Taylor Swift “1989” Ogni periodo ha le sue popstar. Con periodo non intendo il Medioevo o il Rinascimento, ma più semplicemente gli ultimi decenni, da quando esiste la musica pop. Sebbene, a ben vedere, ogni epoca storica abbia avuto le sue popstar: Gesù Cristo, per esempio, non era forse una stella della popular culture? E William Shakespeare? E Leonardo da Vinci? E, andando più indietro nel tempo, il Tyrannosaurus Rex non era un po' l'Elvis della sua era?
Una volta le popstar duravano più a lungo. Madonna e Michael Jackson hanno segnato interi decenni, tanto per dire. Più di recente Britney Spears è stata all'apice per una manciata di anni. Non troppi, ma alcuni sì. Adesso la vita di una popstar è ancora più breve. Con vita intendo vita al top delle charts, non (necessariamente) vita fisica. Justin Bieber, tanto per dire, è una cometa già spentasi e pure malamente. Lady Gaga per un paio d'anni è apparsa come la stella più brillante nel cielo della pop music moderna e invece ora è già un nome che fa tanto retrò. Anche se, secondo me, in futuro qualche sorpresa ce la potrebbe regalare ancora.
Se nel 2013 la popstar dell'anno è stata Miley Cyrus, nel 2014 dobbiamo inchinarci a una nuova pop queen: Taylor Swift. Va detto che il suo è un nome in circolazione da diversi anni. Nonostante abbia appena 24 anni, Taylor ha già pubblicato 5 album, venduto vagonate di dischi, soprattutto negli Stati Uniti, ed è da parecchio una star di prima grandezza nel firmamento musicale. Fino ad ora però era più che altro stata la reginetta della musica country-pop. Un genere da cui aveva cominciato a smarcarsi un paio d'anni fa con la super hit “We Are Never Ever Getting Back Together”, ma è soltanto ora con il suo ultimissimo album “1989” che la Swift ha tagliato del tutto il cordone ombelicale che la legava al country e ha spalancato le gamb... ehm, volevo dire le porte al pop.
“1989” più che un semplice album sembra un greatest hits. Ogni pezzo al suo interno è una potenziale hit mondiale. Niente riempitivi. 100% grandi successi, come RDS. “1989” è un piccolo capolavoro di pop commerciale come non se ne sentivano da parecchio. Tipo dai lontani tempi in cui Lady Gaga era cool. Taylor Swift è riuscita nell'impresa di realizzare il disco che proprio la Germanotta, così come anche Madonna e Katy Perry, con i loro ultimi album hanno provato a fare, senza riuscirci. “1989” è un disco che suona fresco e attuale da una parte, e piacevolmente vintage 80s dall'altra. Proprio ciò che gli ultimi lavori bolsi, pomposi e iper-prodotti di Lady Gaga e Lady Ciccone volevano essere. Qual è l'arma segreta di Taylor Swift? La normalità. Taylor Swift non è
"Cannibal non sta massacrando il mio disco?
Oooh, sono shockata!"
Pur immerso in una gradevole cornice 80s, roba da far invidia agli a-ha, ai Duran Duran e un episodio a caso di The Carrie Diaries, l'album è una rassegna su un po' tutto il pop attuale, senza scimmiottare nessuno, mantenendo sempre uno stile suo, come nel pezzo “Style” che riecheggia gli ultimi Daft Punk, o nella languida e sospirata “Wildest Dreams” che pare una sua rilettura personale di un pezzo di Lana Del Rey, o il cheerleader pop tra Gwen Stefani e Avril Lavigne del primo singolo “Shake It Off”, o una “Out of the Woods” vicina ad “Halo” di Beyoncé, o una “Wonderland” in cui possiamo sentire la versione Swift della dubstep, mentre “I Wish I Would” sfoggia una chitarrina in stile The Edge che manco sull'ultimo degli U2. Tutti pezzi che evocano altri artisti, okay, ma che alla fine restano sempre canzoni al 100% griffate Taylor Swift. Ci sono inoltre brani come “Bad Blood” o "All You Had to Do Was Stay" che rimangono incollati in testa senza andarsene più via, un pezzo-inno come “New Romantics” che ci regala uno dei versi più belli dell'anno (“The best people in life are free”) e che dire poi di “Blank Space”? È semplicemente una grande canzone pop. È proprio questo il motivo del suo successo. Le lingue tirate fuori, i vestiti in carne, le tette e i culi possono inserirti nel cielo del pop, ma poi per rimanerci sono altre le armi che servono: le canzoni. E a Taylor Swift, almeno per ora, quelle certo non mancano. (voto 7+/10)
"Cannibal, ti è davvero piaciuto il disco della Swift? Non puoi farmi questo, ti prego!"