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Tav: la ripubblica delle bugie

Creato il 05 settembre 2012 da Albertocapece

Tav: la ripubblica delle bugieHo passato la mattinata a leggere i giornali francesi, preso dal  lancinante sospetto della presa in giro. E infatti non solo bisogna cercare col lanternino la notizia del rendez vous fra Hollande e Monti che i nostri media hanno presentato come se fosse l’incontro di Yalta, ma non esiste traccia alcuna, nemmeno nei quotidiani locali, nemmeno su Le Progres de Lyon, il più interessato in via diretta, di un via libera di Parigi alla Tav.

Possibile che tutta la stampa francese abbia preso un buco su una questioncina da 12 miliardi di euro? No è semplicemente che la stampa italiana, sempre così sollecita nel sostenere il commesso svenditore di Palazzo Chigi, ha dato per certo un semplice auspicio di Monti e diciamo pure una furbata da professore: “Sono lieto che il prossimo vertice intergovernativo tra Francia e Italia, si svolgerà a Lione, dando così un altro segno concreto della volontà dei nostri due Paesi di dare completa realizzazione a quell’opera di fondamentale interesse che è il treno ad alta velocita Torino-Lione».

Sorvolando sul massacro della grammatica, anche di quella, forse il vertice è stato organizzato a Lione per fruire della cucina di Paul Bocuse o forse perché è semplicemente una tradizione che i vertici italo francesi si svolgano lì, sta di fatto che Hollande o i collaboratori di Tav non ne hanno proprio  parlato e che in effetti il problema del nostro governo è quello di mandare avanti un progetto che trova una fortissima opposizione in Italia, ma che oltretutto interessa poco o niente al partner francese, molto perplesso di fronte a una spesa completamente ingiustificata a fronte di una costante diminuzione di traffico sulla tratta Torino Lione. Quindi tutto lo sforzo diplomatico consiste nel far sì che i transalpini non cancellino ufficialmente il progetto, come sembra si apprestino a fare. E se Parigi tace, ci pensa Monti a forzare la mano e a dare segnali che poi i media amplificano distorcendo del tutto la realtà.

Sapendo come funzionano gli appalti in Italia non ci vuole molto a comprendere la differenza tra l’atteggiamento laico dei francesi e  l’incaponimento italiano su una gigantesca  spesa inutile, ma evidentemente molto utile a una ristretta elite di tavvari di professione.  Del resto il governo tecnico non ha nemmeno cancellato ufficialmente il progetto del ponte sullo stretto, attendendo pazientemente che il progetto definitivo sia pronto, in modo da dover poi sborsare una penale di 400 milioni. Anzi il prossimo vertice italo francese lo si potrebbe organizzare a Messina “dando un segno concreto della volontà dei due Paesi di fare il Ponte” . Il fatto è che ci vorrebbe un concreto calcio in culo ai bugiardi e ai millantatori.


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