Da quasi coetanea dell’autore, mi tormentava, leggendo, la domanda: perché? Perché ha fatto questo? Perché è andato a guardare proprio lì, in quell’orrore, in quelle visioni. Poi ho letto un’intervista in rete dove Arturo con semplicità rispondeva più o meno a questo stesso quesito: perché durante l’adolescenza siamo stati travolti da quei conflitti: in tv, sui giornali: era un continuo computo di vittime, di disastri, per quanto mi riguarda anche di “temi” sui banchi di scuola. C’è chi poi da queste cose si protegge, cambia canale, non sopporta, dimentica e c’è chi invece vuole saperne tutto, e ci scrive un bellissimo romanzo.
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Arturo Robertazzi - @artnite
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