. Mai rimuovere i tatuaggi nelle stagioni calde e troppo soleggiate (primavera avanzata, estate).
Dopo il trattamento si avvertirà un fastidio o bruciore nelle prime 24 ore, a cui seguirà la formazione di croste sulle quali si applicherà una pomata antibiotica fino alla guarigione (3-10 giorni).
Per 1 mese bisogna evitare la diretta esposizione al sole ed alle temperature estreme della cute trattata.
L’intervento elimina – tatuaggio, comunque resta complessa e costosa. Il consiglio, dunque, è quello di pensarci bene prima di andare in uno studio di tattoo. Bisogna essere molto motivati e, se si decide, meglio scegliere tatuaggi piccoli, di colori scuri, monocromatici, con linee snelle. E anche quando si sceglie di togliere un tatuaggio grande, meglio valutare se è possibile eliminarne solo una parte: spesso non si rifiuta tutto il tatuaggio, ma solo parte di esso. In molti casi, ricordate, che anche alla fine del trattamento, potrà residuare, in corrispondenza del tatuaggio rimosso una sorta di ombra, è il “fantasma del tatuaggio”.
Vedi anche blog del Prof. Stefano arcieri .. https://stefanoarcieri.wordpress.com