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Taxi Driver

Creato il 31 maggio 2014 da Giorgioberruto

Titolo: Taxi Driver

Regista: Martin Scorsese

Principali attori: R. De Niro, C. Shepherd, H. Keitel, J. Foster

Durata: 113 min.

Anno: 1976

Paese: USA

Taxi Driver

Taxi Driver

You talkin’ to me? You talkin’ to me?

Un taxi giallo emerge dalla nebbia e dai fumi della strada notturna mentre il lento ritmo jazz della colonna sonora dell’immenso Bernard Hermann (il suo ultimo lavoro, uno dei migliori) avvolge la scena, la rende ovattata, ottusa. È tra gli incipit più notevoli della storia del cinema; così inizia Taxi Driver, primo grande film di Martin Scorsese e emblema del nuovo cinema americano degli anni settanta.

Travis Bickle (Robert De Niro), disadattato reduce del Vietnam, guida un taxi a New York. Ne vede le periferie, ai suoi occhi bassifondi morali dove la filthy mass attende la redenzione. Someday a real rain will come and wash all this scum off the streets, dice Travis. La preparazione alla sua personale guerra contro un mondo che non ne comprende le ragioni è accurata (celebre l’addestramento e la scena in cui si rivolge alla propria immagine allo specchio apostrofandola con “Ma dici a me?”) e ne fa un guerriero classico, omerico (con tanto di cresta).

Taxi Driver

Taxi Driver

Giustiziere solitario in un mondo in putrefazione, braccio di una presunta giustizia che ha molto del religioso, Travis adesso è pronto all’azione. Dopo essere stato rifiutato da Betsy (Cybill Shepherd) e aver tentato senza successo di sparare al senatore Palantine durante un comizio, Travis libera la prostituta tredicenne Iris (Jodie Foster) dal giogo di Sport (Harvey Keitel), freddando quest’ultimo e altre due persone in un bagno di sangue. La violenza si manifesta su un crinale instabile e solo in parte consapevole: da potenziale assassino a eroe incensato dai media il passo è breve.

Travis Bickle, come e più del Raskol’nikov di Delitto e castigo, è un uomo del sottosuolo. Il risentimento, la nevrosi, lo sdoppiamento ma anche la lucidità e la coerenza implacabile lo rendono personaggio degno delle migliori opere di Dostoevskij, e il modello psichico tratteggiato in Memorie dal sottosuolo è il cosmo in cui Travis vive, di cui si compiace, in cui affonda. Nella inquietante vittoria di Travis con cui il film si chiude la fortuna, nel senso classico di sorte cieca, ha una parte predominante. Come in Match Point, film di Woody Allen del 2005 in cui Dostoevskij ha ancora (idealmente) un ruolo da protagonista. Per fortuna, verrebbe da dire.

Taxi Driver

Taxi Driver

1)   Interesse dell’argomento trattato: soggetto 9
2)   Originalità 9
3)   Profondità d’analisi della storia narrata e chiarezza 8
4)   Sceneggiatura 8
5)   Ritmo, equilibrio costruttivo, iteratività 8
6)   Montaggio e regia 7
7)   Fotografia 7
8)   Colonna sonora e effetti 9
9)   Attori: interpretazione 8
10)   Grado di apprezzamento collettivo 9
11)   Forza di coinvolgimento 8
12)   Capacità di suscitare emozioni e/o riflessioni 9

La pagina di Taxi Driver su IMDb è disponibile al link http://www.imdb.com/title/tt0075314/


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